BOCCARDI, Ugo Giuseppe

Tipologia Persona
Ramella (pseudonimo)

Intestazione di autorità

Intestazione
BOCCARDI, Ugo Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Sarzana
Data di nascita
17/03/1888
Luogo di morte
Tolone

Attività e/o professione

Qualifica
Vetraio
Qualifica
Terrazziere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Sarzana (SP) il 17 marzo 1888 da Lorenzo Giuseppe e Chiara Spadaccini, vetraio e terrazziere, chiamato comunemente “Ramella”. Compie gli studi elementari e si avvicina agli ideali libertari in età giovanile. Insieme al fratello Bruno (Sarzana 10 gen. 1895), anch’egli militante libertario, ben presto si fa notare in città oltre che per l’attività politica anche per quella sindacale.

A Sarzana opera dai primi del secolo una lega dei vetrai aderente alla Camera del lavoro di La Spezia e B. vi aderisce. Nel 1906 si trasferisce temporaneamente a Imola per lavorare presso la Vetreria federale e nella cittadina emiliana stringe rapporti politici e di amicizia con gli anarchici del luogo frequentando in particolare la bottega del barbiere anarchico Alessio Sarti. Negli anni precedenti al conflitto mondiale fa il suo apprendistato politico culturale collaborando a «Il Libertario» e promuovendo nella sua città natale la costituzione del Circolo anarchico di Studi Sociali. Da maggio a settembre del 1912 emigra per motivi di lavoro in Svizzera. Nel 1914 nasce, dalla libera unione con Emma Bassano – cugina del socialista Bruno Bassano – la sua prima figlia Solisca. La coppia avrà altri tre figli: Lorenzo (1917), Comunardo e Paolina (1925).

Allo scoppio della guerra B. viene arrestato nel marzo del 1915 per “propaganda sovversiva” perché in un teatro a Sarzana distribuisce volantini politici ma successivamente viene prosciolto per “insufficienza di indizi”. L’anno successivo richiamato alle armi è inviato in Albania fino a quando l’Ammiragliato venuto a conoscenza del suo passato rivoluzionario lo fa rimpatriare. Durante tutto il Biennio rosso è tra i protagonisti delle agitazioni operaie della zona in qualità di rappresentante sindacale dell’USI. Promuove insieme al repubblicano Silvio Delfini e all’ex tenente di complemento Papirio Isopo la costituzione degli Arditi del popolo a Sarzana. Appena costituiti gli Arditi devono fronteggiare i fascisti che in gran numero arrivano nella città ligure ingaggiando quella battaglia che si risolverà per loro in una una storica disfatta. B. partecipa all’azione di difesa della sua città e per questo viene accusato di aver ucciso i fascisti Amedeo Maiani e Augusto Bisagno.

Rifugiatosi alla fine del 1922 in Francia a Marsiglia nei suoi confronti le autorità italiane spiccano un mandato di cattura che viene eseguito in Francia nel novembre del 1924. Tuttavia la Francia non accetta di estradare B. che viene rimesso in libertà. Il 15 dicembre del 1930 la Corte d’assise di Genova lo condanna in contumacia con altri otto sovversivi a 30 anni di reclusione e 10 anni di vigilanza speciale per “correità” nell’omicidio dei due fascisti. Stabilitosi a La Seyne-sur-Mer B. continua la sua incessante attività antifascista nella folta comunità di lavoratori italiani presente nella cittadina francese. Le autorità consolari italiane lo ritengono “uno dei più attivi e pericolosi anarchici residenti in quel distretto consolare” e di conseguenza lo iscrivono nel «Bollettino delle ricerche» e lo includono nell’elenco dei “sovversivi ritenuti capaci di commettere attentati e atti terroristici”. In questi primi anni da fuoruscito B. mantiene diversi rapporti personali con anarchici soprattutto liguri e toscani come il cugino Giovanni Luccherino, Amilcare Batini, Giovambattista Boccardo, Ugo Musetti, Pompeo Barbieri, Giulio Bacconi e Gino Bagni.

