BELLI, Gino
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BELLI, Gino
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- 10/06/1898
Attività e/o professione
- Qualifica
- Facchino
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 10 giugno 1898 da Otello e Rosa Zigoli, facchino. Il babbo è un anarchico militante, che, insieme a Natale Tacchi, Gaetano Inglesi e altri compagni di idee, è stato ingiustamente incarcerato a Grosseto dal 17 febbraio alla fine di maggio del 1892, dopo l’esplosione di una bomba “ammaestrata” davanti alla Prefettura del capoluogo maremmano. Anarchico e “nemico dell’ordine costituito e delle ingiustizie sociali” come il babbo, B. viene denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale e condannato a tre giorni di reclusione il 28 gennaio 1913. Chiamato alle armi nel 1917, si rivolta duramente contro un ufficiale della marina e il 13 aprile 1918 subisce una condanna a 13 mesi di detenzione da parte del Tribunale militare di La Spezia per insubordinazione, “con insulto e minaccia”. Liberato grazie alla “piccola amnistia” del 2 febbraio 1919, emigra clandestinamente in Francia alla fine del 1922 e si stabilisce a Marsiglia dove svolge un’intensa attività anarchica, che gli costa l’inclusione nella “Rubrica di frontiera” per la misura di arresto, su richiesta dei fascisti. Dopo la cattura, nei pressi di Livorno, dell’anarchico Vincenzo Capuana – sospettato di preparare un attentato contro il duce – il Ministero dell’Interno, in un telegramma ai prefetti del regno (11 set. 1933), indica B. tra i vari compagni “disposti e capaci come il Capuana a tutto osare” per i quali i militanti libertari italiani, residenti nel Var, stanno raccogliendo dei fondi al fine di facilitare la loro opera. Il 15 ottobre 1933 il questore di Livorno sollecita l’iscrizione di B. nel «Bollettino delle ricerche» quale “comunista da fermare” ma, il 27 febbraio 1934, il console di Marsiglia precisa che l’esule “manifesta idee anarchiche più che comuniste”. Negli anni successivi B. rimane nella città francese, dove abita ancora nel maggio del 1943. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci – G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181