BENZI, Gaetano
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BENZI, Gaetano
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Carpi
- Data di nascita
- 31/01/1848
- Luogo di morte
- Bologna
- Data di morte
- 15/05/1910
Attività e/o professione
- Qualifica
- Impiegato
- Qualifica
- Commesso viaggiatore
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Carpi (MO) il 31 gennaio 1848 da Desiderio e Luigia Morandi, impiegato e commesso viaggiatore. Attratto dagli ideali repubblicani e dal mito di Garibaldi, nel 1867 è a Mentana con i volontari che tentano di arrivare a Roma per porre fine al potere temporale del Papato. Rientrato a Modena dopo l’insuccesso dell’iniziativa, diventa segretario della locale Società dei Reduci dalle Patrie Battaglie. Accusato di aver sottratto denaro alle casse della Società, si dichiara innocente e sfida a duello il suo principale accusatore, episodio questo che, nel 1886, gli procura una condanna per ferimento volontario. Poiché attorno alla sua innocenza restano molti dubbi, nel 1888, lascia Modena e si trasferisce a Bologna dove apre un caffè; qui stringe inizialmente amicizia coi socialisti e collabora al giornale «L’Amico del popolo», subendo alcune condanne per i suoi scritti. Passato nelle file del movimento anarchico, si lega in stretta amicizia con Amilcare Cipriani che ospita nei suoi soggiorni bolognesi. Nel 1892, dopo un altro processo per rissa che lo vede assolto, B. passa a Faenza dove trova lavoro come impiegato delle ferrovie. Licenziato per il suo carattere turbolento, inizia una attività di commesso viaggiatore per una casa di liquori torinese; questo lavoro consente spostamenti continui e B. ne approfitta per stringere amicizia con anarchici e socialisti in campo nazionale. Nello stesso anno si reca in Grecia quale gerente della Società cooperativa dei braccianti romagnoli. Nel 1893, rientrato a Bologna, viene nominato segretario della CdL da poco costituitasi. A Bologna è tra gli organizzatori del Fascio dei lavoratori, sorto con l’impegno dichiarato di solidarietà nei confronti dei lavoratori siciliani in lotta; all’iniziativa non è estranea l’amicizia che lo lega a Giuseppe De Felice Giuffrida, animatore del movimento dei Fasci siciliani. Il Fascio bolognese ha vita breve: il 9 gennaio 1894 viene sciolto e B., il 4 febbraio successivo, è arrestato a Palermo dove è accorso in occasione delle agitazioni dei Fasci. Al momento dell’arresto B. si definisce socialista-indipendente e anarchico. In conseguenza dell’arresto viene sostituito nella carica di segretario della CdL bolognese da Romeo Mingozzi. Processato B. viene condannato a due anni di detenzione e a due di sorveglianza, pena che è ridotta a tre mesi di carcere e a un anno e sei mesi di domicilio coatto prima a Porto d’Ercole, poi a Lipari. Ottenuta la libertà nel 1896, viene chiamato alla carica di segretario della Federazione delle CdL italiane (la cui sede era stata trasferita a Bologna), ruolo che tiene per un anno e dal quale deve dimettersi di fronte alle critiche mossegli in occasione del ii Congresso della Federazione per non essersi espresso in maniera incisiva in situazioni importanti quali la chiusura della CdL di Livorno, e per irregolarità di gestione. È dello stesso anno una lettere inviata a Napoleone Brambilla, dirigente della CdL di Napoli, in cui B. chiaramente esprime il suo pensiero circa il ruolo e i compiti degli istituti camerali: “le Camere del lavoro sono le assisi del lavoratore, difendono e tutelano l’operaio, tengono alta la fede dell’avvenire, preparano il proletariato e lo avviano alla sua emancipazione, educano e formano la moralità, l’onestà”. Da questo momento poco si sa della sua attività politico-sindacale; solo nel 1903 ritorna agli onori della cronaca per un’aspra contesa con Mingozzi, in quel momento segretario della CdL di Bologna e, a sua volta, accusato di malversazioni amministrative: le accuse più pesanti, ripetutamente riprese dal giornale «La Parola proletaria» di Mirandola, vengono rivolte da B., che in tal modo intende rispondere a chi in passato lo aveva, a sua volta, accusato di comportamenti analoghi. Muore a Bologna il 15 maggio 1910. (F. Tarozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio dello Stato - Bologna, Gabinetto di Prefettura, Registro degli affiliati ai partiti sovversivi, [1895-96], ad nomen; Archivio dello Stato - Napoli, Gabinetto di Questura, busta 182, f. Napoleone Brambilla.
Bibliografia: Scritti di B.: «La Camera del Lavoro e Romeo Mingozzi», Bologna, numero unico, 10 nov. 1903; «La risposta di Gaetano Benzi a Romeo Mingozzi», Bologna, numero unico, 8 dic. 1903. Scritti su B.: L. Arbizzani, La Camera del lavoro di Bologna. Origini e primi anni di vita (1889-1900), «Movimento operaio e socialista», n. 3-4, 1962; F. Tarozzi, Dal progetto alla realizzazione: i primi anni di vita e Tra riformismo e capitalismo: il primo decennio del xx secolo, in L. Arbizzani et al., Il sindacato nel bolognese. Le Camere del lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, Roma 1988.
Sitografia: Archivio biografico del movimento operaio
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