INSABATO, Enrico

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
INSABATO, Enrico

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bologna
Data di nascita
September 21 1878

Biografia / Storia

Nasce a Bologna il 21 settembre 1878 da Michele e Adelaide Melandri, medico. Di famiglia borghese ha modo di proseguire gli studi, iscrivendosi alla facoltà di Veterinaria, dove nel 1899-1900 segue il primo anno di corso e dove, probabilmente, frequenta anche alcune lezioni della facoltà di Lettere. I. figura come anarchico fin dal 1897, anno in cui sostiene, fra l’altro, una polemica con Malatesta sulle colonne de «L’Agitazione». In quell’occasione critica, da una posizione spontaneistica e antiorganizzatrice – secondo la classica vulgata kropotkiniana –, le concezioni malatestiane relative alla volontà e all’organizzazione e Malatesta gli risponde facendogli osservare le numerose confusioni concettuali presenti nello scritto. Agli inizi del 1898 I. – con l’aiuto di Vittorio Cini, Alberto Malossi e Teodorico Rabitti – dà vita a Bologna al periodico «La Libertà». Il giornale, di cui escono solo quattro numeri, è con tutta probabilità finanziato dall’avvocato socialista Giuseppe Barbanti-Brodano, allora in forte polemica con i suoi compagni bolognesi dopo la sua uscita dal partito (Barbanti Brodano, fra l’altro, è anche sospettato di essere un confidente della polizia). Dalle pagine del giornale si attacca in modo particolare Andrea Costa, sostenendo che il socialista imolese ha costruito la sua fortuna politica non solo con l’opportunismo, ma anche con le falsità storiche rivendicando meriti che non ha. Sicuramente in questo periodo I. matura il distacco dall’anarchismo, come si può desumere anche da un suo lavoro sul socialismo contemporaneo di esplicito taglio autobiografico. Trasferitosi con sua moglie a Parigi nell’agosto-settembre del 1900, Insabato aspetta nella capitale francese l’arrivo di Ennio Belelli e con lui, nella primavera dell’anno successivo, comincia una sistematica ricognizione spionistica nel mondo anarchico parigino, con particolare riguardo ai militanti italiani colà residenti (soprattutto Felice Vezzani e Silvio Corio, ma anche il francese Sebastian Faure). Nasce così il duo “Dante” e “Virgilio”, ovvero Insabato e Belelli, i quali hanno due punti di appoggio: il commissario di polizia Riccardo Secchi, addetto al consolato italiano a Marsiglia e il questore di Bologna Vincenzo Neri, con tutta probabilità il vero organizzatore di questa rete spionistica. Il sodalizio Insabato-Belelli dura poco tempo perché non ha successo il loro tentativo di individuare gli assi logistici e organizzativi che uniscono Malatesta agli anarchici della capitale francese, né il progetto di creare discordie all’interno del movimento anarchico internazionale (specialmente tra lo stesso Malatesta e i militanti italiani residenti negli Stati Uniti). Ciò spiega perché Belelli viene inviato a Londra nell’autunno del 1901, lasciando Insabato a Parigi. Tuttavia mentre Belelli fa la spia per vivere (non avendo alcuna professione, anche se ufficialmente figura come agente libraio), I. cerca un’altra soluzione esistenziale. Si iscrive alla facoltà di Medicina dell’Università di Parigi e, nel dicembre 1902, si trasferisce al Cairo dove l’anno successivo si specializza in medicina coloniale. A questo punto – siamo nel 1903 – si perdono le sue tracce come spia presso gli anarchici (continua a frequentarli solo per poco tempo perché subito dopo aderisce alla massoneria), anche se non smette di stare al servizio del ministero degli Interni per gli anni seguenti, sia pure con incarichi diversi. Nel quadro degli sforzi italiani diretti ad accattivarsi l’opinione pubblica islamica allo scopo di facilitare la conquista della Libia, egli infatti svolge un ruolo speciale quale inviato del governo per dar seguito a tale politica, e in particolare per stabilire contatti con le confraternite senussite. Questa attività politico-diplomatica dura fino al 1908 quando, ritornato a Bologna, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, senza tuttavia laurearsi. Nel primo dopoguerra lo ritroviamo come organizzatore delle leghe dei contadini a Lonigo, in provincia di Vicenza e poi, nel 1924, come deputato del Partito popolare in Piemonte. Ritornato nel Veneto l’anno successivo, aderisce più tardi al fascismo. Dopo il 1943 entra nelle file della dc partecipando all’attività partigiana a Roma e nel Lazio. Muore nel 1963. (G. Berti)

Fonti

Bibliografia: scritti di I: Fallimento. Retroscene del socialismo contemporaneo, Bologna 1898. Scritti su I.: G. Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico italiano e internazionale 1872-1932, Milano 2003, ad indicem; A. Vento, In silenzio gioite e soffrite. Storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra fredda, Milano 2010, p. 383.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Michele e Adelaide Melandri

Bibliografia

2015

Persona

Ente

Collezione