BIANCO, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BIANCO, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Torino
Data di nascita
09/07/1875
Luogo di morte
New York
Data di morte
21/12/1920

Attività e/o professione

Qualifica
Panettiere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Torino il 9 luglio 1875 da Giovanni e Lucia Chiarle, panettiere. Ancora giovanissimo, si accosta agli ideali socialisti distinguendosi per il suo temperamento risoluto e volto all’azione. Membro della locale CdL, vi aderisce sino al 1891 quando, durante una riunione concernente la piattaforma programmatica dell’associazione, entra in collisione con alcuni compagni per aver “preso la parola e delineato l’ultima meta dell’anarchia, eccitando gli operai a manifestare la loro solidarietà in una dimostrazione da farsi quella sera stessa con propositi violenti”. Abbandonata la CdL, inizia a stringere intime relazioni con alcune delle maggiori figure dell’anarchismo torinese, che contribuiscono in maniera decisiva alla sua svolta comunista-libertaria. Valente propagandista e abile oratore, si mantiene in costante contatto epistolare anche con alcuni quadri attivi a Milano e con P. Gori, che frequenta assiduamente quando, nella primavera del 1894, l’avvocato-poeta si reca a Torino per assumere la difesa processuale di alcuni militanti accusati di associazione a delinquere. Schedato dalla questura di Torino come “pericoloso anarchico capace di istigare gli altri e a prendere lui stesso parte di tumulti e ribellioni”, viene mantenuto in stato di sorveglianza di polizia. Nell’aprile 1892, è tratto in arresto per misure di PS. Sottoposto a perquisizione domiciliare, gli si ritrovano esemplari di scritti di indole sovversiva e un piccolo manuale per la fabbricazione di ordigni esplosivi. Rilasciato, è inscritto in un elenco di anarchici da assegnare al domicilio coatto nell’eventualità di torbidi sociali. Nell’inverno del 1905, B. decide di lasciare Torino per recarsi a vivere all’estero. Direttosi a Genova, s’imbarca in qualità di marinaio sul piroscafo Italia e, la sera del 19 marzo, approda negli Stati Uniti. Dopo un breve periodo di permanenza a Boston, si stabilisce a New York dove trova lavoro in una panetteria della città. In prima linea in tutte le iniziative di lotta intraprese dal movimento operaio locale, viene segnalato dal console italiano quale “individuo che si associa ai peggiori elementi anarchici”. Negli anni del Primo dopoguerra, è colpito da una grave forma di cancro al fegato che lo costringe a interrompere drasticamente la propria attività politica. Muore a New York, il 21 dicembre 1920. (F. Giulietti)

Fonti

Fonte: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona

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