BENVENUTI, Gregorio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BENVENUTI, Gregorio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Firenze
Data di nascita
11/03/1893
Luogo di morte
Firenze
Data di morte
28/01/1918

Attività e/o professione

Qualifica
Parrucchiere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Firenze, l’11 marzo 1893, da Ida Benvenuti e padre ignoto, parrucchiere. Iscritto, secondo le fonti di polizia, al “partito sindacalista rivoluzionario”, viene arrestato la sera del 5 ottobre del 1911, per aver fischiato, insieme al sarto Vittorio Bizzarri, il corteo che accompagnava alla stazione le truppe in partenza per la Libia. È di questi anni il suo passaggio all’anarchismo: nel 1912 è segnalata la sua corrispondenza con altri sovversivi “del Regno”, e l’anno seguente risulta parte del Comitato promosso dall’Associazione razionalista “Francisco Ferrer” di Firenze per la raccolta di fondi a favore della stampa anarchica, firmandone la circolare inviata in tutta la provincia. È poi nominato, nel gennaio del 1913, segretario di quella associazione; contemporaneamente risulta far parte del Comitato di agitazione pro-vittime politiche e, di lì a poco, iscritto alla Unione Anarchica di Firenze, costituita il 21 settembre di quell’anno. Il 4 dicembre del 1914, costituendosi presso la CdL, a opera di 200 tra anarchici e socialisti un Comitato contro la guerra e contro le dimostrazioni dei nazionalisti, ne fa parte, con Enzo Fantozzi, Alfredo Billi, Mario Garuglieri, Vittorio Centanin. Il 18 febbraio del 1915, partecipa a un’importante riunione a Firenze, dedicata alla possibile rivoluzione per prevenire la mobilitazione dell’esercito, al reperimento delle armi necessarie, alle direttive date da Malatesta in tal senso, progettando il sequestro delle autorità civili e militari come prima mossa dell’azione. Spettava proprio a lui, con Narciso Bartolozzi, condurre l’azione a Firenze. Arrestato preventivamente, il 25 maggio, con l’accusa di aver partecipato alle manifestazioni in occasione della partenza del 127° rgt di fanteria, è rilasciato a mobilitazione conclusa il 16 giugno. Contribuisce una decina di giorni dopo, in seguito al Convegno anarchico di Firenze del 27 giugno, alla fondazione del Fascio Operaio Rivoluzionario, del cui direttivo entra a far parte, assumendo la direzione del settimanale «Civiltà», pubblicato in quella città. È poi condannato a tre mesi di reclusione, il 2 dicembre del 1915. Nel convegno segreto di Firenze del giugno 1916, fondamentale perché da vita all’organizzazione nazionale aperta a tutte le correnti, e mira all’azione diretta contro la guerra, è designato, con Fabbri e Molinari, ad affiancare Monticelli, Binazzi e Mazzoni, nel Comitato Anarchico d’Azione Internazionalista Anarchica, organismo clandestino parallelo a quello ufficiale. Il 4 agosto del 1916 è nominato segretario del Fascio Operaio Rivoluzionario di Firenze, in sostituzione di Alfredo Billi, richiamato alle armi, e pochi giorni dopo contribuisce a organizzare l’azione in difesa di Carlo Tresca, a rischio di condanna a morte in America, sfociata poi in comizi tenuti simultaneamente in diverse parti d’Italia. Ai primi dell’anno successivo prende parte a un incontro su un progetto di Convegno nazionale di rappresentanti dei partiti contrari alla guerra. Trasferitosi a Piacenza il 27 marzo del 1917, per assumere la Segreteria della locale CdL, nonostante soffrisse di epilessia, funge anche da amministratore e redattore del quindicinale «Guerra di Classe», organo dell’USI, con sede a Bologna. A Piacenza guida subito, ad aprile, la lotta dei lavoratori delle Officine del Gas per i salari e gli aumenti contrattuali. Continuando la battaglia contro la guerra, fa parte, nel maggio del 1917, insieme agli anarchici Vittorio Centanin, Ferdinando Puzzoli, Fosco Posani, e ai sindacalisti rivoluzionari Alberto Della Lunga e Vincenzo Verni, dell’ufficio di corrispondenza costituito a Firenze per i giornali libertari «L’Avvenire anarchico» di Pisa e «Il Libertario» di La Spezia. Opera anche a Bologna, chiamato dagli anarchici di quella città per promuovere un’agitazione contro la guerra. Nonostante la sua assenza, è ritenuto responsabile dell’analoga azione condotta a Piacenza, città compresa nella “linea di guerra”, cosa che gli costa l’allontanamento su richiesta dei comandi militari. Analogamente, e sempre su richiesta dell’Autorità militare di Piacenza, viene disposto il suo allontanamento anche dalla provincia di Cremona. Tornato a Firenze, dove subentra il 5 novembre al dimissionario Fosco Posani nel Comitato dell’UAF, viene disposto il suo arresto per scontare cinque mesi di reclusione ma B. muore il 28 gennaio del 1918. (F. Bertini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

​Bibliografia: G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 1999, ad indicem

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Ida Benvenuti

Collezione

Persona

città