BENIFEI, Rito
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BENIFEI, Rito
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Campiglia Marittima
- Data di nascita
- 29/07/1894
Attività e/o professione
- Qualifica
- Muratore
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Campiglia Marittima (LI) il 29 luglio 1894 da Garibaldi e Maria Mariani, muratore. Lavoratore assiduo, professa con convinzione le teorie antimilitariste e diffonde la stampa libertaria. Legato a Coriolano Sbrana, un sovversivo, che, nel 1915, percorre la Maremma, “col proposito di suscitare la rivolta nel caso di un’eventuale dichiarazione di guerra” all’Austria, viene denunciato dopo l’attentato dinamitardo, compiuto da ignoti, il 6 maggio 1915, contro il treno Campiglia-Piombino, “in occasione dello sciopero generale proclamato in segno di protesta per il richiamo alle armi di nuove classi”. In casa gli vengono sequestrati gli appunti per un discorso, con il quale intendeva incitare gli operai a arruolarsi per sparare agli ufficiali. Incarcerato dal 6 giugno al 10 luglio 1915 per motivi di PS, viene schedato il 27 luglio 1915 dalla Prefettura di Pisa, che ne sottolinea l’atteggiamento sprezzante verso le autorità e il “carattere mite, ma cupo e cogitabondo”. Chiamato alle armi il 9 agosto 1915, è destinato al distretto militare di Livorno e segnalato alle autorità civili e militari per una adeguata sorveglianza. Il 23 settembre 1917 viene arrestato alla Venturina, insieme a 19 compagni di fede, durante un convegno anarchico clandestino, e denunciato. Rinchiuso nel Mastio di Volterra, viene rilasciato dopo l’emissione, il 25 ottobre 1917, di un’ordinanza, con la quale il giudice istruttore presso il Tribunale di Volterra proscioglie tutti gli imputati. Detenuto dal 28 gennaio al 4 febbraio 1922, con l’accusa di aver favorito l’evasione di due sovversivi dal carcere di Campiglia, beneficia, il 9 marzo, dell’amnistia per la contravvenzione, contestatagli per i fatti del 23 settembre 1917, e il 5 maggio 1922 viene condannato a tre mesi di reclusione dal Tribunale di Volterra per la complicità nell’evasione (sentenza confermata dalla Corte di appello di Lucca il 7 ottobre 1922). Nel maggio 1923 lascia l’Italia e si stabilisce a Marsiglia. Iscritto nella “Rubrica di frontiera” per le misure di perquisizione e segnalazione, nel 1927 abita a Douvrin, dove tiene una “condotta regolare”, astenendosi da ogni attività sovversiva. Nel 1932 risiede a Haisnes-la-Bassée (Pas-de-Calais), non si interessa attivamente di politica. Nel 1939 viene cancellato dalla “Rubrica di frontiera”, perché non è più considerato pericoloso, e nel 1942 vive ancora in Francia. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci – G. Piermaria – A. Tozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Tribunale speciale, b. 406, fasc. 3939, xvi; L’amico del popolo [Rinaldo Bertini]. Da Sassetta. Alle famiglie dei caduti della Venturina, «L’Avvenire anarchico», 12 ott. 1917; Ursus, Da Volterra. La scarcerazione dei compagni arrestati alla Venturina, «L’Avvenire anarchico», 2 nov. 1917; E. Pozzi, Impressioni e ricordi della licenza estiva, «Il Martello», 24 ago. 1918.
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- 181