BENDANTI, Celso

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BENDANTI, Celso

Date di esistenza

Luogo di nascita
Mordano
Data di nascita
15/06/1902
Data di morte
09/1983

Attività e/o professione

Qualifica
Contadino
Qualifica
Minatore
Qualifica
Operaio edile
Qualifica
Ferraiolo
Qualifica
Cuoco

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Mordano (BO) il 15 giugno 1902 da Giovanni ed Eugenia Galassi. Ottiene la licenza elementare e nella sua lunga vita esercita vari mestieri, quali il contadino, il minatore, l’operaio edile, il ferraiolo, il cuoco ecc. Entra nel movimento anarchico, segnalandosi ben presto per l’arditezza di carattere. Nel 1920, all’inaugurazione del monumento ad Andrea Costa a Bagnara di Lugo, una squadra di carabinieri, mascherata fra la folla, cerca di impedire la ricorrenza. B. partecipa attivamente alla furibonda sparatoria che ne segue, nel corso della quale viene ucciso, al suo fianco, l’amico e compagno anarchico Leo Bianconcini. Perquisito più volte (nel corso di una perquisizione gli viene sequestrato Il Programma Anarchico di Malatesta edito dalla uai) e segnalato all’autorità, nel 1923, per sottrarsi alle pesanti attenzioni di fascisti e autorità, si vede costretto a espatriare. Dopo sette anni di peregrinazioni fra Francia e Belgio – dapprima si reca nella Cote d’Or e a Reims, dove si impiega come muratore, poi in Belgio, nelle miniere di Gosseliers e a Tramines e di nuovo in Francia a Charleroy e a St.-Quentin – nel 1930 si trasferisce a Bruxelles, città in cui risiederà definitivamente e nella quale conosce Madeleine Dhyne, che gli resterà accanto tutta la vita. Costantemente segnalato dalle autorità italiane per il suo continuo “manifestare sentimenti ostili al regime”, nel 1930 riesce a ottenere il passaporto e l’anno successivo si reca a Barcellona in cerca di lavoro, insieme all’anarchico imolese Ugo Guadagnini. Dopo un mese, però, entrambi rientrano a Bruxelles. Anche se fino all’espatrio non sono segnalati veri e propri precedenti a suo carico, è comunque descritto dalla polizia italiana come “capace di azioni delittuose” e pronto a entrare in azione anche con atti terroristici. Nella capitale belga partecipa attivamente alle iniziative della folta comunità anarchica italiana assieme, tra gli altri, a Mario Mantovani, Adelino Paini, Eugenio Nastini, Giuseppe Bifolchi e Vittorio Cantarelli. Nel 1932 è in corrispondenza con anarchici della Francia e del Nord America ed è incaricato di diffondere materiale di propaganda soprattutto nella regione di Charleroy. Nel 1935 viene segnalato fra i probabili attentatori al ministro Bottai, in visita a Bruxelles al Padiglione italiano dell’Esposizione internazionale. Sempre presente alle iniziative antifasciste (nel 1935 partecipa a una riunione contro l’impresa etiopica alla quale intervengono alcuni socialisti come l’on. Dino Rondani, gli anarchici Cantarelli, Paini, Pietro Bianconi, Ugo Guadagnini, Paini e Agostino Barison, comunisti e trockisti), allo scoppio della rivoluzione spagnola tutta la sua attività si concentra sul reperimento di fondi, in qualsiasi modo, per favorire l’arruolamento dei volontari anarchici in Spagna. È in quello stesso mese che l’anarchico Enrico Ercolani di Lugo, che poi combatterà nelle milizie anarchiche, dispone, secondo alcune segnalazioni, di ingenti somme derivanti da un grosso furto. Quando Ercolani sarà arrestato perché sospettato di preparare un colpo assieme a B. ai danni del segretario del re del Belgio, è lo stesso imolese che si mobilita per la sua difesa. Costantemente impegnato a fianco dei combattenti rivoluzionari nella Spagna antifascista, è fra i promotori, con Cantarelli e Mantovani, delle tante iniziative organizzate a Bruxelles “pro Spagna rossa”. Conferenze, veglie, incontri, ai quali accorrono oscuri militanti e nomi fra i più famosi dell’anarchismo internazionale, quali Hem Day e Leo Campion. Nel 1938 informatori belgi ne segnalano falsamente il rientro in Italia, con tali Aldo Rossi e Carlo Lelli, allo scopo di attentare a Mussolini. Nel 1939 a Bruxelles si forma un gruppo anarchico di lingua italiana, di cui fa parte B. che il 4 marzo tiene la sua prima riunione per organizzare l’espatrio in America degli anarchici reduci dalla Spagna. In un interrogatorio di fronte alle autorità italiane, nel 1940, Luigia Prizzon, compagna di Guadagnini, dichiara che B. si occupava dell’arruolamento dei volontari per la Spagna e disponeva sempre di somme molto superiori alle sue possibilità. In seguito all’occupazione nazista del Belgio, l’11 settembre 1940 viene arrestato a Bruxelles dalla polizia tedesca e il 14 novembre viene consegnato alla polizia di frontiera italiana. Nell’interrogatorio tenutosi nelle carceri bolognesi, ammette di avere conosciuto e frequentato sia l’anarchico imolese Michele Casadio che Ercolani, entrambi sospettati di avere compiuto numerosi furti in Belgio. Alla fine dell’interrogatorio viene proposto per il confino e dopo un breve periodo di carcere, nel gennaio del 1941 è inviato a Ventotene con una condanna a cinque anni. Alla caduta del fascismo, dopo il 25 luglio, lo si trova nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari (AR) e al suo rientro a Imola affianca i compagni locali nella lotta contro i nazifascisti. Arrestato nuovamente per alcuni giorni agli inizi del 1944, dopo la Liberazione partecipa alla intensa attività politica del gruppo anarchico imolese, ma nel 1947 rientra in Belgio dove, con Cantarelli, concorre alla ricostituzione del gruppo anarchico italiano. Fino alla fine dei suoi giorni, nel settembre del 1983, rimarrà in contatto con il movimento anarchico, l’adesione al quale, dagli anni Venti, rimane la costante della sua vita. (T. Marabini – M. Ortalli)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (Bo), Fondo Anarchici Imolesi; La Reazione nel Circondario, «Sorgiamo!», Imola, 25 mar. 1922; Gruppo Anarchico E. Malatesta di Imola, Lutti nostri, Celso Bendanti, «Umanità nova», 9 ott. 1983.

Bibliografia: N. Galassi, Imola dal fascismo alla liberazione 1930-1945, Imola, 1995.

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