BINI, Lanciotto
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BINI, Lanciotto
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- 01/10/1897
- Luogo di morte
- Nizza
- Data di morte
- 10/05/1934
Attività e/o professione
- Qualifica
- Barbiere
- Qualifica
- Facchino
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 1° ottobre 1897 da Ernesto e Corinna Puccinelli, barbiere, facchino. “Simpatizzante anarchico”, già condannato per porto d’armi e oltraggio alle forze dell’ordine, emigra clandestinamente in Francia nel 1925 e si stabilisce a Marsiglia, dove viene condannato per un reato comune e colpito da decreto di espulsione. Rimasto illegalmente nella città focese, cade nelle maglie della polizia e si vede infliggere, il 23 maggio 1928, un mese di reclusione per “rottura di bando”. Scarcerato il 10 giugno, si allontana da Marsiglia “per destinazione ignota”, allarmando le autorità italiane, le quali, temendo che voglia rimpatriare per compiere un attentato, lo segnalano, il 12 luglio 1928, ai prefetti per l’arresto. In agosto, però, B. è di nuovo nella città portuale francese, dove frequenta gli anarchici livornesi residenti nel quartiere Endoume, e dove rimane negli anni seguenti in condizioni di semiclandestinità, celandosi dietro i nomi di “Alvaro Menicagli” e “Mario Morelli”. Il 15 marzo 1932 è oggetto di una circolare della ix brt regionale della polizia mobile di Marsiglia, che lo indica come anarchico pericoloso, più volte condannato per resistenza e ferite a pubblici ufficiali e infrazione del decreto di espulsione («Bulletin des expulsés» n. 612 p. 4) e ne chiede il fermo immediato. Qualche mese dopo B. è sospettato di aver preparato, il 14 giugno 1932, un attentato al rapido Parigi-Ventimiglia. Il 3 aprile 1933 la Prefettura labronica ricorda le simpatie di B. per l’anarchia e le condanne che ha subito, e ne descrive i tatuaggi corporei, uno dei quali raffigura una donna a mezzo busto, con un fiore. Quando la lettera viene spedita a Roma, B. si trova, da qualche tempo, a Barcellona, dove fa parte del gruppo anarchico “Germinal”, insieme a Virgilio Gozzoli, Vincenzo Capuana e Odoardo Ghillani, e dove viene arrestato il 28 aprile, nei locali del Sindacato unico libertario. Privo di carte di riconoscimento, sostiene dapprima di chiamarsi Francisco Pérez Ferrer, poi ammette di essere italiano e insiste per non essere portato alla frontiera portoghese, perché teme di essere estradato in Italia. Scortato a Port Bou il 24 maggio 1933, viene consegnato alla polizia francese e, due mesi dopo, è di nuovo a Marsiglia. Incluso fra i terroristi livornesi residenti all’estero, perché “farebbe parte di un gruppo di sovversivi capeggiati dal pericoloso anarchico Boccardi Ugo, organizzatosi in Francia per compiere attentati nel Regno”, B. si presenta, il 23 aprile 1934, all’ospedale di Nizza, con una ferita all’orecchio destro, provocata da un proiettile di rivoltella, e dichiara di essere Lanciotto Pini, rifiutandosi di “dare spiegazioni” circa la lesione. Le autorità accertano che è stato ferito durante un diverbio politico con il “comunista pericoloso” Angelo Ghielmi, detto “Parma”, e arrestano quest’ultimo. Dimesso dall’ospedale, B. muore a Nizza il 10 maggio 1934, per “sopravvenuta infezione”. (F. Bucci – G. Ciao Pointer)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, s. 13, b. 2; ivi, s. 13 A, b. 7, f. 39.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181