BESUTTI, Arcibaldo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BESUTTI, Arcibaldo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Rovigo
Data di nascita
02/08/1887

Attività e/o professione

Qualifica
Manovale

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Rovigo il 2 agosto 1887 da padre ignoto ed Emma Besutti. Nell’aprile 1923 “lanarchico pregiudicato antimilitarista” lascia Adria, dove si era stabilito, per Nizza. Viene rintracciato due anni dopo, prima a Reims poi a Metz, città nella quale vive dall’ottobre al novembre 1923. Risiede poi a Pont à Mousson, esercitando la professione di manovale in un’impresa di confezioni. Si fa notare per la sua attiva propaganda antifascista, distribuendo giornali e manifesti. Espulso dalla Francia nel giugno del 1924, rientra in Italia attraverso il valico di Ventimiglia. Dal 1926 è nuovamente in Francia. Vive a Boulogne-sur-Seine lavorando come fuochista in uno stabilimento e facendosi chiamare “Angelo Baruffi”. Nello stesso anno si trasferisce a Bruxelles dove chiede al locale Consolato d’Italia il passaporto, che gli viene rifiutato anche perché risulta contravventore alla vigilanza di PS. Iscritto nella “Rubrica di Frontiera” al n. 558. Nel gennaio 1928 viene fermato a Bardonecchia mentre tenta di rientrare in Italia, sperando che ciò servisse a non fargli avere noie, è in possesso di libri fascisti, ma la cosa non gli evita di scontare un mese e 15 giorni di carcere a cui era stato condannato in contumacia (il 25 maggio 1923) per trasgressione alla vigilanza speciale, deve inoltre scontare ancora un biennio di ammonizione inflittogli dal Tribunale di Rovigo nel giugno 1915. A giugno viene nuovamente arrestato a Bologna per contravvenzione all’ammonizione e condannato a nove mesi di reclusione. L’anno successivo è ancora arrestato dai carabinieri di San Casciano Val di Pesa (FI). In quanto “antifascista pregiudicato e pericoloso”, gli vengono inflitti cinque anni di confino a Pantelleria. Durante il periodo trascorso nell’isola viene condannato a tre mesi e 15 giorni di arresto per contravvenzione alla carta di permanenza (mar. 1932) e ancora a quattro mesi per lo stesso reato, nell’ottobre 1933. Tra il 1935 e il 1936 vaga, alla ricerca di un’occupazione, da Bologna a Ferrara, da Ravenna a Padova a Vicenza, trascinandosi tra dormitori pubblici e case dei poveri. Nel maggio 1936 viene segnalato a San Remo come disoccupato e privo di mezzi, subendo un biennio di ammonizione. In novembre lavora come cameriere presso un caffè di Rovigo, con quattro giornate lavorative al mese, in un turno della durata di sei mesi. Lavoro che abbandona quasi subito, tanto da venire intercettato e fermato a Firenze con l’accusa di vagabondaggio e contravvenzione all’ammonizione. Condannato a quattro mesi di arresto. Al termine della pena subisce una nuova ammonizione per due anni. In seguito all’ennesimo fermo, avvenuto a Savignano sul Rubicone, nel luglio del 1937, sconta tre mesi e 15 giorni di arresto. Un anno dopo, la Questura rodigina segnala il suo allontanamento per ignota destinazione e il tentativo di varcare la frontiera. Viene arrestato a Alessandria. Nel maggio del 1940 risulta incluso nel contingente di cento operai inviati a Bolzano per lavoro. Viene rimpatriato con foglio di via dopo otto giorni. Nell’ottobre dell’anno successivo la Confederazione Fascista dell’Industria lo segnala come sobillatore di operai occupati in una fornace di Granzette (ro). Li avrebbe incitati a chiedere un premio di operosità mandando un esposto scritto al Ministero delle Corporazioni. Gli operai si rifiutano di accettare dal proprietario dell’azienda un assegno pari a 40 ore lavorate, chiedendone 120. Avendo il fatto assunto il carattere di “tacita protesta collettiva”, viene diffidato insieme a un compagno di lavoro. Nel settembre del 1942 viene rimpatriato coattivamente da Bolzano dove lavorava da tre mesi e mezzo allo stabilimento del Magnesio. Nuovamente arrestato nell’agosto 1943, a Rovigo, per misura di o.p.. S’ignorano data e luogo di morte. (V. Zaghi)

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Rovigo, Questura, Casellario Politico, b.17, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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