BOSCOLO, Felice

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BOSCOLO, Felice

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
19/09/1883

Attività e/o professione

Qualifica
Tipografo

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 19 settembre 1883 da Luigi e da madre ignota. Frequenta le elementari e diventa tipografo, iscrivendosi alla propria lega di mestiere. Attivo propagandista anarchico già a cavaliere dei due secoli, è in corrispondenza con «L’Agitazione» di Ancona e al suo indirizzo arrivano “stampe e giornali sovversivi” che distribuisce tra i compagni. In occasione della nascita de «Il Grido della folla», è un fervente sostenitore dell’iniziativa.

Nel maggio 1903 è arrestato, insieme con i fratelli Mazzocchi, Straneo, Padoan, Viganò, Gaetano Abbiati, Vai, Carlo Colombo, Ricciotti Longhi, Pietro Tanzi, per i i “fatti” di via Legnano, ma viene rilasciato per insufficienza di indizi. Nell’aprile 1904, per dissensi con il padre, tenta il suicidio sparandosi un colpo al cuore, ma un’operazione chirurgica riesce a salvarlo. B. collabora sia a «Il Grido della folla» che a «La Protesta umana» con lo pseudonimo di "Schiavo-libertario".

Nell’ottobre 1909, in seguito alle manifestazioni di protesta per la fucilazione di Ferrer, durante le quali i dimostranti tentano di raggiungere il consolato spagnolo, B. – su segnalazione di un confidente – viene arrestato con l’accusa di aver ferito un delegato di PS. «La Protesta umana» – poco prima di cessare le pubblicazioni – lancia una campagna per la liberazione di B. La sostituisce agli inizi del 1910 «La Rivolta» di Monanni e della Rafanelli, ma il caso trova spazio nella cronaca dei vari giornali milanesi, soprattutto de «Il Secolo». Un sedicente feritore del delegato scrive prima a «La Protesta umana», poi a «La Rivolta», accusandosi, ma dichiarando di non sentirsi di ripetere “un atto alla Valjean di memoria Victorughiana” (Boscolo alle assise, ed io libero, «La Rivolta», 4 feb. 1910).

Dopo varie iniziative di protesta, B. viene scarcerato il 13 maggio 1910. Nel maggio 1912 viene nuovamente arrestato, imputato di concorso nell’attentato D’Alba al sovrano, e trasferito a Roma, ma dopo pochi giorni viene rilasciato. Negli anni successivi, per quanto continui a “professare le teorie libertarie”, non dà luogo a “speciali rimarchi”. Nel 1929 B. viene radiato dallo schedario dei sovversivi. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Antonioli)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: M. Antonioli, Un'ardua e gioconda utopia. Il "Prometeo liberato", simboli e miti dell'anarchia tra '800 e '900, Pisa, BFS, 2017, pp. 86-89.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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