BRAVO, Guglielmo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BRAVO, Guglielmo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Verona
Data di nascita
22/01/1893
Luogo di morte
Hersbruck (Flossenbürg)
Data di morte
16/11/1944

Attività e/o professione

Qualifica
Impiegato

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Verona il 22 gennaio 1896 da Bartolo e Giovanna Maria Lonardoni. Frequenta le scuole superiori e, conseguito il diploma, lavora nell’amministrazione delle poste e telegrafi. “Iscritto al partito anarchico” e “fervente seguace” dell’ideale libertario, prende parte agli scioperi della sua categoria, firma manifesti e programmi in occasione di anniversari, commemorazioni, riunioni; riceve e spedisce stampe e giornali clandestini, qualche articolo pubblicato da «Umanità nova» porta la sua firma. Le carte di polizia lo descrivono come lavoratore assiduo, di pronta intelligenza e buona cultura. Aderente alla locale CdL sindacale, dopo la fondazione del PCdI si avvicina al partito e ne diventa fiduciario locale. A causa della sua attività politica il 16 settembre 1923 viene trasferito all’amministrazione delle poste di Chieti; dall’ottobre 1925 lavora presso il tribunale di Chieti in qualità di cancelliere.

 

In seguito, pur avendo dato “sempre le migliori prove di attività e di operosità, nonché di subordinazione ai superiori”, viene trasferito al tribunale di Oristano, dove assume servizio il 14 giugno 1926. Al termine di una licenza per malattia, ottiene il trasferimento al tribunale di Arezzo, impiego dal quale viene esonerato definitivamente a causa dei suoi trascorsi politici. Nell’ottobre dello stesso anno torna a Verona insieme alla famiglia e riprende a frequentare “i compagni di fede e del suo ufficio”. Il 19 novembre 1926 viene arrestato e condannato al confino per cinque anni; ne sconta tre nelle colonie di Lipari e Ponza. Un parziale atto di sottomissione gli procura una riduzione della pena, ma gli costa anche l’espulsione dal PCdI per tradimento.
 

Scontata la pena nel novembre 1929, continua a essere sorvegliato nella sua città. Il 2 marzo 1939 viene radiato dallo schedario dei sovversivi. In realtà la sua coscienza e attività antifascista non viene meno: dopo la caduta del fascismo partecipa attivamente alla Resistenza veronese come comunista. Fa parte del secondo CLN, al quale contribuisce anche con le sue risorse finanziarie (è proprietario di un grosso calzificio), che opera fra l’ottobre del 1943 e il luglio 1944 dedicandosi alla stampa e alla diffusione di materiale propagandistico e all’organizzazione dell’attività antifascista. Di questo nucleo di antifascisti condivide il destino e il quasi generale epilogo: l’arresto nel luglio del 1944, le torture e gli interrogatori in carcere, la consegna alle SS con il conseguente trasferimento a Flossenbürg il 7 settembre 1944 con n. di matricola: 21671. Successivamente è inviato nel sottocampo di Hersbruck, dove muore tra il 16 e 23 novembre 1944. A suo nome è intitolata una via del quartiere Borgo Milano a Verona. (T. Gaspari e redazione DBAI)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: F. Maggiulli, Guerra di classe. Uomini e lotte del sindacalismo rivoluzionario veronese (1919-1922), Tesi di Laurea, Univ. di Padova, aa. 1981-82, pp. 78 e 131; Scritti e documenti della Resistenza veronese (1943-1945), a cura di G. Dean, Verona 1982, pp. 158, 161, 162.; V. Bocchetta, Spettri scalzi della Bra: Verona-Flossemburg anni 40-45, Verona 1989; Verona fascista, Verona 1993, pp. 31 e 229; B. Perotti, A. Dabini, Assalto al carcere, Verona 1995, pp. 21-21; T. Gaspari, I confinati politici veronesi, in Il movimento sindacale a Verona, a cura di M. Zangarini, Verona 1997, p. 125; Il libro dei deportati, ricerca del Dipartimento di storia dell’Università di Torino diretta da B. Mantelli e N. Tranfaglia, promossa da ANED Associazione nazionale ex deportati, Milano, Mursia, 2009, Vol. 1, tomi 1-3, p. 388; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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