BELLONI, Ersilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BELLONI, Ersilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
10 Luglio 1902
Data di morte
19 Luglio 1978

Attività e/o professione

Qualifica
Meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 10 luglio 1902 da Carlo e Maria Dovera, meccanico. B. viene descritto dalla nota biografica della Prefettura di Milano del 3 novembre 1926 come persona di “discreta intelligenza e coltura avendo frequentato la 5a classe elementare”, che “riesce ad avere influenza sui compagni di fede e sui giovani operai che avvicina e che già tendono al sovversivismo”. “Fin da giovanissimo frequent[a] la compagnia di comunisti” e nell’aprile del 1922 si trova segnalato come aderente a una squadra di Arditi del popolo. Coinvolto in diversi scontri con i fascisti viene accusato della morte di uno di questi, certo Ugo Pepe, ma successivamente è prosciolto da ogni accusa.

Nel 1924 continua a essere iscritto al PCdI nella cellula Gadda dello stabilimento Caproni di Taliedo. È in questo periodo che con molta probabilità si avvicina all’anarchismo tramite la conoscenza dell’anarchico bergamasco Gaetano Ghirardi. Il 4 aprile 1926 subisce una denuncia per “istigazione all’odio di classe” e un arresto per la diffusione non autorizzata di manifestini dell’UAI, la notizia viene riportata anche dal periodico libertario romano «Fede!» del 16 maggio. L’inchiesta appura che B. insieme all’anarchico Gerardo Landi si è occupato della spedizione di diversi pacchi di volantini anarchici in altre città.

B. nel gennaio del 1927 espatria clandestinamente raggiungendo, attraverso la Svizzera, la Francia, il Lussemburgo da dove viene espulso nel maggio del medesimo anno. Il suo nome è inserito in un lungo elenco di indirizzi di anarchici appartenuto a Berneri di cui la polizia riesce a entrare in possesso tramite il solito fiduciario nel giugno del 1928. In questi anni il suo nome viene inserito nella “Rubrica di frontiera” e nell’avviso di informazioni come “pericoloso anarchico: da perquisire, vigilare e segnalare” nel supplemento al n. 303 del «Bollettino delle ricerche» del 30 dicembre 1930. In Francia B. prende contatti con diversi fuorusciti tra i quali, come lui stesso poi dichiarerà agli inquirenti romani, Berneri, Ustori, Bibbi, Rosselli, Pacciardi; al contempo collabora all’uscita del periodico «Lotta anarchica».

Il coinvolgimento di B. e altri militanti anarchici e repubblicani in un progetto di attentato a Mussolini parte da un’inchiesta avviata dai servizi di informazione che segnalano al Ministero dell’Interno nel gennaio 1931 la presenza di un emissario di GL a Roma. Si tratta di Pietro Meloni, schedato come repubblicano, che viene trovato in possesso di alcuni documenti e oggetti per l’attività clandestina e che durante un interrogatorio rivela di aver incontrato Lussu, Rosselli e Bibbi a Parigi con i quali avrebbe ideato un’azione di propaganda clandestina in Italia consistente nell’introduzione di opuscoli di GL e l’istallazione di una tipografia. Subito dopo il primo interrogatorio la polizia è già sulle tracce di B., che nel frattempo è entrato clandestinamente in Italia attraverso la Svizzera con l’aiuto di Pacciardi.

B. viene arrestato il 6 febbraio a Roma e al momento del fermo gli viene trovato addosso e sequestrato un revolver Browing. Esattamente tre giorni prima è stato arrestato anche Schirru, l’anarchico sardo, pure lui a Roma con l’intenzione di compiere un attentato contro Mussolini. La rete è ormai scoperta e poco dopo, il 2 marzo, cade nelle mani della polizia anche il repubblicano Luigi Delfini di Grosseto. Sottoposto a stringenti interrogatori e a una rigida segregazione, B. cede e confessa le sue responsabilità nel progetto di attentare alla vita di Mussolini facendo i nomi dei suoi collaboratori e dei “mandanti”. In particolare B. dichiara nell’interrogatorio del 27 febbraio 1931 che è stato Bibbi a fornirgli la “bomba mascherata in un’armatura di un thermos”, che lui ha successivamente passato a Delfini che se n’è disfatto appena giunto in Italia.

L’inchiesta su B. e gli altri antifascisti verrà poi accorpata a quella di Domenico Bovone, secondo un piano ordito dall’OVRA con l’obiettivo di addebitare alla Concentrazione antifascista e a GL la responsabilità degli attentati terroristici avvenuti nel 1931. Tutti gli imputati saranno processati l’anno successivo dal Tribunale speciale che emetterà una severissima condanna: la pena capitale per Bovone e 30 anni di reclusione e 10 anni di sorveglianza speciale (ridotti in seguito per le varie amnistie a 19 anni) nei confronti di B. imputato di “complotto per attentare alla vita di S.E. il Capo di Governo”.

La lunga condanna viene espiata da B. nelle carceri di Castelfranco Emilia e poi di Turi. Le dure condizioni di detenzione portano B. a offrire la propria collaborazione alla polizia, cui consegna un altro memoriale scritto di suo pugno, e poi a richiedere una istanza di grazia, nel maggio del 1938, che però è respinta. Per l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche (è ammalato di tbc) si predispone il suo ricovero al sanatorio di Pianosa. Alla fine del 1943 quando il suo stato di salute è finalmente migliorato viene trasferito alla casa penale di Saluzzo dove rimane fino a quando non viene liberato dai partigiani. Nell’autunno del 1944 il Ministero dell’Interno della Repubblica di Salò fornisce al Capo della provincia di Milano una nota biografica di B. ribadendo la “pericolosità dell’individuo”. Non si hanno ulteriori notizie sulla sua attività politica e si ignora la località della morte avvenuta per “broncopatia cronica” il 19 luglio 1978. (F. Bertolucci)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Dipartimento polizia politica, ad nomen; ivi, Tribunale speciale, b. 387, Procedimento penale contro Meloni Pietro … [et al.]; ivi, Categ. H2 b. 61, f. Giustizia e libertà 1931;

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

A. Dal Pont – S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1932, 17 voll., Roma 1980-1999, pp. 643-656; L. Verdolini, La trama segreta. Il caso Sandri fra terrorismo e polizia politica fascista, Torino, Einaudi, 2003, ad indicem; P. Palma, Una bomba per il duce. La centrale antifascista di Pacciardi a Lugano (1927-1933), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003, ad indicem.

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