AZZARETTI, Antonino

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
AZZARETTI, Antonino

Date di esistenza

Luogo di nascita
Palermo
Data di nascita
08/04/1853
Luogo di morte
Marsala
Data di morte
22/07/1922

Attività e/o professione

Qualifica
Sarto

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Palermo l’8 aprile 1853 da Matteo e Cristina Santacroce, sarto. In giovane età si trasferisce a Trapani dove trova lavoro (giungerà ad aprire un negozio di sartoria, piuttosto rinomato, che condurrà insieme alla moglie, Caterina Sucameli, anch’essa anarchica, e ai quattro figli, due dei quali, Andrea e Antonio, attivi nel movimento siciliano ancora nel Secondo dopoguerra). Seguace delle dottrine calviniste, forse in espiazione di un delitto di sangue costatogli due anni e tre mesi di carcere il 3 luglio 1871, le abbandona per l’ateismo e l’anarchismo sullo scorcio del 1887. Insieme a Gaetano Combatti, è implicato il 3 giugno 1888 nei disordini scoppiati a Marsala per protesta contro l’aumento dei dazi di consumo. Collabora in questo periodo al numero unico «Maggio 1860-Maggio 1871» e con corrispondenze a «L’Operaio» di Tunisi e a «L’Operaio» di Reggio Calabria. Fondato nel dicembre 1890 «Il Proletario», ne conduce l’amministrazione con metodi decisi, attirandosi pesanti critiche da parte degli anarchici di Trapani che lo inducono nella primavera del 1891 a lasciare il giornale. Ne riprende le pubblicazioni, dopo un periodo di sospensione, il 18 agosto 1891, accusato d’incoerenza dai compagni Marsalona, Spedale e Zichitella, che pubblicano nel frattempo un nuovo periodico, «Il Proletariato», influenzato dalle posizioni antiorganizzatrici professate da Paolo Schicchi a Ginevra. A., che pure Schicchi aveva definito “buon propagandista [ma] pusillanime all’eccesso”, si rivela anch’egli un critico implacabile dell’organizzazione anarchica. Affronta pertanto sulle pagine de «Il Proletario» una dura polemica con l’anarchico palermitano Emmanuele Gulì che sarà, coi continuati sequestri, tra le cause principali della chiusura del giornale (avvenuta il 10 febbraio 1892). Un’opera di mediazione, effettuata soprattutto da Gian Salvatore Cassisa, porta alla nascita a Marsala prima di un circolo di studi sociali, con lo scopo di avvicinare all’anarchismo l’elemento operaio e stemperare nell’attivismo le passate polemiche, e successivamente, fin dal 9 luglio 1892, alla pubblicazione di un settimanale regionale dichiaratamente unitario, «L’Uguaglianza sociale». Il giornale raggiunge un’ottima tiratura per l’epoca (oltre duemila copie diffuse in tutta l’isola) e un’ampia udienza nazionale. A. ne è nominato prima amministratore e dal 13 agosto 1893 anche direttore, subentrando a Filippo Arini, condannato per reato di stampa, e al rinunciatario Giuseppe Monacò. Se nel suo primo periodo, che va dal 9 luglio 1892 al 22 gennaio 1893, il periodico si occupa principalmente dell’atteggiamento degli anarchici dell’isola nei confronti dei socialisti – che fino alla “scissione” di Genova dell’agosto 1892 costituisce un motivo di divisione tra le varie tendenze –, nel secondo, in cui prevale la componente antiorganizzatrice, il dibattito si impernia sulla partecipazione degli anarchici ai Fasci dei lavoratori. Differentemente dal movimento anarchico nazionale, che alla vigilia dello stato d’assedio del gennaio 1894 si presenta su tale questione ancora diviso, il movimento siciliano matura sulle pagine del giornale marsalese una posizione comune sia ai cosiddetti “fascio-mani” (per lo più organizzatori) che agli “antifa-sciomani” (antiorganizzatori), consistente nell’accettazione del collettivismo dei Fasci, considerato come “l’abicì dell’anarchismo”, e in un primo passo verso la società comunista anarchica. Confortati da analoghe