BARTOLAZZI, Ettore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BARTOLAZZI, Ettore
Tipo
anagrafica

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pistoia
Data di nascita
27/03/1887

Attività e/o professione

Qualifica
Commesso

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Pistoia il 27 marzo 1887 da Ferruccio e Maria Momberti, commesso. Prima di aderire all’anarchismo vanta una lunga, appassionata militanza socialista, su posizioni rivoluzionarie. Una sua scheda biografica compilata dalla Prefettura di Firenze in data 26 agosto 1906 lo annovera tra gli elementi di maggior spicco del socialismo pistoiese, segretario della CdL di Pistoia e membro fondatore del locale Circolo giovanile socialista, avente un “programma spiccatamente antimilitarista”. Nello stesso periodo, la firma di B. compare su numerosi fogli di orientamento socialista, tra i quali soprattutto «L’Avvenire», organo del PSI per il circondario pistoiese e il romano «La Gioventù socialista».

Nell’agosto del 1907 si trasferisce a Lugano, dove – riferisce sempre la Prefettura fiorentina – si dimostra “attivissimo alla propaganda rivoluzionaria” ma riesce “poco simpatico fra i socialisti” del luogo, “in massima parte […] riformisti”. Alla fine di novembre rientra a Pistoia, pare intenzionato a dar vita a un settimanale (che dovrebbe chiamarsi «L’Emancipazione») d’intonazione sindacalista rivoluzionaria. Seguono vari spostamenti, specie in Emilia-Romagna (Parma e Argenta), dove B. consolida i propri legami con gli ambienti del sindacalismo rivoluzionario, stringendo amicizia con Alceste De Ambris.

All’inizio del 1910 è di nuovo a Pistoia, ove fonda e dirige il settimanale «La Rivolta», voce del gruppo socialista/anarchico pistoiese. Dopo la cessazione del giornale, alla fine di marzo di quell’anno, B. parte nuovamente per la Svizzera, soggiornando a Lugano, Ginevra e Basilea e distinguendosi per la assidua attività di conferenziere. Le sue convinzioni, seppur ormai prossime all’anarchismo, risentono ancora dell’influenza sindacalista rivoluzionaria. Emblematica, sotto questo profilo, una sua conferenza ginevrina del 29 giugno 1910: Il socialismo verso la democrazia e il sindacalismo verso la rivoluzione.

Nel luglio 1910 fa ritorno nella città natale. La continua propaganda antimilitarista (distribuzione di volantini nelle caserme, articoli per «La Gioventù socialista» ecc.) gli vale numerose incriminazioni e condanne. Nel febbraio 1911 torna in Svizzera, dove riprende i contatti con i locali circoli libertari. Scrive di lui la Legazione italiana a Berna il 13 ottobre 1911: “[è] il più attivo e violento propagandista anarchico che sia attualmente in Svizzera”. In quegli stessi giorni, B. è sospettato (con il maceratese Lelio Luzi, capo del gruppo anarchico di Zurigo, e il veneto Umberto Adami) di progettare un attentato contro Giolitti. Ricercato, si rende latitante. Un’informativa di PS del 19 aprile 1912 lo segnala a Chiaravalle, dove avrebbe in animo di fondare un giornale anarchico, «La Voce dell’operaio», “prettamente individualista e più battagliero del noto «Risveglio» di Ginevra”. Alla fine del mese è però sicuramente a Basilea, dove, nel maggio, riprende le pubblicazioni de «La Rivolta», con cadenza quindicinale e un nuovo piglio individualista (vi collaborano, tra gli altri, Giulio Barni e Massimo Rocca, mentre – stando a quanto annota la Legazione italiana a Berna il 20 agosto 1912 – il foglio si avvale del “concorso pecuniario del De Ambris Alceste”). Tre mesi dopo la redazione del giornale trasloca a Lugano.

Nel maggio 1913 B. viene colpito da un decreto di espulsione per “propaganda anarchica”. Un mese più tardi «La Rivolta» interrompe le pubblicazioni e l’anarchico pistoiese passa in Francia, stabilendosi a Lione. Un piano per risuscitare «La Rivolta» insieme a Barni fallisce e B. si sposta a Parigi. Secondo l’Ambasciata italiana nella capitale francese (appunto del 15 luglio 1914), egli “è uno dei più attivi propagandisti delle idee libertarie fra gli operai italiani e non manca mai a tutte le manifestazioni del gruppo libertario italiano”. Circa un anno dopo B. rientra a Pistoia e, nel gennaio 1916, viene richiamato alle armi, salvo essere definitivamente riformato nel maggio. All’inizio di ottobre prende dimora a Milano ed è lì, nel principale centro politico dell’interventismo rivoluzionario, che B., probabilmente risentendo dei propri trascorsi sindacalisti, matura la svolta interventista. Scrive la Prefettura milanese il 14 giugno 1917 che egli “si è addimostrato [sic] uno fra i più ferventi interventisti”. Membro del Comitato per la resistenza interna e direttore del suo organo di stampa, «L’Avanguardia» (d’impronta corridoniana, ma – a detta della stessa Prefettura meneghina – “tenuto in vita dagli industriali con un assegno mensile di L. 600”), B. è anche per qualche tempo segretario dell’USM.

Nel dopoguerra, stabilitosi a Lecco, si avvicina vieppiù al nazionalismo, dirigendo tra l’altro (giu. 1920-set. 1921) il settimanale «Innovamento», edito dalla omonima associazione cittadina (di cui egli è segretario), avente quale obiettivo “di valorizzare le forze nazionali e di opporsi al bolscevismo”. Aderisce in seguito al fascismo, ma si allontana progressivamente da ogni attività politica. Nel gennaio 1927 viene radiato dal registro dei “sovversivi”. S’ignorano data e luogo di morte. (A. Luparini)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

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