BONAGIUSO, Giovanni

Tipologia Persona
Diavolo zoppo (pseudonimo)

Intestazione di autorità

Intestazione
BONAGIUSO, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castelvetrano
Data di nascita
08/04/1866
Luogo di morte
Castelvetrano
Data di morte
01/01/1949

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Castelvetrano (TP) l’8 aprile 1866 da Filippo, piccolo proprietario, e Maria Vincenza Sciacca, detto “Diavolo zoppo”. Sussidiato da un vecchio zio agiato, del quale diventerà l’erede, ne cura gli interessi e le proprietà. Iscritto alla facoltà di farmacia dell’Università di Palermo, si avvicina all’anarchismo, al quale aderisce nei primi anni ’90 quando, rientrato a Castelvetrano, abbandona il partito d’opposizione all’amministrazione in carica, con cui aveva condotto le sue prime lotte politiche, per volgersi a fondare, insieme al poeta rapisardiano Giovanni Gianformaggio, un nutrito gruppo anarchico. Acquisterà una certa popolarità in paese per la sua vena anticlericale e per la coraggiosa opera di denuncia della mafia dei signori Saporito. Antiorganizzatore, nel 1892 collabora al «L’Uguaglianza sociale» di Marsala, con notevoli articoli polemici nei confronti dei socialisti, e al «Sempre avanti!» di Livorno. Legatosi all’associazionismo operaio di Castelvetrano, invia corrispondenze a «Il Mare» di Trapani e a «La Giustizia sociale» di Palermo, principali organi dei Fasci dei lavoratori in Sicilia. A partire dal 6 dicembre 1892 scrive ne «L’Uguaglianza sociale» una importante serie di articoli che, dopo avere invitato gli anarchici a “non ostacolare i Fasci nel loro inizio”, nella convinzione che si sarebbero ben presto ricreduti sulla efficacia dei metodi legalitari, sfocia alla vigilia dello stato d’assedio del 1894 nel riconoscimento del carattere “oggettivamente” rivoluzionario di quel movimento e dell’opportunità di abbracciare il collettivismo socialista quale prima tappa verso il comunismo anarchico. Accusato di essere l’ispiratore del Fascio dei lavoratori inaugurato a Castelvetrano il 13 novembre 1893, e al cui interno militavano diversi anarchici (in particolare Leonardo Centonze, condannato a cinque anni di carcere per i tumulti del Capodanno 1894), viene arrestato dopo un periodo di latitanza e inviato al domicilio coatto dal 25 marzo al 24 agosto 1894. Tra il 1896 e il 1897 matura la sua conversione al socialismo rivoluzionario, logica conseguenza del precedente pronunciamento collettivista e della sua adesione al revisionismo merliniano. Giungerà ben presto a contestare allo stesso Merlino d’essere rimasto ancora anarchico. Collabora assiduamente alla stampa socialista siciliana e nazionale, e in particolare all’«Avanti!» e alla «Critica sociale», per le cui edizioni pubblica nel 1897 un suo opuscolo anticlericale, La bancarotta della religione. Nel 1904 dirige «Il Risveglio», periodico quindicinale castelvetranese, col quale prende parte alle competizioni elettorali e agli intrighi amministrativi che caratterizzano la politica locale, distinguendosi col tempo per il suo camaleontismo. Pur conservando posizioni tiepidamente antifasciste, viene radiato dallo schedario di polizia il 20 marzo 1935. Muore a Castelvetrano il 1° gennaio 1949, lasciando in dono alla biblioteca comunale voluminosi manoscritti di contenuto storico-critico sul cristianesimo. (N. Musarra)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: Scritti di B.: Ma il cristianesimo dov’è?, Castelvetrano 1913. Scritti su B.: Giovannino Bonagiuso, «Diritto alla vita», Marsala, 31 ott. 1897; F.S. Merlino, Nota a un articolo di G. Bonagiuso, «Rivista critica del socialismo» 1° apr. 1899; S.F., Storia dei Fasci Siciliani, Bari 1959, p. 341; F. Bonano, Giovanni Gianformaggio. La cultura del suo tempo e i poeti della protesta sociale, Castelvetrano 1976, pp. 8, 146; R. Pisano (a cura), Educazione e propaganda nel primo socialismo. La “Libreria” della “Lotta di Classe” 1892-1898, Roma 1995, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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