BISCARO, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BISCARO, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Treviso
Data di nascita
06/08/1903
Luogo di morte
Milano
Data di morte
30/10/1968

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Treviso il 6 agosto 1903 da Giulio e Barbara Mengazzi, operaio meccanico. Si avvicina agli ambienti anarchici fin dal 1918, quando le autorità lo segnalano come un assiduo frequentatore dei locali dell’USI di Milano. Nel 1920, dopo che con il fratello ha oramai familiarizzato con la corrente dei giovani individualisti milanesi, viene arrestato per presunta complicità nell’attentato all’hotel Cavour e rilasciato per insufficienza di prove. “Qualche idea di simpatia per il socialismo ce l’ho”, dirà in seguito in tribunale provocando l’ilarità del pubblico, “ma me ne occupavo come mi occupavo di sport, di boxe e di ciclismo”. La sua figura assume una qualche rilevanza in seguito ai fatti del teatro Diana, perché viene registrato fra i partecipanti alle note riunioni preparatrici tenutesi nell’officina di via Casale, e perché nella stessa sera dell’attentato si accompagna con A. Astolfi, il quale si renderà responsabile dell’esplosione avvenuta presso la centrale elettrica del Parco Sempione. B., implicato nel processo ad appena diciassette anni, è imputato di associazione a delinquere e attentato con materie esplodenti, e pur materialmente non responsabile, subisce la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione e a due anni di sorveglianza speciale. Liberato dal carcere di Spoleto, per amnistia, il 23 agosto 1924 è chiamato alle armi e dislocato a Udine. Smobilitato nell’autunno del 1925, viene assunto come meccanico nelle officine di G. Carini che, testimoniando al processo, aveva parlato di lui come di un “operaio laboriosissimo, tranquillo”. In un suo cenno biografico compilato nel 1926 la Prefettura di Milano informa che siccome “conserva le idee anarchiche”, viene “attentamente vigilato” per quanto “non consta che svolga attività politica di sorta”. Nel 1928, dopo l’attentato di piazzale Giulio Cesare, viene fermato per accertamenti e successivamente rilasciato. Verso la fine dello stesso anno impianta un piccolo laboratorio di elettromeccanica specializzato nella riparazione delle bilance automatiche. Dal 1936 al 1938, anno in cui ritornerà a Milano, è segnalato a Bizzozzero (va), dove lavora come meccanico aggiustatore ambulante. Scoppiata la guerra e chiamato alle armi il 23 marzo 1941, è assegnato al 78° rgt fanteria di stanza a Bergamo prima di essere inviato, il 10 gennaio 1942, in Russia. Da qui, ferito a un piede sarà rimpatriato col penultimo treno della Croce Rossa italiana poco prima dell’offensiva russa del 1942. In seguito al rimpatrio avvenuto per congelamento degli arti inferiori viene posto in licenza (19 lug.) e poi posto in congedo illimitato (19 nov.). Rimasto parzialmente invalido, muore a Milano il 30 ottobre 1968. (V. Mantovani)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: V. Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano 1979 (Pescara 2002), ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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