BERTINI, Rinaldo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BERTINI, Rinaldo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Massa Marittima
- Data di nascita
- 20/07/1892
- Luogo di morte
- Cecina
- Data di morte
- 10/12/1961
Attività e/o professione
- Qualifica
- Sbozzatore di pipe
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Massa Marittima (GR) il 20 luglio 1892 da Angelo e Isola Annunziata Dei, sbozzatore di pipe. Privo di tre dita della mano destra, amputategli dalla sega in un incidente sul lavoro, si forma, attraverso la lettura di libri e opuscoli sovversivi, una buona cultura politica, che gli permette di collaborare ai giornali del movimento libertario. Membro del Circolo operaio ricreativo di San Vincenzo – sciolto dalla Prefettura di Pisa nel 1915, perché “covo di libertari” – partecipa, in seguito, alla fondazione del Circolo anticlericale “Francisco Ferrer” e raccoglie le sottoscrizioni per il Comitato pro carcerati di Roma. È un discreto propagandista e un diffusore instancabile de «L’Avvenire anarchico» di Pisa, per il quale scrive anche un articolo – sul numero del 4 agosto 1916 – contro l’intervento italiano in guerra. Nel 1917, insieme al fratello Attutillo, cerca di riorganizzare gli anarchici di San Vincenzo, ma viene diffidato, e poi confinato, come “anarchico pericoloso”, a Sassetta, da dove, in luglio invia una sottoscrizione al segretario del caia, T. Monticelli, per consentire ad alcuni compagni italiani di intervenire al convegno di Stoccolma, e il 23 febbraio 1918 scrive un breve articolo in merito alla commemorazione di Giordano Bruno a San Vincenzo. Il 27 luglio viene schedato dalla Prefettura di Pisa, la quale ne segnala il disprezzo per le autorità e le capacità di organizzatore di convegni e conferenze libertarie. Tornato a San Vincenzo dopo la conclusione del conflitto, B. sostiene «L’Avvenire anarchico» e «Il Martello» con le sue oblazioni, poi, alla fine del 1920, si trasferisce a Villa S. Giovanni, dove presta la sua opera in una fabbrica di pipe della Wassas fino all’estate del ’26, quando torna in Toscana, perché è stato assunto dalla ditta C. Catanei di Cecina. Le autorità, per altro, non lo perdono di vista e il 21 agosto la sua abitazione viene perquisita “infruttuosamente”; sempre vigilato, nel 1937, lavora nella fabbrica di sbozzi di radica, che la Wassmuth possiede a Cecina. Negli anni successivi, B. non mostra segni di ravvedimento e resta ostile al fascismo fino alla caduta di Mussolini, riprendendo il suo posto nel movimento anarchico, dopo la guerra. Muore a Cecina il 10 dicembre 1961. (M. Lenzerini – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Sitografia: Radiomaremmarossa
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
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