BRAGANTINI, Amedeo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BRAGANTINI, Amedeo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Verona
Data di nascita
01/01/1869
Luogo di morte
Verona
Data di morte
04/03/1942

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio
Qualifica
Macellaio
Qualifica
Falegname

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Verona nel 1869 da Giovanni e Giovanna Mazzola, operaio, macellaio e falegname. Schedato dal 1894, “di tendenze spiccatamente sovversive”, nel 1891 si aggrega al Circolo anarchico veronese “I figli dell’avvenire”, poi disciolto, di cui svolge le mansioni di cassiere. Viene arrestato nell’ottobre dello stesso anno assieme a Giacomo Colli, Paolo Zanella, Annibale Maraschini e Attilio Zago con l’imputazione di associazione a delinquere per aver danneggiato la statua di Paolo Veronese e pronunciato grida sediziose di “viva l’anarchia”. Stabilito dal Tribunale il non luogo a procedere, è scarcerato nel dicembre ma viene nuovamente arrestato nel gennaio 1892 per schiamazzi notturni assieme a Paolo Zanella e Attilio Zago. I tre sono accusati di avere, a Dossobuono e Villafranca (in provincia di Verona), staccato la testa alla statua di S. Francesco e di aver imbrattato i muri delle case con scritte contro il governo e la proprietà e inneggianti all’anarchia e alla rivolta. Vengono in seguito rilasciati per insufficienza di prove. Arrestato nuovamente nell’ottobre 1893 assieme a Zanella e Giusto Annibale Danen per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, è condannato a tre mesi di reclusione. Subisce altre quattro condanne, l’ultima delle quali in territorio austriaco, finché nell’aprile 1895 è assegnato al domicilio coatto a Ustica per due anni. Nel 1897 torna a Verona. È tra i firmatari del manifesto di solidarietà con Malatesta e compagni Al popolo italiano! (suppl. de «l’Agitazione», 31 mar. 1898). Scontate due ulteriori pene minori, si imbarca a Genova nel luglio 1898 per raggiungere il Brasile. Nel 1901 è comunque segnalato in un Elenco degli anarchici più pericolosi della provincia. Rimane assente dalla città fino al 1905; nel 1906 si trasferisce a Milano, “presso il correligionario Zanella Paolo”, dove è occupato presso uno stabilimento meccanico. Vi rimane tre anni “permanendo nella buona condotta morale e politica”. Nel 1909 ritorna a Verona, dove lavora presso il macello pubblico. Nel 1915 “conserva tuttora le sue idee ma non svolge attività politica data anche la sua tarda età”. Viene tuttavia sorvegliato fino al 1929, anno in cui è radiato dallo schedario dei sovversivi. Muore a Verona il 4 marzo 1942. (A. Dilemmi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: T. Gaspari, Anarchici e dissenso popolare a Verona (1866-1900), Tesi di laurea, Univ. di Verona, aa. 1987-’88, pp. 191-196.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

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