BERNASCONI, Emilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BERNASCONI, Emilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Vercelli
Data di nascita
25/01/1901

Attività e/o professione

Qualifica
Barbiere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Vercelli il 25 gennaio 1901 da Antonio e Carolina Giordano, barbiere. Emigrato a Torino negli anni della prima adolescenza, inizia a lavorare presso il fratello che esercisce una bottega di barbiere. Temperamento irruente e spirito ribelle, prende parte appena sedicenne ai moti popolari contro il carovita e la guerra scoppiati nel capoluogo piemontese nell’agosto del 1917. Nel 1920, viene arrestato mentre si appresta a compiere una rapina a mano armata. Denunciato alla locale Corte d’assise, gli è inferta una condanna a 10 anni e otto mesi di reclusione, più due di vigilanza speciale, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tradotto allo stabilimento penale di Pianosa, il 29 aprile 1928 viene dimesso in seguito a indulto. Al suo rientro a Torino, si adopera subito per riallacciare i contatti con i quadri presenti in città predisponendo alcune importanti iniziative di lotta antifascista. Attivo nella diffusione delle testate anarchiche inviategli dalla Francia dai militanti fuorusciti, nella raccolta di fondi pro‑vittime politiche e nell’organizzazione di espatri clandestini, s’incarica anche di fornire informazioni sullo stato d’animo delle masse operaie e della popolazione a Cesare Sobrito, corrispondente da Torino, sotto lo pseudonimo di “Germinal”, delle testate libertarie «Il Risveglio anarchico» di Ginevra, e «L’Adunata dei Refrattari» di New York. Talvolta, inoltre, il retrobottega del suo salone di barbiere diviene luogo di riunioni clandestine delle cellule rionali. Individuato nell’estate del 1930 quale membro del gruppo anarchico “Barriera di Nizza”, viene schedato come “una delle figure più salienti del movimento anarchico torinese”. Nel profilo biografico inviato al Ministero dell’Interno, il questore di Torino lo definisce “elemento veramente pericoloso e meritevole di particolari provvedimenti di rigore, per le sue tenaci convinzioni politiche, per la sua animosità ed odio nutrito contro il regime e per la sua capacità di commettere azioni violente ed inconsulte, qualora l’occasione gli fosse favorevole”. Arrestato nel febbraio 1931, viene denunciato alla Commissione Provinciale per l’assegnazione al Confino che lo sottopone ai vincoli dell’ammonizione. Pochi mesi più tardi, si procede anche alla sua iscrizione nel quinto elenco delle persone da arrestarsi in determinate contingenze. A partire da questo momento, pur mantenendosi fedele agli ideali libertari, B. riduce drasticamente la propria attività antifascista sino ad abbandonare definitivamente la militanza negli anni a ridosso della Seconda Guerra mondiale. Nel giugno 1942 inoltra persino un’esplicita richiesta a Mussolini per essere derubricato dalla categoria delle persone da arrestarsi in determinate contingenze; ma l’istanza viene respinta “in considerazione dei pessimi precedenti politici e del fatto che non ha dato prove concrete di ravvedimento”. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Giulietti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza, 1930‑31, b. 400, f. KlA/Mov. An., aapp (to).

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona

città