BETTI CARBONCINI, Silvio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BETTI CARBONCINI, Silvio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Calcinaia
Data di nascita
02/11/1872
Luogo di morte
Campiglia Marittima
Data di morte
03/11/1918

Attività e/o professione

Qualifica
Bracciante
Qualifica
Cavatore
Qualifica
Caffettiere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Calcinaia (PI) il 2 novembre 1872 da Egisto e Amabilia Lastrucci, bracciante, cavatore, caffettiere. Trasferitosi in epoca imprecisata a Campiglia Marittima (LI), abbraccia le idee anarchiche, insieme ai fratelli Giuseppe e Alberto. Nel settembre del 1897 viene arrestato “perché supposto responsabile di violenze e resistenza alle autorità di PS nei noti moti avvenuti a Campiglia a causa dello scioglimento della Congregazione di Carità”. Il 30 maggio 1898 è incarcerato per aver protestato contro lo stato d’assedio, ma il 23 giugno viene prosciolto dal Tribunale di guerra di Firenze per non provata reità. Il 23 agosto 1898 subisce la schedatura. Il “cenno biografico” – stilato dal prefetto di Pisa – recita che “è alto 1,68 m., ha corporatura snella e capelli scuri, fronte media e portamento spavaldo, viso ovale e espressione fisionomica arrogante”. Secondo il funzionario, riscuote “cattivissima fama nell’opinione pubblica”, è alquanto intelligente e ha prestato servizio nella Guardia di finanza per cinque anni; anarchico militante, lettore de «L’Agitazione» di Ancona e dell’«Avanti!» di Roma, prima della soppressione dei due giornali, ha “molta influenza nel partito, circoscritta al luogo di dimora”, e fa “estesa propaganda fra i lavoratori alle cave dove egli di tanto in tanto è occupato, e con gran profitto specialmente fra i giovani”; verso le Autorità tiene contegno “burbanzoso” e, in passato, ha preso parte a tutte le manifestazioni anarchiche e firmato appelli e manifesti: “Ultimamente sottoscrisse un proclama pubblicato nel giornale «L’Agitazione» nel quale si dichiara solidale agli anarchici d’Italia, pronto a farsi condannare per associazione a delinquere in quanto ché lotta per sostenere la causa degli anarchici”. Denunciato insieme ad altri 16 correligionari, dopo i disordini avvenuti nella cittadina mineraria il 24 ottobre 1904, B. gestisce, nel luglio 1909, il caffè Verdi, noto ritrovo di sovversivi, e professa idee sindacaliste rivoluzionarie, intervenendo alle iniziative proletarie, che hanno luogo a Campiglia, dove muore il 3 novembre 1918. (F. Bucci – A. Tozzi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona

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