BELLUCCO, Attilio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BELLUCCO, Attilio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Rovigo
- Data di nascita
- 25/03/1893
Attività e/o professione
- Qualifica
- Calzolaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Rovigo il 25 marzo 1893 da Antonio e Angela Raspante, calzolaio. Nel 1916 trova occupazione presso lo stabilimento Valsecchi e Malagoli di Milano, dove manifesta “sentimenti contrari alla guerra”: licenziato, viene incorporato nel rgt artiglieria a cavallo. A Milano, risiede presso il segretario sezionale della CdL meneghina, Zanini. “Appartenente a famiglia di sovversivi ha sempre professato idee anarchiche e continua a mantenerle dimostrandosi irriducibile avversario del Regime”: così lo raffigura il cenno biografico stilato dalla Prefettura di Rovigo nel 1931. Ritornato nella città veneta, nel 1930 è segnalato per l’assidua frequentazione con gli anarchici rodigini Costante Ipernoni e Agostino Quacchio, con i quali scambia frequentemente opuscoli. È questo il motivo che induce la polizia alla perquisizione del domicilio di B., che frutta il sequestro di copioso materiale di segreteria e carteggio vario della locale CdL: la documentazione appartiene al fratello Bruno, ex impiegato della disciolta struttura sindacale. I carabinieri di Rovigo suggeriscono al questore l’adozione di provvedimenti di polizia nei confronti di B., in quanto “risulta avere sempre apertamente professato idee anarchiche […] elemento pericoloso, capace di operare contro la sicurezza dello Stato ed irriducibilmente avverso alle Istituzioni”. Con questa referenza, il 19 febbraio 1931 B. è assegnato al confino a Cerzeto (cs) per cinque anni, successivamente ridotti a uno in appello. Rientrato dal confino, il 10 febbraio 1932 si stabilisce a Padova – presso la madre e il fratello Enrico – esercitando il mestiere di calzolaio. Nel 1938 è occupato nello stabilimento patavino della Viscosa. Viene costantemente sorvegliato dalla Questura fino al 1943, senza dare luogo a rilievi. Una informativa del 1950 attesta che “professa idee socialcomuniste ma non anarchiche” e che risulta iscritto “al partito socialista nenniano”. Nel 1956 si trasferisce con la famiglia a Roma. S’ignorano data e luogo di morte. (V. Tomasin)
Fonti
- Fonti: Archivio dello Stato - Rovigo, Questura, Casellario politico, b. 16, ad nomen.
Bibliografia: A. Dal Pont – S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181