BATELLI, Destino

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BATELLI, Destino

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Giovanni Valdarno
Data di nascita
02/01/1893
Luogo di morte
San Giovanni Valdarno
Data di morte
16/11/1959

Attività e/o professione

Qualifica
Meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a San Giovanni Valdarno (AR) il 2 gennaio 1893 da Giuseppe e Angiolina Cinatti. Istruzione elementare, esercita il mestiere di meccanico. In famiglia si professano idee anarchiche e anche la madre risulta schedata come sovversiva e iscritta al CPC. Nel 1912 ha già un ruolo preminente di agitatore libertario e di attivista nel gruppo giovanile locale. L’anno successivo, in occasione delle prime elezioni politiche a suffragio universale maschile, sottoscrive insieme ad altri esponenti dell’anarchismo valdarnese una presa di posizione astensionista. Nel dopoguerra è componente del comitato di propaganda dell’Unione Anarchica Valdarnese, organizzazione specifica territoriale della zona siderurgico mineraria cui aderiscono alcune centinaia di militanti (principali gruppi: “P. Gori”, “Alba dei Liberi”, “Pensiero e Dinamite”). B. partecipa alle lotte del Biennio rosso e Attilio Sassi, quando rievocherà la venuta di E. Malatesta in Valdarno, ne ricorderà la presenza attiva. Ed è in questa fase di guerriglia di classe dilagante che si arriva, in Valdarno, al tragico 23 marzo 1921. L’antefatto si verifica a San Giovanni dove viene assaltata e svaligiata un’armeria. Un’auto di fascisti proveniente da Firenze viene fatta segno da “un fuoco incrociato di fucili, rivoltelle e bombe a mano dalle finestre e dai portoni”. Le barricate vengono rimosse dalle camicie nere che “aiutano la forza pubblica”. L’eco di questi avvenimenti funge da detonatore per il vicino bacino minerario di Castelnuovo. Un gruppo di minatori fa irruzione negli uffici della Mineraria, occupa il centralino telefonico e appicca fuoco alla direzione. Esplodono colpi di rivoltella e due bombe a mano. Viene colpito a morte un ingegnere e rimangono feriti il direttore e alcuni impiegati. Dalle indagini di polizia e dalle rivelazioni dell’ex-anarchico Renato Melani, diventato fascista, emergerà anche che erano state costituite numerose squadre armate composte da quattro unità ciascuna, attive in tutta la zona e coordinate da Osvaldo Bianchi, Olinto Losi, Secondo Bottai, Primo Pizzetti e da B., a loro volta in contatto con un “centro” segreto di Firenze facente capo all’anarchico Domenico Aratari. “Artificiere” del gruppo sarebbe stato certo Sardi Silvio, depositario di bombe e tubi di gelatina. Il commissario di PS riferirà in sede processuale il contenuto delle riunioni tenute “in gran segreto” alla casa del popolo dai sovversivi con l’intento di raccogliere fondi per le armi. In realtà l’accusa non è provata e l’avvocato difensore Giovanni Droandi documenta che i suoi assistiti hanno soltanto effettuato sottoscrizioni pro «Umanità nova». Rimane accertato invece il ruolo di ciclista staffetta, tra miniere e ferriera, svolto dal B. nella giornata insurrezionale del 23 marzo. Secondo poi una testimonianza indiretta emersa in sede processuale: “il Batelli raccontava che da un tetto nei pressi di piazza Cavour aveva lanciata una bomba contro i carabinieri” B. si dà così alla latitanza. Il processo contro i 75 “giudicabili” per i “moti rivoluzionari” del Valdarno si celebra nel 1923. Undici risultano gli assolti e cinquantacinque sono i condannati fra cui alcuni a trent’anni. A B., dichiarato contumace, è comminata una pena di cinque anni e sette mesi di reclusione. Colpito da ben quattro mandati di cattura, emigra clandestinamente in Francia con il fratello Luigi, anche lui perseguitato politico, comunista. Risulta iscritto in “Rubrica di Frontiera”, da arrestare in caso di rimpatrio. Aderisce al PCdI e rientra in Italia in data imprecisata. Nel Secondo dopoguerra svolge attività sindacale nella FIOM, è membro della commissione interna all’ILVA di San Giovanni. Muore a San Giovanni Valdarno il 16 novembre 1959. (G. Sacchetti)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Arezzo, fondo Avvocato Giovanni Droandi, f. Processi di S.Giovanni V.no e CastelnuovoIntervista a Gino Brilli, San Giovanni Valdarno, 8 mag. 1982, a cura di G. Sacchetti, inedita. 

Bibliografia: A. Sassi, Errico nel Valdarno, «Umanità nova», 6 dic. 1953; G. Sacchetti, Camicie nere in Valdarno. Cronache inedite del 23 marzo 1921 (guerra sociale e guerra civile), Pisa 1996. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

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