BELLONI, Achille

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BELLONI, Achille

Date di esistenza

Luogo di nascita
Rovigo
Data di nascita
2 Marzo 1884
Luogo di morte
Firenze
Data di morte
4 giugno 1968

Attività e/o professione

Qualifica
Pittore
Qualifica
Dipendente comunale

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Rovigo il 2 marzo 1884 da Agostino e Malvina Berengo, pittore, dipendente comunale. Dotato di carattere mite e di “molta intelligenza”, completa il primo corso liceale. L’11 maggio 1902 emigra a Firenze. Inizia la militanza politica nel partito repubblicano: il 6 maggio 1906 viene eletto segretario al Congresso Regionale Toscano svoltosi a Firenze. Successivamente si avvicina al partito socialista, per orientarsi infine verso il movimento anarchico. Collabora con vari giornali anarchici, tra cui «L’Alleanza libertaria» di Roma e «Il Libertario» di La Spezia; scrive inoltre sul «Corriere d’Italia» di Verona, sull’«Italia Artistica» di Vicenza e sui giornali fiorentini «Fieramosca», «Nuovo giornale» e «Platea». “Riceve e legge con avidità giornali e stampe sovversive”. Partecipa attivamente alle manifestazioni “in occasione di anniversari, commemorazioni, conferenze ed altro”. Il 21 gennaio 1909 viene eletto nel comitato esecutivo della neonata organizzazione anticlericale Associazione Razionale Fiorentina “Francisco Ferrer”, costituitasi a Firenze “a scopo di propaganda rivoluzionaria e antireligiosa”.

Il 5 dicembre 1909 interviene a Firenze al convegno provinciale anarchico. In questo periodo Belloni, impiegato come commesso nell’ufficio di segreteria del Comune, è sottoposto a vigilanza per la sua intensa attività politica e di propaganda anarchica. Il 25 febbraio 1912 partecipa alla manifestazione tenutasi a Firenze in memoria di Giordano Bruno: al corteo e al comizio finale prendono parte “circa 3.000 persone”. Nel settembre 1912 rifiuta per motivi di lavoro la nomina nel costituendo comitato, da insediare a Bologna, per stringere più forti legami organizzativi fra gli anarchici dell’Emilia, della Romagna, della Toscana e delle Marche: la nomina di Belloni è suggerita da D. Zavattero. E. Malatesta, scrivendo a L. Fabbri nel 1913, definisce Belloni “l’elemento più promettente” tra quelli segnalatigli, proponendosi di invitarlo a collaborare a «Volontà».

Il 12 agosto 1913 nel corso di un comizio nella sede dell’Unione Sindacale a Firenze, Belloni presenta un odg , approvato dall’assemblea, con cui esprime solidarietà agli scioperanti di Milano e deplora l’apatia “della classe operaia fiorentina”. Nell’aprile 1925, ottenuto il passaporto per la Francia, si reca a Nizza per motivi di salute: da questa data Belloni soggiorna con sempre maggiore frequenza in luoghi di villeggiatura per curare la bronchite cronica che lo affligge e che lo costringe a ridurre drasticamente la sua attività politica. Nel 1931 risiede ancora a Firenze, dove vive “di rendita e con una pensione” di impiegato comunale. L’11 marzo 1931 viene iscritto in “Rubrica di frontiera” “per impedire l’eventuale espatrio clandestino professando [B.] idee anarchiche”.

Dall’estate 1931 al 1942 soggiorna alternativamente in provincia di Como e a Firenze, costantemente vigilato nonostante abbia praticamente cessato l’attività politica. Nel luglio 1938, in occasione della visita di Hitler a Firenze, viene fermato per misure di PS. Partecipa alla Resistenza nelle fila della I divisione Giustizia e Libertà attiva a Firenze occupandosi della raccolta di informazioni. È membro della Commissione di controllo civico istituita dal Comitato toscano di liberazione nazionale al fine di valutare la posizione politica delle persone ai fini dell’epurazione.

Nel dopoguerra è ancora sottoposto a vigilanza: informative su Belloni si riscontrano nel maggio 1948 e nell’agosto 1950, quando il questore di Firenze comunica al collega di Rovigo che Belloni “conserva le sue idee anarchiche, ma non dà luogo a particolari rilievi con la sua condotta”. L’ultima nota scambiata il 27 marzo 1959 tra le due Questure dispone la radiazione di Belloni dal casellario politico: il vecchio sovversivo infatti, “non svolge da diversi anni attività politica […] dal 1951 si è dimesso dal PSI e […] pur conservando fondamentalmente idee socialiste, attualmente simpatizza per il partito socialdemocratico”. Muore a Firenze il 4 giugno 1968. (V. Tomasin)

Fonti

Archivio dello Stato Rovigo, Gabinetto di Questura, Casellario politico, b.16, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

E. Malatesta, Epistolario 1873-1932, lettere edite ed inedite, p. 86.

Iconografica

Collezione

Persona

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