ARZUFFI, Santo Fermo
Tipologia Persona
- Sante (pseudonimo)
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ARZUFFI, Santo Fermo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Bergamo
- Data di nascita
- 15/10/1879
- Luogo di morte
- Bergamo
- Data di morte
- 30/03/1932
Attività e/o professione
- Qualifica
- Lavorante fornaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Bergamo il 15 ottobre 1879 da Luigi e Faustina Franzini, lavorante fornaio, detto “Sante”, consegue la licenza elementare. Ricoverato in ospedale a Bergamo nell’ottobre 1898, fa propaganda socialista rivoluzionaria tra i degenti, soprattutto contadini, tanto che il medico curante sequestra ad A. giornali, riviste e opuscoli socialisti. Il 3 luglio 1900 è condannato dal Tribunale di Brescia a 16 mesi e 20 giorni per furto. Il suo lavoro di giornaliero presso i fornai non è continuo, e spesso si ritrova con altri lavoranti fornai all’Osteria della Campana nella popolare via San Lazzaro a Bergamo. Arrestato il 7 agosto 1902 dai carabinieri ad Ardesio (bg) per apologia di regicidio, l’11 agosto è condannato dal Tribunale di Bergamo a quattro mesi di carcere e una multa. Il 15 luglio 1904 il Tribunale di Bergamo lo condanna a due anni di reclusione e uno di vigilanza speciale per furto qualificato. È rinchiuso nel carcere di Brescia prima e di Pallanza poi; uscito dal carcere, è in corrispondenza con militanti di altre località, ricevendo opuscoli e stampati. Nell’aprile 1908 è denunciato insieme ai bergamaschi Alessandro Caglioni, Zanardi e Paratico e al parmense Bianchi come uno dei promotori dello sciopero generale del 4 aprile 1908 e istigatore dei danneggiamenti riscontrati nella circostanza, nonché come autore della rottura dei vetri ai negozi dei proprietari fornai, avvenuta nella notte dal 24 al 25 aprile 1908, oltre che per resistenza alla for-za pubblica. Nel maggio 1911 professa idee sindacaliste rivoluzionarie, lavora sempre come fornaio. Nell’estate-autunno 1914 s’iscrive al Gruppo Libertario Bergamasco, fondato agli inizi di agosto. Nel 1921 si trasferisce a Genova, dove spesso è disoccupato e, dove, nel 1923 subisce una condanna di dieci giorni per furto. Rientra a Bergamo nel 1929. Il 23 ottobre 1930 è denunciato per offese contro Mussolini in un’osteria, ma il processo non avrà mai luogo. Muore per paralisi cardiaca il 30 marzo 1932. (G. Mangini)
Fonti
- Fonte: Archivio di Stato Bergamo, Fondo Questura, Sovversivi, b. 5, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181