BONAZZI, Clodoveo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BONAZZI, Clodoveo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castel Maggiore
Data di nascita
03/05/1890
Luogo di morte
Bologna
Data di morte
08/09/1955

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio fonditore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Castel Maggiore (BO) il 3 maggio 1890 da Giuseppe e Albina Costa, operaio fonditore. È uno dei principali leader della classe operaia e, al tempo stesso, del movimento anarchico nel XX secolo a Bologna. Sicuramente è la figura anarchica di maggior rilievo, tra gli esponenti nati a Bologna, anche se passerà al PSI alla fine degli anni Trenta. Abbandona la scuola dopo la 3a elementare e cominciato a lavorare prima come garzone edile e poi come operaio fonditore. Nel 1909 è già un attivista anarchico e viene segnalato e denunciato dalla polizia per avere organizzato una conferenza di A. Borghi, su Francisco Ferrer, a Castel Maggiore. Tra i due inizia un sodalizio destinato a durare un trentennio. Nel dicembre 1910 è delegato al Congresso anarchico romagnolo di Castel Bolognese e alla fine del 1911, dopo avere lasciato l’officina, si trasferisce a Bologna. Viene eletto, all’inizio del 1912, nell’esecutivo della CdL, diretta dalla componente anarcosindacalista, mentre i socialisti sono minoranza. Lo stesso anno diviene uno dei responsabili del comitato Pro vittime politiche, l’organizzazione anarchica che assiste i lavoratori perseguitati per motivi politici. Nel dicembre 1912, quando i socialisti escono dal sindacato e danno vita alla CdL confederale del lavoro, B. entra nell’esecutivo di quella che sarà chiamata la Vecchia CdL. Nel 1914, all’interno dell’USI, si schier, con Borghi in difesa della linea pacifista e contraria alla guerra. In quegli anni intensifica la collaborazione alla stampa anarchica e sindacalista e in particolare a «Guerra di classe», l’organo ufficiale dell’USI. All’inizio del 1916 assume la segreteria della CdL di Piacenza, ma subito dopo è richiamato alle armi e assegnato al 10° rgt artiglieria di Piacenza e poi, in qualità di operaio fonditore, a uno stabilimento meccanico militarizzato. Sospettato dalla polizia di preparare attentati, è inviato al fronte e vi resta sino alla fine del conflitto. Il 17 agosto 1919 è eletto segretario responsabile della Vecchia CdL e poco dopo membro del Comitato centrale dell’USI. Sono anni di intensa attività politico-sindacale e il 4 aprile 1920, con i cosegretari Pietro Comastri e Sigismondo Campagnoli, interviene a una manifestazione, indetta dalla Vecchia CdL, a Decima di San Giovanni in Persiceto, per illustrare le rivendicazioni dei lavoratori della terra. Si verificano incidenti – quando la polizia vuole interrompere la manifestazione – al termine dei quali otto lavoratori restano uccisi e 35 feriti. Campagnoli è tra i caduti e B. dirà di avere corso un grande pericolo. In ottobre è arrestato – unitamente ai membri del Consiglio generale dell’USI, riunitosi a Bologna – e trattenuto alcuni giorni in carcere. Negli anni del dopoguerra intensifica la sua collaborazione alla stampa anarchica ed è collaboratore assiduo di «Volontà». Quando Borghi lascia Bologna, diviene il massimo leader sindacale e uno dei principali esponenti del movimento anarchico e per questo, contro la sua persona si accanisce la violenza fascista. La sera del 1° giugno 1922 tre squadristi lo aggrediscono in casa e lo pugnalano. Nello stesso mese B. espatria e partecipa alla conferenza internazionale dei sindacati rivoluzionari e anarcosindacalisti che si svolge a Berlino. Nella seconda metà del 1923, il restringersi degli spazi politici susseguente alla Marcia su Roma, costringe B. a lasciare la segreteria del sindacato e rientrare in fabbrica e a cambiare più volte lavoro. Il 1° maggio 1925 è fermato e sottoposto a continua vigilanza da parte della polizia. Nel 1935 viene classificato come sovversivo di “3a categoria”, quella delle persone politicamente pericolose. Durante la dittatura intrattiene continui rapporti con vecchi compagni, in particolare con Nino Samaja, e si avvicina al PSI. Negli anni della guerra fa parte del Comitato sindacale segreto che opera all’interno della sua fabbrica e nel novembre 1944 – dopo il Patto di Roma che sancisce l’unità sindacale – a nome della Vecchia CdL costituisce, con Giuseppe Bentivogli del PSI, Paolo Betti del PCI e Angelo Salizzoni della dc, la CdL confederale del lavoro aderente alla CGIL. Nello stesso tempo si iscrive al PSI. Per questa scelta subisce, nel 1946, una dura critica di Borghi, il quale scriverà – e la cosa lo addolora profondamente – che B. era morto politicamente (A. Borghi, Conferma anarchica, p. 113). Il 21 aprile 1945, giorno della liberazione di Bologna, è nominato segretario della cgdl per il PSI, nel luglio entra nel direttivo nazionale della CGIL e in ottobre nel consiglio della Federazione sindacale mondiale. Nel marzo 1946 e nel maggio 1951 è eletto al consiglio comunale di Bologna. Nel PSI, dopo la scissione socialdemocratica del 1947, si schiera con l’ala autonomista e si batte contro l’assorbimento del PSI ad opera del PCI. Nel 1951 è nominato presidente dell’Istituto ortopedico Rizzoli e avvia una difficile quanto necessaria opera di ristrutturazione organizzativa – con l’eliminazione delle “baronie” – e rinnovamento delle attrezzature, della quale non vedrà la conclusione perché la morte lo sorprende l’8 settembre 1955. (N.S. Onofri)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen[Necrologio], «La Squilla», n. 34, 1955; [Necrologio], «Avanti!», cronaca di Bologna, 9 set. 1955.

Bibliografia. Scritti di B.: Nello, L’epicentro del fascismo «Sempre!» Almanacco n. 2 di «Guerra di classe», 1923. Scritti su B. Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; M. Casarini, Contributo alla storia del movimento anarchico a Bologna nel primo dopoguerra, «Bollettino del museo del Risorgimento», 1983; L. Arbizzani et alIl sindacato nel bolognese. Le Camere del Lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, Roma 1988, ad indicem; A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945). Dizionario biografico, 6 voll., Bologna 1986-2003, ad nomen; L. Fabbri, L. Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa 1996. 

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