ARRIGONI, Enrico
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ARRIGONI, Enrico
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pozzuolo Martesana
- Data di nascita
- 20/02/1894
- Luogo di morte
- New York
- Data di morte
- 07/12/1986
Attività e/o professione
- Qualifica
- Operaio meccanico, pubblicista
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Pozzuolo Martesana (MI) il 20 febbraio 1894 da Luigi e Giuseppina Bianchi; operaio meccanico e pubblicista. Di modeste origini, il padre era “un sarto di origine contadina”, frequenta le scuole fino alla 3a elementare per poi trasferirsi a Milano impiegandosi come garzone e, appena quattordicenne, specializzandosi nel lavoro al tornio. Si avvicina giovanissimo all’ideale anarchico in coincidenza, come molti militanti della sua generazione, delle manifestazioni successive alla fucilazione di Ferrer. Considerandolo “di carattere eccitante e di intelligenza viva”, le carte di polizia cominciano a segnalarne le frequenti azioni nel luglio del 1912 quando viene sorpreso a distribuire in pubblico manifesti anarchici, e in seguito notano come partecipi “con assiduità a tutte le manifestazioni dei partiti estremi ed alle feste date in favore della stampa anarchica”. A. è già in questo periodo un individualista, frequentando – amico soprattutto di Francesco Ghezzi e Ugo Fedeli – i gruppi di giovani anarchici che in questa fase vanno costituendosi intorno alle riviste animate, specialmente, dalla coppia Monanni-Rafanelli e poi anche da Carlo Molaschi. Con la deflagrazione della guerra si dimostra acceso antinterventista partecipando a tutte le manifestazioni e ai violenti scontri fra neutralisti e interventisti. Nell’aprile del 1916 è chiamato alle armi ed è inizialmente mantenuto, in quanto esperto meccanico, presso il suo posto di lavoro; in seguito, per sottrarsi al servizio militare, si rifugia, da disertore, in Svizzera, stabilendosi a Ginevra e frequentando gli ambienti de «Il Risveglio anarchico». Nel settembre dello stesso anno è arrestato in occasione di una manifestazione contro la guerra e cominciano così i suoi problemi anche con la giustizia elvetica che, protrattisi per oltre due anni, lo spingono al principio del ’18 a dirigersi in Olanda. Viene però arrestato, durate il viaggio, in Germania, presso Karlsruhe dove, una volta rilasciato, risiede prima di trasferirsi a Francoforte. Nel gennaio del 1919 la polizia lo segnala come coinvolto in un attentato terroristico in Svizzera, ma poco dopo egli sostiene di essere a stato Berlino dove, in occasione dei moti spartachisti, aveva partecipato all’occupazione del «Vorwaerts!». Sempre nel corso del 1919 è in Russia da dove, aiutato da Angelica Balabanoff e attraverso l’Ungheria, torna in Italia rimanendo in clandestinità per alcuni mesi per poi trasferirsi nuovamente in Germania, Francia e approdando in Spagna dove risiede per due anni e dove continua a militare attivamene perseguitato dalla polizia. Quando A. torna in Italia nel luglio del 1921 è ormai noto nel movimento anarchico con lo pseudonimo di “Brand” (in precedenza “Ciriaco”, “Matteo Enrico”, “Mario Brand” e poi “Harry Goni”), ha “l’intero corpo segnato da tatuaggi”, è sfregiato da numerose cicatrici da arma da fuoco e alla polizia dichiara di avere perso la memoria. A Mi-lano, sebbene sotto una condanna di dieci mesi con la condizionale, si impiega per oltre un anno come meccanico, poi tenta di fuggire ma è nuovamente arrestato e recluso per un furto ai danni dell’amico che lo ospitava. Espatria nuovamente sul finire del 1922, risiede per alcuni anni in Francia, nel 1924 è a Cuba e poi a New York da clandestino. A. negli USA risiede illegalmente fi-no al ’28; qui lavora come tornitore frequentando gli ambienti anarchici spagnoli e italiani (Circolo “Volontà”). Collabora saltuariamente con «L’Adunata dei refrattari», «Cultura obrera» e «Road of Freedom». Tra il 1928 e il 1932 pubblica «Eresia» una “rivista ecclettica con forti tendenze individualiste (fra i collaboratori U. Fedeli, J. Conti e F. Ghezzi) e più tardi collaborerà con «Controcorrente», di Boston, e «Intesa libertaria». Nel 1936 è per un breve periodo in Spagna, a Barcellona, prima di tornare definitivamente negli USA. Nel Secondo dopoguerra, rimanendo sempre anarchico e professandosi “individualista per natura”, fortemente influenzato da Stirner, collabora regolarmente con il Libertarian Book Club di New York. “Brand” muore a New York, novantaduenne, il 7 dicembre del 1986. (M. Granata)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Brand alias Arrigoni, «Bollettino dell’Archivio G. Pinelli», lug. 1996.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
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