dichiarazioni di Nicolò Converti (che ristampa in opuscolo i suoi articoli sull’argomento) e Pietro Raveggi (che si firma “Tropie”), i redattori del giornale prendono contatto coi Fasci per radicalizzarli, contrastarne la “colonizzazione” di parte socialista e trasformarli in cellule della società futura. A. pubblica sul giornale o fa circolare in tutta l’isola e fuori alcuni manifestini firmati “Gli anarchici di Sicilia”, d’intonazione preinsurrezionale, che chiamano le popolazioni alla “preparazione silenziosa”, e alla concordia contro “un solo nemico”. I tumulti popolari della fine di dicembre, scoppiati prima del previsto, vanificano la condotta guardinga degli anarchici e servono al governo di pretesto per scompaginarne le fila. La rigida sorveglianza della polizia nei confronti di A., la detenzione di Zichitella (condannato per omicidio) e la defezione di Giuseppe Monacò, postosi al ser-vizio di un deputato crispino, costringono «L’Uguaglianza sociale» a interrompere le pubblicazioni alla vigilia di Natale del 1893. Rifugiatosi nelle campagne di Petrosino, presso Marsala, do-ve tenta di organizzare quei contadini, A. vi viene arrestato insieme ai compagni Vincenzo Alesi e Salvatore Marino il 16 marzo 1894. Assolto 15 giorni dopo dall’accusa di detenzione di manifesti sovversivi, si apparta negli anni seguenti dal movimento. Torna a farsi notare quando ospita a Marsala P. Gori e lo coadiuva nelle affollate conferenze che questi tiene in città dall’11 febbraio al 1° marzo 1903, e che, come in altre località dell’isola, provocano discordie fra i socialisti e rivitalizzano il gruppo anarchico. Il 1° maggio promuove la pubblicazione del numero unico «La Pasqua dei lavoratori». Dal 3 dicembre, in unione ai compagni di Mazara del Vallo, dove il movimento è in rapida espansione, dà vita a un nuovo quindicinale, «La Falange», diretto da Vito Pipitone e Ludovico La Grutta e amministrato da Rocco Monacò. Il 12 giugno 1904 costituisce a Marsala un circolo di studi libertari di cui entrano a far parte lo stesso Monacò, Simone Pipitone, Francesco Bilardello e numerosi altri. La sua collaborazione al giornale socialista anarchico di Carrara, «Combattiamo!», inizia una stagione di rapporti intensi degli anarchici siciliani con quelli toscani, in particolare di Pisa e Carrara, culminata nei ripetuti soggiorni nelle due città e in giri di propaganda in Toscana di Emanuele Valenti, Giuseppe Gugino e Paolo Schicchi dal 1906 al 1914. A. accoglie Schicchi al suo ritorno in Sicilia nell’agosto 1910 e lo coadiuva, in qualità di amministratore, nella gestione di un nuovo periodico, «Il Proletario anarchico», che vede la luce il 23 ottobre successivo. Nel marzo 1911 firma l’appello per un Convegno anarchico siciliano in Marsala e nell’aprile ospita Luigi Molinari che, il 7 maggio, tiene una memorabile commemorazione di Gori al Teatro Comunale di Trapani. Il convegno regionale non ha più luogo per dissensi interni al movimento isolano e per la chiusura del giornale, il 14 maggio 1911, provocata da un ingente deficit. A., che mantiene inalterate le sue convinzioni anarchiche, rallenta progressivamente la propria attività politica. Nel dopoguerra non farà mancare il suo contributo finanziario alla stampa schicchiana. Muore a Marsala il 22 luglio 1922. (N. Musarra)

Fonti

FONTI: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Ministero di Grazia e Giustizia, Misc. aapp, b. 105 (1893), f. 902 Stampa sediziosa; ivi, Ministero dell’Interno, Gabinetto, Rapporti dei Prefetti, f. Trapani -1888; Archivio di Stato Palelermo, Gabinetto Questura (1920-1942), b. 457 (1924), ad nomen; Archivio di Stato Trapani, Tribunale Penale, Corte d’Assise Trapani, Processi, b. 324 (1891).

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