La sua costante attività non sfugge alle attenzioni della polizia segreta italiana e ai suoi confidenti che registrano con continui rapporti i suoi incontri con gli esponenti più in vista dell’antifascismo e dell’anarchismo nella Francia meridionale. Le continue pressioni del Consolato italiano sulle autorità francesi affinché prendano una inziativa repressiva contro B. alla fine vengono accolte. All’inzio degli anni Trenta B. è colpito da decreto di espulsione. A questo punto deve darsi alla macchia ma grazie alla complicità di alcuni compagni riesce a rimanere in terra transalpina. Tra il 1932 e il 1934 collabora all’uscita del periodico anarchico «La Lanterna» dove con lo pseudonimo “Il Lanternino” scrive sul primo numero un articolo Cenni e ricordi di Sarzana (1° lug. 1932) rievocativo della resistenza popolare contro i fascisti nel luglio 1921.

Allo scoppio della Guerra Civile spagnola B. si occupa principalmente dell’invio di volontari in Spagna e della promozione di molte iniziative “pro rivoluzione” ed è nel contempo in relazione con i principali esponenti del movimento tra i quali Romualdo Del Papa. Dopo l’invasione della Francia da parte delle truppe naziste prima e di quelle italiane dal giugno 1940, B. entra in clandestinità ma viene catturato e imprigionato diverse volte e per circa cinque mesi viene internato nel campo di concentramento di Vernet. Il 3 settembre 1941 la gendarmeria francese lo consegna infine all’autorità di polizia italiana di Mentone e viene rimpatriato. Sottoposto a diversi interrogatori B. rivendica con coerenza e coraggio la propria militanza anarchica.

Rinchiuso nelle carceri della Spezia per espiare la pena inflittagli dal Tribunale undici anni prima viene liberato poco dopo la caduta del fascismo nell’agosto del 1943 quando può finalmente tornare nella sua città natale e riprendere i contatti con i vecchi compagni di lotta. Entra quindi nella Resistenza e alcune fonti parlano di una sua partecipazione al cnl locale. Nel dopoguerra, ristabilitosi definitivamente nella sua città natale, riprende l’attività nel movimento, partecipa come rappresentante del gruppo “Germinal” di Sarzana al i congresso nazionale della FAI (Carrara 15-19 set. 1945) e come delegato della Federazione Anarchica Val di Magra al ii (Bologna 16-20 mar. 1947).
Nel luglio del 1946 B. si fa carico a nome della Federazione anarchica di Val di Magra per l’erezione di un cippo in ricordo dell'operaio anarchico Rinaldo Spadaccini ucciso dai fascisti guidati da Renato Ricci il 17 luglio 1921 nei pressi di Sarzana. B. scriverà il testo della lapide e sarà tra gli organizzatori della cerimonia d'inaugurazione. B. muore a Tolone a metà circa degli anni ’70. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: G. Patroni, Sarzana contro i fascisti. I fatti del 21 luglio dopo mezzo secolo, «Secolo xix», 22 lug. 1971; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze, 1976, ad indicem; A. Bianchi, Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia (1919-1930), Firenze, L. Olschki, 1981, p. 180; M. Rossi, “Avanti siam ribelli … Appunti per una storia del Movimento Anarchico nella Resistenza, Pisa 1985, pp. 47-51; P. Bianconi, Gli anarchici nella lotta contro il fascismo, Pistoia 1988, pp. 123-127; F. Biga, P. Conti, R. Paoletti (a cura di), I precursori per la lotta per la libertà nella Liguria contemporanea. Dizionario biografico dei perseguitati politici antifascisti liguri, Genova, 1994., ad nomen; G. Barroero, Anarchismo e Resistenza in Liguria e Appendice: per un dizionario biografico degli anarchici nell’antifascismo e nella Resistenza in Liguria (1920-1945), «Rivista storica dell’anarchismo», lug.-dic. 1998; E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922). Roma, Odradek, c2000, ad nomen. I. Sivori Carabelli, Testimoni del tempo e della storia, con la collaborazione di E. Banti, P. Meneghini, I. Carabelli e C. Isoppo, Sarzana, Tipografia Alpicella grafica e convegni, stampa 2005.

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