BINI, Eugenio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BINI, Eugenio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- La Spezia
- Data di nascita
- 24/07/1890
- Luogo di morte
- Bastia
- Data di morte
- 18/09/1936
Attività e/o professione
- Qualifica
- Avventizio semaforista
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce alla Spezia il 24 luglio 1890 da Amedeo e Anna Orlandi, avventizio semaforista. Licenziato dal faro dela Spezia nel 1919, in quanto anarchico, viene denunciato dopo lo scoppio di una bomba nella città. Assolto, si trasferisce a Livorno, dove prende intensamente parte alla vita della locale CdL sindacalista e si oppone a qualunque compromesso fra lavoro e capitale durante l’occupazione delle fabbriche. La polemica fra anarchici e socialisti è molto aspra e nei primi giorni del 1921 B. viene bastonato da un membro della CdL confederale, a sua volta malmenato dall’anarchico Umberto Ceccotti per rappresaglia. Il 30 gennaio 1921 B. accusa i dirigenti riformisti di aver tradito la classe operaia, poi viene arrestato per motivi politici e nel luglio 1921 è eletto vicesegretario della CdL sindacalista. Più volte aggredito dai fascisti, lascia l’incarico e nel 1923 emigra a Nizza, dove fa lo scaricatore fino al principio del 1925, quando si trasferisce a Bastia, trovando lavoro nell’autorimessa dei fratelli Agostani. Il 3 agosto 1925 prende il “postale” per Livorno, ma all’arrivo viene fermato, perché segnalato quale “pericoloso anarchico”. Tornato a Bastia, organizza, nel 1928, una manifestazione antifascista insieme a Luigi Subissi, Amos Salvadori e Manlio Croci, e nel 1931 mette in allarme i fascisti italiani per i suoi rapporti con Alfredo Leotta e altri oppositori residenti in Corsica. Diffonde i giornali e gli opuscoli libertari, che Bertoni gli spedisce da Ginevra, e fa opera di proselitismo fra i marinai italiani che arrivano in Corsica. Iscritto nella “Rubrica di frontiera” quale “anarchico da fermare”, viene incluso alla fine del 1932 nel «Bollettino delle ricerche». Nell’agosto del 1933 B. è membro del Comitato antifascista di Bastia, e viene inserito fra gli attentatori livornesi residenti all’estero, a causa delle sue relazioni con il “pericolosissimo” anarchico Ugo Boccardi. Il 1° ottobre 1933 partecipa a una riunione del “fronte unico antifascista” a Bastia e nel maggio 1934 ne promuove un’altra a Corte, insieme al massimalista Giuseppe Fusero. L’11 giugno 1935 il console fascista locale trasmette alle autorità centrali un’istanza dove B. “manifesta l’intenzione di ravvedersi, impegnandosi a non svolgere più nessuna attività sovversiva”, e chiede “di poter recarsi in Italia per breve visita”, dicendosi pronto a rispondere agli interrogatori. Le misure di arresto a suo carico vengono revocate e B. riceve il passaporto che non usa perché resta a Bastia, dove muore il 18 settembre 1936. (F. Bucci – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza 1921, b.114, f. 29; ivi, s. 13, b. 2.
Bibliografia: N. Badaloni, F. Pieroni Bortolotti, Movimento operaio e lotta politica a Livorno, 1900-1926, Roma 1977, pp.104, 125, 134.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181