BERTONI, Corrado

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BERTONI, Corrado

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ostellato
Data di nascita
18/02/1883
Luogo di morte
Milano
Data di morte
26/05/1971

Attività e/o professione

Qualifica
Sarto
Qualifica
Verniciatore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Ostellato (FE) il 18 febbraio 1883 da Giorgio e Luigia Girelli, sarto, poi verniciatore, con istruzione elementare. Trasferitosi a Milano, frequenta l’ambiente anarchico e sindacalista rivoluzionario assumendo nel 1909 la gerenza del «Rompete le file!», che gli procura una incriminazione per apologia di regicidio, e del numero di saggio de «La Guerra sociale» (1° sett. 1910), organo del Fascio rivoluzionario milanese. Nel luglio 1911 viene arrestato in piazza del Duomo durante una dimostrazione di protesta per la detenzione di Maria Rygier e nell’agosto seguente in un cinema per grida sediziose, che gli costano 60 giorni di carcere. Aderente al Fascio Libertario milanese, costituito nell’ottobre 1912, nel 1913 diventa gerente de «L’Avanguardia», organo dell’usm, a riprova dei suoi stretti rapporti con le organizzazioni sindacaliste rivoluzionarie. Arrestato per misure di PS durante lo sciopero metallurgico milanese del maggio 1913, viene rimpatriato a Ostellato, ma rientra poco dopo a Milano. Molto vicino a Corridoni e alla leadership dell’usm, rompe tuttavia con il gruppo interventista, firma come responsabile il settimanale “antimilitarista, antipatriottico, antiguerrafondaio” «Coerenza» (25 feb.-6 mag. 1915), fondato da Pulvio Zocchi, e partecipa alle manifestazioni del maggio 1915 contro la guerra. Richiamato alla armi nella 3a Compagnia di sanità a Milano, viene posto in congedo illimitato nell’aprile 1919 e riprende il suo lavoro di verniciatore. Agli inizi del 1920 si trasferisce a Brescia per ricoprire provvisoriamente la carica di segretario politico della locale CdL sindacale, aderente all’USI, ma ritorna nel giugno a Milano, in seguito a una recrudescenza della tisi contratta durante la guerra. Dopo la strage del teatro Diana viene arrestato, ma rimesso poco dopo in libertà. Considerato un “fervente sindacalista”, è membro del Comitato Esecutivo della sezione milanese dell’USI. Dall’ottobre 1923 mantiene “regolare condotta”, anche se non pare aver mutato orientamento politico. Nel 1935 viene radiato dallo schedario dei sovversivi. Nel secondo dopoguerra è ancora legato alle idee anarchiche. Muore a Milano il 26 maggio 1971. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomenLutti nostri, «Umanità nova», 19 giu. 1971.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

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