BARNABA, Guglielmo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BARNABA, Guglielmo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Parma
- Data di nascita
- 16/08/1867
- Luogo di morte
- Parma
- Data di morte
- 17/09/1927
Attività e/o professione
- Qualifica
- Fornaio
- Qualifica
- Venditore ambulante
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Parma il 16 agosto 1867 da Stefano e Carolina Zaccardi, fornaio e poi venditore ambulante. Nel 1895 la Prefettura di Parma scrive che B. “frequentava la compagnia degli anarchici più pericolosi di Parma [tra i] quali Panella Achille, Gervasi Italo, Corradi Francesco e più di tutti l’Alfieri Odoardo che qui dirigeva le file degli anarchici e del quale il Barnaba è il segretario”. In questo periodo fa parte del Circolo di studi sociali e si occupa della propaganda e della diffusione della stampa anarchica. Nel 1896 collabora a «La Questione sociale» di Paterson. L’anno successivo fonda con altri e redige il settimanale «Il Nuovo verbo», il primo giornale anarchico pubblicato a Parma, che esce con interruzioni dal gennaio 1897 al maggio 1898. A causa della sua attività politica subisce diverse condanne e contravvenzioni. Nel maggio 1899 la Corte d’assise di Parma lo condanna a tre anni e 8 mesi per “istigazione a delinquere, apologia di reato, vilipendio all’esercito, offese alla famiglia reale, reati commessi mercé la diffusione di giornali”. Il B. fugge allora all’estero, giungendo infine a Marsiglia, in Francia. Nelle settimane successive è segnalato a Barcellona, in Spagna, e poi di nuovo a Marsiglia. Il 29 giugno – pur essendo ancora latitante – è assegnato al domicilio coatto per cinque anni, con destinazione Lipari. Negli stessi giorni è segnalato a Barcellona, dove pare intenda imbarcarsi per le Americhe e raggiungere l’anarchico Ciancabilla. Torna però in Francia, spostandosi frequentemente in diverse località con un altro suo compagno non tanto – come scrive la polizia – “per deficienza di mezzi, quanto per lo scopo di fare propaganda fra gli anarchici lungo la via che percorrono”. Espulso dalla Francia per attività anarchica, nel 1901 è arrestato a Torino a causa delle condanne subite. Trasferito nel carcere di Alessandria, attende l’invio a domicilio coatto a Lipari. Tornato libero nell’ottobre del 1904, si stabilisce a Parma e la polizia ripristina la vigilanza su di lui. Nel gennaio 1905 è segnalata la sua partecipazione al comizio pro vittime politiche che si tiene in un teatro a Parma. Invia corrispondenze a «L’Aurora» di Ravenna, firmandosi con il suo abituale pseudonimo “Paradis” (un altro suo pseudonimo, usato più di rado, è “Proud’homme”). In questo periodo cerca di tornare in Francia, ma poi rimane nella città ducale, avviando un commercio ambulante di cartoline. Nel 1907 si trasferisce alla Spezia, poi in altre località della Liguria, continuando nella sua attività di venditore ambulante, che si estende ai prodotti librari. Tornato a Parma, si muove in altre località emiliane per lo stesso motivo, e la polizia segnala che in questo periodo “non dà luogo a rimarchi”. Nell’aprile 1912 la Prefettura sottolinea che “continua a mantenere fede alle teorie anarchiche, di cui fa attiva propaganda. Appartiene al Circolo libertario di studi sociali qui costituitosi nel marzo u.s. e ne è membro influente. Viene attentamente sorvegliato”. Non si hanno notizie su B. nel periodo della Prima Guerra mondiale. Nel settembre 1919 la Prefettura informa che B. “ha ripreso recentemente la sua attività nel campo della propaganda sovversiva, e si è fatto notare per un movimento di riorganizzazione del locale elemento anarchico, d’intesa – a quanto risulta – con dei compagni di altre province”. Negli anni tra il 1923 e il 1926 il suo nome compare regolarmente nella colonna dei pagamenti dei giornali anarchici, di cui è diffusore a Parma. Nel maggio 1926 la Prefettura conferma che B. “mantiene tuttora fede alle teorie anarchiche e frequenta assiduamente la compagnia dei noti anarchici Allodi Giuseppe, Dallay Emilio e Giovanardi Egidio”, ma una perquisizione compiuta al suo domicilio non dà esiti positivi. Muore il 17 settembre 1927 all’Ospedale civile di Parma. Qualche settimana dopo su alcuni giornali pubblicati in Francia («La Libertà» e «La Lotta umana») è diffusa la notizia che B. sarebbe morto a seguito di una bastonatura ricevuta da un gruppo di fascisti. Questa notizia non può essere però confermata con certezza, mancando altri riscontri documentari coevi. (T. Marabini – C. Silingardi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Un altro delitto del fascismo. L’anarchico Guglielmo Barnaba assassinato, «La Lotta umana», Parigi, 19 nov. 1927.
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