BONATTI, Paolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BONATTI, Paolo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bagno a Ripoli
Data di nascita
05/03/1900
Luogo di morte
Marsiglia
Data di morte
1949

Attività e/o professione

Qualifica
Calzolaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Bagno a Ripoli (FI) il 5 marzo 1900 da Gaetano e Giulia Tirli, calzolaio. Iscritto al pcdi, frequenta assiduamente i comunisti fiorentini, prima di emigrare in Francia il 18 luglio 1922. Fissata la residenza a Marsiglia, si lega al gruppo anarchico di Paolo Schicchi e svolge un’intensa propaganda rivoluzionaria nella grande città portuale. Assolto, il 3 gennaio 1924, dal Tribunale penale di Firenze dall’accusa di “attentato alla libertà del lavoro” (gli si contestava di aver impedito ad alcuni crumiri di entrare in fabbrica durante uno sciopero), sottoscrive, nell’autunno seguente, per «Fede!», insieme a Gino Lucetti, Angelo Sgai, Antonio Cherici, Fosca Corsinovi e Sabatino Gambetti, e nel 1925 si reca a Parigi per “una missione di fiducia”, su incarico di Schicchi. Nel 1926 partecipa alle proteste contro le condanne a morte di Sacco e Vanzetti e contro quella dell’anarchico Rafael Torres Escartín, membro del gruppo “Lo Solidarios”, e nel 1927 interviene alle manifestazioni antifasciste, che si svolgono a Marsiglia. Cacciato dalla Francia il 4 giugno 1930 per la sua attività sovversiva e rifugiatosi in Belgio, viene descritto dalle autorità locali, il 1° agosto 1930, come “anarchico militante e attivo propagandista, che si occupa della vendita di giornali e opuscoli libertari” e che riceve spesso nella sua casa Eugenio Nastini e altri “sudditi italiani sovversivi”. Espulso il 18 agosto 1931, lascia il Belgio, insieme a Rinaldo Gottardi e Augusto Staviero, e si trasferisce a Barcellona. Iscritto nel «Bollettino delle ricerche» e nella “Rubrica di frontiera”, come “anarchico pericoloso”, lavora, insieme a Ernesto Gregori, nella fabbrica di pantofole, impiantata dall’anarchico Bruno Castaldi a Ciudadela di Menorca. Nel 1936 si rivolge alle autorità francesi per essere riammesso nel paese e negli anni successivi vive in Belgio. Nel settembre 1939 ottiene dal Consolato di Marsiglia un foglio di via per tornare in Italia, ma, nei giorni seguenti, viene arrestato. Rinchiuso nel carcere Chave di Marsiglia si dichiara, verso la fine del 1940, favorevole al rimpatrio, mentre le autorità italiane chiedono la sua estradizione.Durante la guerra viene inviato in residenza sorvegliata a Tarascona. Muore di cancro a Marsiglia nel 1949. (S. Carolini, A. Tozzi, Redazione DBAI)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomenL’aiuto dei compagni per «Fede!», «Fede!», 5 ott. 1924.

Sitografia: Dictionnaire des militants anarchistes.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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