BARTOLOTTI, Luigi
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BARTOLOTTI, Luigi
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Alfonsine
- Data di nascita
- 10/02/1859
- Luogo di morte
- Alfonsine
- Data di morte
- 02/05/1944
Attività e/o professione
- Qualifica
- Maestro elementare
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Alfonsine (RA) il 10 febbraio 1859 da Tomaso e Clarice Garavini, maestro elementare. Dopo avere professato in giovanissima età ideali mazziniani e poi socialisti, aderisce alle teorie anarchiche divenendone un appassionato propagandista (“si può dire che dedichi la sua vita, più che all’insegnamento pedagogico, a quello dell’anarchia”). La sua attività nel movimento anarchico è documentata a partire dai primi anni Novanta. È considerato dalla polizia “il più pericoloso anarchico di Alfonsine”. Il Prefetto di Ravenna lo definisce “di carattere audace, di discreta educazione, intelligenza e coltura”. Esercita una influenza in un ambito più vasto di quello locale, con “relazioni estese nel Regno”, in particolare con i compagni della provincia di Ravenna e della intera Romagna. Tiene conferenze a scopo di propaganda in Alfonsine e località vicine, oltre a promuovere e organizzare conferenze pubbliche e private con altri oratori. Il 22 luglio 1890 il Tribunale di Ravenna lo condanna a due mesi e 15 giorni di detenzione per reato contro la libertà di lavoro. Nello stesso anno, sorpreso ed arrestato mentre affigge dei manifesti sovversivi, è condannato dal Tribunale ma poi assolto dalla Corte d’appello. Durante la fase di riorganizzazione delle forze anarchiche in Italia che segue al Congresso di Capolago, il 2 febbraio 1891 prende parte al Congresso regionale di Ronco, frazione di Forlì, nel corso del quale viene fondata la Federazione Romagnola del psar. Il 1° maggio 1891 si pone a capo di un numeroso gruppo di dimostranti che si presentano nella piazza di Alfonsine, ma la manifestazione è sciolta con la forza (vengono tirati sassi e un carabiniere rimane ferito). Un episodio analogo si verifica nella stessa ricorrenza nel 1893, questa volta però senza incidenti. È accusato dalla polizia di avere incontrato Paolo Lega nel giugno 1894, pochi giorni prima del suo attentato al Presidente del Consiglio dei Ministri Crispi, di avere avuto un colloquio con lui e di avergli procurato del denaro. Fonda ad Alfonsine la Cameraccia della Società della Amicizia, i cui componenti sono tutti anarchici, e che pertanto viene sciolta con Decreto prefettizio in data 24 ottobre 1894, essendo “ritenuta pericolosa per gli ordinamenti politici e sociali”. Nella stessa data, sempre con Decreto prefettizio, B. è sospeso dall’impiego “perché incompatibile colle funzioni di pubblico educatore”. Il giorno dopo è arrestato e proposto per l’invio al domicilio coatto per tre anni, il 12 marzo 1895 viene tradotto a Porto Ercole, il 18 maggio è poi trasferito alle Tremiti, nel febbraio 1896 a Ustica, e da qui, in settembre, a Lampedusa per motivi di PS. Il 17 novembre è prosciolto condizionalmente dalla dimora coercitiva e può rientrare ad Alfonsine, dove è riammesso al posto di insegnante. Riceve e diffonde stampati sovversivi e giornali anarchici, in particolare «L’Agitazione» di Ancona. Sottoscrive la protesta pubblicata nel supplemento a «L’Agitazione» del 31 marzo 1898 contro l’applicazione dell’art. 248 del Casellario politico, in occasione del processo di Ancona a carico di Malatesta e compagni accusati di avere costituito una “associazione di malfattori”. Nell’aprile 1901, per avere tenuto una pubblica conferenza a Longastrino (Alfonsine) sulla organizzazione dei contadini senza averlo comunicato all’Autorità competente, è condannato dal Pretore al pagamento di una ammenda. Il 25 agosto dello stesso anno partecipa a una riunione anarchica a Rimini nel corso della quale, secondo gli informatori della polizia, propone “lo assoluto distacco degli anarchici dagli altri partiti” e sostiene “doversi combattere socialisti, repubblicani e monarchici, non con la scheda ma con la carabina”. Il 27 agosto 1905 partecipa a un Convegno anarchico a Forlì. Il 31 agosto 1910 l’Amministrazione comunale di Alfonsine lo colloca a riposo. Costretto da esigenze familiari a cercare un’altra occupazione per integrare la pensione, nel gennaio 1914 si stabilisce a Genova dove lavora come scrivano in un’azienda. Nell’autunno dell’anno successivo si trasferisce a Castiglione delle Stiviere (MN) come istitutore in un Convitto. In seguito, nell’agosto 1916, ritorna a Genova dove trova occupazione a Bolzaneto e poi a Sampierdarena. In questo periodo, secondo alcune informazioni della Questura, risulterebbe iscritto al Fascio Anarchico ligure di Sampierdarena. Riassunto e poi di nuovo licenziato dall’Ansaldo, nell’estate 1919 fa ritorno con la famiglia ad Alfonsine. Nel periodo successivo, almeno fino al 1924, frequenta con assiduità i compagni anarchici e fa attiva propaganda dei suoi principi. Nell’aprile 1925 la polizia segnala che “da un anno circa si mantiene inattivo”, soprattutto perché ad Alfonsine “il partito anarchico è quasi scomparso”. Considerato pericoloso, è iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in caso di perturbamento dell’ordine pubblico. Negli anni successivi continua a essere vigilato, anche se è considerato sempre meno pericoloso per l’età avanzata e la salute cagionevole, che lo costringono a una vita molto ritirata. Pur astenendosi da ogni forma di attività politica, conserva le proprie idee. Nell’ottobre 1935 è radiato dallo schedario dei sovversivi. Muore all’ospedale di Alfonsine il 2 maggio 1944. (G. Landi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Museo Civico del 1° e 2° Risorgimento – Bologna, Fondi tematici. Gollini 1967-70.
Bibliografia: R. Pasi, Storia di Alfonsine, Cesena 2002, ad indicem.
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