BELLETTI, Arturo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BELLETTI, Arturo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Urbino
- Data di nascita
- 06/08/1873
- Luogo di morte
- Mombello
- Data di morte
- 08/1930
Attività e/o professione
- Qualifica
- Legatore di libri
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Urbino il 6 aprile 1873 da Raffaele e Maddalena Rossi, legatore di libri. Vive ad Ancona e negli ultimi mesi del 1900 è gerente de «L’Agitazione». A causa di alcuni articoli pubblicati dal settimanale libertario viene più volte condannato per eccitamento all’odio di classe e diffamazione, totalizzando quasi quattro anni e mezzo di carcere, per sfuggire ai quali emigra in Svizzera. Risiede a Lugano dal 1901 al 1913, quando viene espulso per reati comuni e rimpatriato con foglio di via obbligatorio. Pochi mesi dopo il suo ritorno, assume la gerenza di «Volontà», che cede poi a Ercolano Cinti. Nel gennaio 1914 deve comparire davanti al giudice insieme a Malatesta per rispondere all’accusa di reato di stampa: a difenderlo è Augusto Giardini, il quale ne ottiene infine l’assoluzione. Membro del circolo “Studi sociali”, B. prende parte alla Settimana rossa e a luglio, avendo Cinti lasciato Ancona per evitare l’arresto, diventa di nuovo responsabile di «Volontà». Processato per i fatti del 7-14 giugno e per alcuni articoli comparsi sul suo giornale, nella primavera del 1915 si rifugia a Ginevra, mentre la Corte d’assise di Ancona lo condanna a tre mesi e mezzo di carcere. B. viene arrestato dalla polizia svizzera nel dicembre dello stesso anno: Bertoni gli procura un avvocato, in ogni caso B. viene rimesso in libertà, “non avendo il R. Governo fatta domanda di estradizione” (pref. di Ancona, 20 dic. 1915). Considerato “disertore pericoloso” dalle autorità elvetiche, nel 1918 è rinchiuso a Vand. Nel dopoguerra rientra in Italia e si stabilisce a Milano, senza più svolgere attività politica. Muore a Mombello nell’agosto 1930. (R. Giulianelli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181