BORDONI, Jacopo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BORDONI, Jacopo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Soci
Data di nascita
30/08/1860
Luogo di morte
Poppi
Data di morte
1936

Attività e/o professione

Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Soci (AR), piccolo centro del Casentino che gravita intorno al vecchio Lanificio militare, il 30 agosto 1860 da Angelo e Giuditta Bocci. Primogenito di una famiglia numerosa, si trasferisce presto nella vicina Poppi per seguire il padre nel mestiere di muratore. Autodidatta e bibliofilo affina la sua sensibilità sociale e la sua cultura attraverso la lettura di testi de Carducci, Olindo Guerrini, Ada Negri, Edmondo De Amicis. Poeta proletario, “bravissimo cantore del quarto stato” antiborghese e anticlericale, rimane fortemente impressionato dalle vicende dell’Italia crispina, in particolare dalle figure di Bakunin e Cafiero. L’adesione ideale all’anarchismo, nell’arco della sua lunga vita, deve essere circoscritta al periodo che va dagli anni Ottanta/Novanta dell’Ottocento fino agli anni Dieci del xx secolo. Successivamente B., dopo aver conosciuto Paolo Orano e aver stretto con lui un duraturo rapporto di amicizia, ne segue il percorso politico intellettuale nei ranghi del sindacalismo rivoluzionario socialista. Pubblica raccolte di poesie che sono poi recensite sulla stampa nazionale. Le prime opere, Sventura! e ancor di più A colpi di martello, dalle forti venature libertarie e antigiolittiane, consacrano il “fenomeno Bordoni”. Componente della redazione de «La Blouse» (Firenze, 1906-1910), ne condivide il progetto editoriale e vi pubblica versi tratti dalle sue raccolte di poesie aggiungendo alla sua firma la qualifica professionale di “muratore”. Questo mensile porta il significativo sottotitolo di: “Rivista sociale compilata esclusivamente con scritti originali di autentici lavoratori del braccio”; la redazione è ospitata presso la CdL di Firenze da dove, in seguito a violente polemiche contro il riformismo, verrà cacciata nel 1908. Ne è direttore il sindacalista Lorenzo Cenni. B. è fra i redattori corrispondenti insieme a Leda Rafanelli, Giuseppe Scarlatti, Natale Piazzesi, Livio Ciardi e altri. La rivista, pur indugiando sui temi del verismo (Zola) e ricevendo il sostegno di De Amicis, si configura anche come palestra dell’anarchismo e del sindacalismo rivoluzionario “di base”, dell’anticonformismo culturale e dell’azione diretta. I campi di interesse spaziano dalla politica al sociale, dalla letteratura alla poesia; spesso vi vengono riportati motti di Sorel, fra cui: “Tutto l’avvenire del socialismo risiede nello sviluppo autonomo dei sindacati operai”. In questo periodo B. dà alle stampe Il Canzoniere, altra raccolta di successo, ancora con la prefazione di Orano, che conferma la vena poetica sociale del muratore casentinese, con odi alla rivolta dei contadini, al sacrificio di Ferrer. Partecipa allo stesso tempo alle iniziative del movimento anticlericale locale che, nel 1909-1910, inaugura lapidi dedicate al pedagogo catalano a Bibbiena e a Ponte a Poppi. In occasione delle elezioni politiche del 1913 B. compone una sarcastica La canzone dell’elettore. Complessivamente collabora a una cinquantina di testate, fra cui anche giornali socialisti come «La Rivendicazione» di Città di Castello. Scrive soprattutto in via continuativa, e per oltre vent’anni, su «L’Appennino» di Arezzo, settimanale di tendenza radicale massonica che cessa le pubblicazioni nel 1925. La sua opera risulta apprezzata da “insigni” contemporanei quali Gabriele D’Annunzio, Paolo Boselli, Eugenio Coselschi, oltre che da Orano e Olindo Guerrini. I suoi biografi parleranno di una sorta di adesione passiva al facismo, sottolineando comunque la non univocità dei suoi scritti e, soprattutto, l’incongruità della produzione “senile” rispetto a quella precedente incendiaria e barricadera. B. muore “cristianamente” a Poppi nel 1936. In tutta la vita non si era quasi mai mosso dal suo Casentino; negli ultimi anni si era riconciliato anche con la Chiesa cattolica. Nel centro storico di Poppi vi è una strada a lui intestata. (G. Sacchetti)

Fonti

Fonti: Biblioteca Rilliana di Poppi, fondo Jacopo Bordoni; F. Niccolini, Il poeta muratore Jacopo Bordoni da Poppi (1860 - 1936), “Opuscoli di Primarno”, Stia (Ar), n.11, s.d.. 

Bibliografia: Scritti di B.: Sventura!, Poppi 1893; A colpi di martello, Firenze, 1902; Il Canzoniere, Roma, [1909?]; Lucciole, Arezzo 1936. Scritti su B.: P. Orano, Un poeta muratore, «Scienza ed Arte», nov. 1902; «L’Appennino», Arezzo, 23 ott. 1909; «La Rivendicazione», Città di Castello, 27 nov. 1909; P. Orano, Il Canzoniere di Iacopo Bordoni, «La Rivolta», Pistoia, 5 feb. 1910; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze, 1972, pp. 189-90; G. Sacchetti, Presenze anarchiche nell’Aretino dal xix al xx secolo, Pescara 1999. 

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