BIENTINESI, Amerigo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BIENTINESI, Amerigo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Livorno
Data di nascita
30/10/1893

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Cecina (LI) il 30 ottobre 1893 da Giuseppe e Isola Calamai, operaio. Ha pochi mesi quando i genitori lo portano in America, dove rimane fino al 1914, allorché rimpatria, stabilendosi a Piombino, dove mostra simpatie socialiste e partecipa alle manifestazioni sovversive. Nel 1922 emigra illegalmente in Francia e fissa la residenza a Lione. Il 3 luglio 1928 il Consolato generale di quella città scrive al Ministero degli affari esteri che B. milita nel “partito anarchico” e il 31 luglio il prefetto di Livorno ne invia una foto alla Direzione di PS, per agevolarne il rintraccio e il fermo. Il 30 aprile 1930 il console di Lione informa le autorità centrali che B. “non dà luogo a rilievi” all’estero e frequenta raramente i compagni di idee, perché abita in una “località eccentrica”: sul suo conto, tuttavia, è “stata disposta […] la possibile fiduciaria vigilanza”. In settembre una spia fascista scrive che B. interviene assiduamente alle riunioni del Circolo “Sacco e Vanzetti” di Lione e che suo fratello Raffaello avrebbe ricevuto ad Argentière alcune cartucce di dinamite e dieci detonatori dall’anarchico piombinese Marino Ripoli. Il 21 ottobre 1930 la Questura di Livorno chiede l’inclusione di B. nel «Bollettino delle ricerche», poi, tra la fine del 1931 e il febbraio del 1932, i “fiduciari” dell’ovra fanno sapere che i gruppi anarchici italiani, operanti in Francia, lavorano alla preparazione di alcuni attentati contro i gerarchi fascisti e che B., Giulio Bacconi, Marino Ripoli, Socrate Franchi, Gemisto Vallesi e Domenico Zavattero figurano fra i militanti implicati nelle iniziative terroristiche. Il 16 marzo 1932 il console di Lione segnala B. quale pericoloso “anarchico di azione”. Nel febbraio 1933 B. viene espulso dalla Francia per la sua attività sovversiva e il 15 marzo è incluso dalla Prefettura di Livorno nella prima categoria dei nemici del regime: gli attentatori. Nelle settimane seguenti B. lascia la regione rodaniana e il 28 ottobre 1937 viene schedato dal prefetto labronico, che lo descrive come un uomo “di statura alta e dalla fronte larga, che suscita una certa impressione, perché veste generalmente di nero e porta un cappello a falde larghe”. L’8 luglio 1939 il capo della provincia chiede la conferma dell’iscrizione di B. nella “Rubrica di frontiera” per la misura di arresto e il 31 marzo 1942 ripete che l’anarchico è ancora all’estero. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci – A. Tozzi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Min. Int., S.13, b.2.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

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