ARONICA PONTILLO, Calogero
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ARONICA PONTILLO, Calogero
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Naro
- Data di nascita
- 29/01/1885
- Luogo di morte
- Naro
- Data di morte
- 14/02/1978
Attività e/o professione
- Qualifica
- Pittore
- Qualifica
- Fornaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Naro (AG) il 29 gennaio 1885 da Giovanni e Anna Maria Pontillo. Pittore, poi fornaio. Pseudonimi: “Satana”, “Solito Villa”. Dopo avere frequentato le scuole primarie a Naro, si trasferisce a Palermo dove diventa un abile pittore. Esercita la sua arte a Naro per diletto e altrove (Genova, Milano) per guadagnarsi da vivere.
Da giovane versa in discrete condizioni economiche, essendo proprietario di case e di un appezzamento di terreno. Attratto dal mito dannunziano, milita come caporale dei legionari nella repubblica di Fiume. Rientrato a Naro, si pone in contatto con Schicchi e con gli anarchici palermitani. Elemento di maggior spicco del piccolo gruppo che in paese si crea attorno a lui, è il cugino avvocato Antonio Gaetano Pontillo (nato a Naro il 3 maggio 1871), uomo dai trascorsi burrascosi (è stato dieci anni in carcere per omicidio) ma anche di profonda cultura e capacità artistiche (è scultore). Questi garantisce la continuità tra le esperienze libertarie svoltesi a Naro fin dal 1871, quando vi sorge una sezione internazionalista e proseguito nel periodo 1885-1887, con la fondazione di un gruppo anarchico specifico, fortemente contrastato dalla borghesia locale, da parte di Calogero Bonanno (Naro 19 febbraio 1863-13 dicembre 1924), redattore a Palermo di un giornale battagliero, «Il Picconiere».
A. diventa in breve tempo uno dei più assidui corrispondenti e diffusori a Naro de «Il Vespro anarchico» di Palermo, de «Il Martello» e de «L’Adunata dei refrattari» di New York. È su «Il Martello» che racconta l’“epopea antifascista” del cugino Gaetano Pontillo: il 20 luglio 1923, circondato da centinaia di agenti, venuti ad arrestarlo per precedenti scontri con i fascisti locali, egli fa resistenza sparando e uccidendo un vice commissario di PS e una guardia campestre. Riuscito “a rompere il cerchio di fuoco che lo avvolgeva”, ferito a un braccio, ripara in una grotta del territorio di Licata, dove il 3 novembre 1923 è rinvenuto cadavere, dilaniato dai cani, forse ucciso in un successivo combattimento coi fascisti.
L’ira delle Autorità si scatena su Paolo Schicchi – reo di aver commentato l’articolo – che viene arrestato e processato. A., che si era trasferito in Nord Italia, torna a Palermo per assistere al processo Schicchi: fermato il 30 aprile 1924 all’uscita dalla prima udienza, viene rimpatriato nel paese natale. L’emigrazione per gli USA degli elementi più fidati dell’anarchismo agrigentino, come i fratelli Battaglia, e il passaggio dei membri del gruppo di Naro in parte ai comunisti e in parte al fascismo, lo costringono a un silenzio apparente. In realtà, invia segretamente le sue corrispondenze ai giornali schicchiani all’estero, mascherando l’avversione verso il regime fascista con atti formali (si reca ad esempio a votare per la lista nazionale in occasione delle elezioni plebiscitarie del 1929) che gli valgono un allentamento della sorveglianza. Ne approfitta per tessere una rete di contatti tra l’agrigentino e Palermo, dove è nuovamente fermato, rimpatriato e diffidato a non lasciare Naro. Qui, per vivere, acquista un forno meccanico.
Il 27 agosto 1930 è arrestato con l’accusa di avere appoggiato il tentativo rivoluzionario di Schicchi, rientrato clandestinamente in Sicilia e catturato sei giorni prima. Processato assieme ad altri anarchici, è condannato il 16 marzo 1931 a una pena lieve. Nel secondo dopoguerra riprende le sue attività a Naro e nella Sicilia centrale, diffondendo la stampa anarchica, e in particolare «L’Adunata dei refrattari», alla quale collabora con cronache sulla situazione siciliana e le lotte contadine. Muore a Naro il 14 febbraio 1978. (G. Gurrieri – N. Musarra)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, f. Pontillo Gaetano; ivi, ps, F4, b. 25, f. La Diana; Archivio di Stato Palermo, Gabinetto Prefettura (1906-1936), b. 443, Giornale Il Vespro Anarchico in Palermo; Archivio storico degli anarchici siciliani, Archivio Nicolò e Paolo Schicchi, Corispondenza politica, Carteggio Aronica-Schicchi (1928-1951).
Bibliografia: Satana, Idrofobia fascista, «Il Vespro Anarchico», 15 lug. 1923; P. Schicchi, Pontillo, l’eroe della fiera Sicilia, insegna a non piegarsi alla tirannia fascista, «Il Martello», 28 lug. 1923; Solito Villa, Le peripezie d’un compagno sotto il fascismo, «L’Adunata dei refrattari», 6 gen. 1945; G. Cerrito, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia, Genova, 1956, pp. 11, 20; F. Gramignano, Il tentativo rivoluzionario di Paolo Schicchi del 1930, Pescara 1996, p. 10.
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