BARTOLI, Adolfo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BARTOLI, Adolfo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bagno a Ripoli
Data di nascita
10/02/1866
Luogo di morte
Sacramento
Data di morte
1912

Attività e/o professione

Qualifica
Tipografo

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Bagno a Ripoli (FI) il 10 febbraio 1866 da Angelo e Ginevra Berti, tipografo. Ben presto orfano di padre, compiuti gli studi elementari, impara il mestiere di tipografo e milita giovanissimo nel movimento internazionalista fiorentino. Segue nei suoi spostamenti, prima a Roma poi a Palermo, la madre, legatasi a Giuseppe Cinà, un palermitano ex impiegato di Casa Reale. Affiliato al circolo anarchico di Roma, B. subisce il suo primo arresto nel giugno del 1884 per avere disturbato una funzione religiosa e provocato un tumulto. È nuovamente arrestato il 25 novembre 1885, per oziosità e vagabondaggio, e tradotto con foglio di via obbligatorio a Palermo, presso la madre. Qui si fa notare per la sua attività propagandistica, rivolta specialmente agli operai tipografi. Alla ricerca di lavoro, si sposta l’anno dopo a Trapani dove rimane per qualche mese, diffondendovi le idee anarchiche. Fermato dalla polizia, viene rimandato a Roma. Nel dicembre 1887 torna a Palermo ma, non avendo trovato lavoro, è fatto nuovamente ripartire per Roma. L’andirivieni tra Roma e Palermo, a spese delle rispettive Questure, è una costante degli anni successivi. Il 10 novembre 1888, B. subisce una nuova condanna a sei mesi di carcere per aver interrotto, a Palermo, una manifestazione religiosa. Acquista intanto grande influenza tra gli anarchici palermitani, grazie alle sue capacità oratorie e alla conoscenza degli ambienti anarchici romani e fiorentini (intrattiene corrispondenza, tra gli altri, con Fortunato Serantoni). A Roma, dove dalla fine del 1890 lavora nella tipografia de «Il Messaggero», è eletto membro della Commissione operaia che organizza il comizio contro la disoccupazione, tenutosi in piazza Dante il 22 febbraio 1891, preludio alla grande manifestazione del 1° maggio. Svolge un’intensa attività di propaganda, prima nel circolo operaio educativo, poi nel Fascio dei lavoratori palermitani. Coadiuva nel contempo Emmanuele Gulì nel tentativo di fondare un giornale anarchico di respiro regionale, e si attiva per l’assistenza legale ai coatti anarchici di Ustica. Il questore sospetta che abbia un piano per attentare all’Esposizione Nazionale e provocare disordini durante la preannunciata visita dei sovrani. Perciò lo trae in arresto e il 17 maggio 1892 lo fa condannare a 45 giorni di detenzione per ribellione e minacce agli agenti. Scontata la pena, dal giugno del 1892 si stabilisce in Sardegna, a Cagliari e a Sassari, dov’è impiegato nella redazione del giornale «La Nuova Sardegna». Il 25 marzo 1893 viene arrestato sul piroscafo Vincenzo Florio, al rientro a Palermo, perché accusato di detenere della stampa anarchica. Ai primi di aprile è incarcerato, insieme ad altri anarchici palermitani, con l’accusa di complicità nella tentata esplosione di una bomba contro il palazzo del sindaco di Palermo avvenuta il 6 aprile. Liberato per insufficienza d’indizi l’11 maggio 1893, il 7 giugno parte finalmente per New York. In pochi mesi vi riesce a organizzare un Fascio socialista antilegalitario dei lavoratori, solidale col movimento dei Fasci siciliani, composto da operai di varie nazionalità, con un programma spiccatamente rivoluzionario. Alla fine dell’anno, il Fascio spedisce B. in Italia con delle sovvenzioni per il movimento siciliano. «La Giustizia sociale» ne segnala alcune conferenze di propaganda tenute a Riesi, in provincia di Caltanissetta, ai primi di dicembre del 1893. Il 22 dello stesso mese, B. rilascia a «L’Uragano» di Napoli-Foggia un’intervista sulla situazione del movimento americano. Di lì a poco rientra negli USA, sottraendosi alla stretta repressiva inaugurata da Crispi. Dopo aver lavorato come tipografo nello stabilimento Barsotti di New York, dal dicembre 1897 B. si dedica a tempo pieno al giornalismo, collaborando assiduamente a due giornaletti locali, «L’Asino» e «Le Forche caudine». Trasferitosi all’inizio del nuovo secolo a Paterson (nj), prima, e a Trinidad nel Colorado, subito dopo, vi dirige con Carlo Demolli il giornale anarchico «Il Lavoratore italiano», in cui pubblica un’apologia del gesto di Bresci. Abbandonata la direzione del giornale, dal giugno 1909 si trasferisce a Sacramento, in California. Qui muore nel 1912, in seguito a un’operazione di appendicite. (N. Musarra)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Palermo, Gabinetto di Questura (1920-1943), b. 446 (1914), ad nomen; ivi, Gabinetto di Questura (1860-1896), b. 16 (1894), f. Gruppo anarchico – già circolo operaio educativo – di Palermo; ivi, Gabinetto di Prefettura (1860-1904), b. 146 (1894), f. Provincia di Palermo. Elenco nominativo degli anarchici pericolosi. 29.11.1893; ivi, tp, b. 406 (1893), f. 1497 bis; Archivio dello Stato - Roma, Gabinetto di Questura, b. 43 (1891), f. 196.
Bibliografia: N. Musarra, I Fasci dei lavoratori nel continente, in I Fasci dei Lavoratori e la crisi italiana di fine secolo (1892-1894), Caltanissetta-Roma 1995, p. 180.

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