​AURELI, Pietro

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​AURELI, Pietro

Date di esistenza

Luogo di nascita
Montelupo Fiorentino
Data di nascita
28 Settembre 1905
Luogo di morte
Livorno
Data di morte
18 settembre 1987

Attività e/o professione

Qualifica
Bracciante
Qualifica
Pescatore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Montelupo Fiorentino (FI) il 28 settembre 1905 da Eugenio e Italia Bellucci, bracciante e pescatore. Il padre fa la guardia carceraria a Montelupo fino al 1910, quando è trasferito a Piombino, dove A. frequenta gli anarchici e altri “elementi politici sospetti” e matura una viva ostilità verso il fascismo, tanto da essere arrestato il 30 aprile 1931 per aver emesso “grida e canti sovversivi” e aver insultato la milizia e il 29 maggio è condannato a 40 giorni di reclusione dal pretore per “oltraggio alla forza pubblica”.

Sospettato di aver favorito l’espatrio clandestino di alcuni antifascisti piombinesi in Corsica, diventa amico di Italiano Giagnoni, un anarchico massetano, che è stato membro della “Banda del Prete”, un’organizzazione di disertori armati, che agiva nelle macchie di Tatti, Prata e Roccatederighi durante la Grande Guerra, poi, nel giugno 1936, si stabilisce a Talamone dove ripara le barche da pesca. Successivamente, nell’estate del 1937, riceve 900 lire da Aristeo Banchi, Ilario Cannoni e altri antifascisti di Grosseto, per acquistare un natante che permetta ad alcuni oppositori di andare in Spagna a combattere. A Porto Ercole A. compra, da un iscritto di vecchia data al pnf, una barca a vela di nome Alba, che revisiona accuratamente, prima di spostarsi, lungo costa, sino alla spiaggia delle Marze. Da qui, alla fine di agosto del 1937, salpa verso la Corsica, insieme a Angiolo Rossi, Italiano Giagnoni, Vittorio Alunno e Luigi Angelo Amadei, e raggiunge il porto di Macinaggio. Fermato dalle autorità francesi, che lo esortano vanamente ad arruolarsi nella Legione straniera, si trasferisce a Marsiglia, da dove prosegue in ottobre per la Spagna, insieme agli altri compagni di viaggio, eccezion fatta per Giagnoni, scartato per le cattive condizioni della vista. Passati i Pirenei, è condotto alla base di Albacete, dove è incorporato nella 12ª Brigata Internazionale Garibaldi. La sua permanenza in Spagna si rivela però difficile, perché, dopo aver combattuto in Estremadura e in Aragona, nella primavera del 1938 è aggregato al Battaglione di “disciplina” della 44ª Divisione, dove subisce “maltrattamenti continui” e “minacce”. Tradotto in ottobre nel campo di smobilitazione di Torellò, vi rimane sino alla caduta di Barcellona (26 gen. 1939).

Passato in Francia il 6 febbraio, viene rinchiuso nei desolati campi del Roussillon, privi di qualunque riparo e sferzati da venti freddissimi, dove gli internati dormono dentro buche scavate nel terreno, devono a volte mangiare le canne palustri, e sono vittime dello scorbuto, della tubercolosi e perfino della lebbra. Schedato il 15 dicembre 1939 dalla Prefettura di Livorno, A. è ancora prigioniero, nel marzo 1940, nel campo di Gurs e in aprile è arruolato coercitivamente in una compagnia di lavoratori stranieri, adibiti alla fortificazione della frontiera franco-belga. In maggio è segnalato al campo du Moulin de Torpac, Noordpeene par St.-Omer-Pas de Calais, con la 235ème Compagnie de travailleurs étrangers, e in giugno è catturato a Dunquerque dall’esercito nazista. Rinchiuso nell’ex ospedale militare di Reims, trasformato in campo di concentramento, viene riconsegnato, in dicembre, alle autorità francesi, poi, nel luglio 1941, è segnalato a Guerigny (Niève), insieme al comunista sloveno Cetin (o Zettin), già volontario nelle brigate Internazionali, e successivamente è deportato in Germania, dove è trattenuto sino al 1945. Muore a Livorno il 18 settembre 1987. (R. Bugiani – S. Carolini – A. Tozzi)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Arolsen Archives. https://arolsen-archives.org

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

Bibliografia: Cinque italiani trovano rifugio in Corsica, «La voce degli italiani», 1° set. 1937; Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, 18 voll., Roma, 1989-1994, ad indicem; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Roma, 1988-1995, ad nomen; F. Bucci, R. Bugiani, S. Carolini, A. Tozzi, Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, Follonica, 2000, pp. 69-74; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

Collezione

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