BOTTINI, Enrico
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BOTTINI, Enrico
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Roma
- Data di nascita
- 19/07/1874
Attività e/o professione
- Qualifica
- Macellaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Roma il 19 luglio 1874 da Pietro e Maria Cianchetti, macellaio. B. si avvicina al movimento anarchico dopo aver militato nelle file dei repubblicani, è indicato nelle prime segnalazioni della Prefettura di Roma, come uomo privo di cultura e “limitata intelligenza”. Svolge una intensa attività di propaganda e si trova spesso in compagnia di altri noti anarchici romani come Ariè e Calcagno. Risulta far parte del Fascio dei Lavoratori e del circolo “Pietro Barsanti”. Sospettato di essere l’autore dello scoppio di alcune bombe, sulla scia degli avvenimenti francesi e italiani del biennio 1893-94, il 31 agosto 1894 viene proposto per l’assegnazione al domicilio coatto. Nel marzo e maggio 1894, infatti, Roma è teatro di tre esplosioni: una prima a Palazzo Montecitorio e le altre due al Ministero di Grazia e Giustizia e al Ministero della Guerra, in cui B. sembra essere uno degli organizzatori per sua stessa confessione, e per le quali viene condannato. Questi attentati, però, sono considerati per lo più atti isolati e sconfessati dalla maggioranza del movimento anarchico, teso alla propria riorganizzazione e all’inserimento nelle strutture del movimento operaio e contadino. In applicazione della L. 316 sui provvedimenti eccezionali di PS del 19 luglio 1894, viene inviato per tre anni al domicilio coatto alle Tremiti. Il 7 ottobre 1896 viene trasferito a Favignana e il 17 novembre è liberato condizionalmente. Rientrato a Roma viene sottoposto a vigilanza speciale e inizia per lui un periodo di controlli e nuove condanne. Sospettato insieme ad altri anarchici della capitale di essersi reso solidale con l’assassinio a Ginevra della Imperatrice d’Austria, Elisabetta di Baviera nel settembre del 1898, ad opera di Luigi Luccheni, è arrestato insieme ad altri 45 compagni tra i quali Sottovia e successivamente liberato e assolto per insufficienza di indizi nel dicembre dello stesso anno. Nel periodo convulso della cosiddetta “crisi di fine secolo”, pur continuando a dichiararsi anarchico si allontana dalla militanza attiva e pur continuando ad essere attentamente vigilato dalla forze dell’ordine non sembra dar luogo a rilievi. Nel 1916 viene richiamato alle armi e inviato nel distaccamento dell’isola Asinara della Milizia territoriale romana, quale addetto alla vigilanza dei prigionieri di guerra. Viene mantenuta per lui l’iscrizione allo schedario dei sovversivi ancora nel 1930 mentre successivamente se ne perdono le notizie. S’ignorano data e luogo di morte. (I. Del Biondo)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181