​ARICÒ, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​ARICÒ, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Reggio Calabria
Data di nascita
21/05/1948
Luogo di morte
Frosinone
Data di morte
27/09/1970

Attività e/o professione

Qualifica
Studente

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Reggio Calabria il 21 maggio 1948 da Filippo e Teresa Adamo, studente. Sin dal liceo si distingue per la sua vivacità intellettuale, sono questi gli anni nei quali si fanno strada nella sua formazione gli ideali libertari. La passione politica si salda con quella del viaggio come scoperta, che lo porta dall’estremo Sud fino ai paesi scandinavi e nel 1968 a essere testimone del maggio francese. È del 1967 il primo arresto, nel corso di una manifestazione antimilitarista e in favore dell’obiezione di coscienza, per protestare contro la presenza di navi da guerra statunitensi alla fonda nel porto reggino. Processato insieme ad altri tre compagni, è prosciolto da ogni accusa, così come lo sarà per tutti gli altri procedimenti penali. Nel febbraio del 1968, durante un picchetto pacifico contro la proiezione del film Ber-retti verdi, è aggredito e ferito dalla polizia. Intrattiene scambi epistolari con diversi esponenti dell’anarchismo calabrese e italiano, fra i quali Massimo Chillino, Giuseppe Rose e Pio Turroni. Dopo le bombe di Milano e Roma del 12 dicembre 1969, è arrestato nella capitale insieme ad altri due compagni reggini. Tenuto in cella di isolamento per 12 giorni e successivamente prosciolto, diventa testimone a discapito di Valpreda nel primo processo per Piazza Fontana. Dopo questo episodio è costantemente sorvegliato dalla polizia. Durante i “fatti di Reggio” del luglio 1970, svolge insieme ad Angelo Casile un’inchiesta di controinformazione nella quale riesce a smascherare le connivenze fra malavitosi e neofascisti che s’infiltrano nella rivolta popolare. Si sposa con Annalise Borth, un’anarchica tedesca conosciuta a Roma al circolo “XXII marzo”. Mantiene stretti contatti con la FAI, e in particolare con Aldo Rossi, al quale invia il dossier di foto-documentazione sui moti reggini, ma il materiale non arriva a destinazione. A. decide pertanto di recarsi a Roma – con la moglie e altri tre compagni calabresi Casile, Franco Scordo e Luigi Lo Celso – per consegnarlo di persona a Rossi e renderlo pubblico. Nel corso del viaggio, nella notte fra il 26 e il 27 settembre 1970, i cinque muoiono in uno strano incidente stradale, la cui dinamica autorizza più di un sospetto sulla causalità dell’evento. (F. Cuzzola)

Fonti

Fonti: Archivio di Stato Reggio Calabria; Archivio privato “Vincenzo Misefari”, Reggio Calabria.
 
Bibliografia: F. Cuzzola, Cinque anarchici del sud. Una storia negata, Reggio Calabria 2001.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona