BARBERO, Teresio

Tipologia Persona
Terenzio (pseudonimo)

Intestazione di autorità

Intestazione
BARBERO, Teresio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Torino
Data di nascita
12/02/1878

Attività e/o professione

Qualifica
Tipografo

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Torino il 12 febbraio 1878 da Carlo e Luigia Osio, detto “Terenzio”. Frequenta le classi elementari e diventa tipografo. Inizialmente socialista, nel 1899 passa all’anarchismo. Una condanna a nove mesi, insieme con Massimo Rocca, nel 1901 per aver affisso il 1° maggio manifesti inneggianti allo sciopero generale e un successivo arresto, nel 1906, in occasione dello sciopero generale torinese costituiscono le uniche segnalazioni effettuate dalla polizia a suo carico. A parte la chiamata alle armi, nella Milizia territoriale, nel febbraio 1918 e il congedo nel gennaio 1919, la sua scheda non è altro, fino al 1942, che un laconico susseguirsi di “niente da segnalare”. In realtà, B., impiegato e poi ispettore della società assicurativa La Métropole è, per alcuni anni e seppur discontinuamente, un collaboratore della stampa libertaria, soprattutto sotto lo pseudonimo di “Spiritus Asper”. Nel 1904 invia corrispondenze a «Il Grido della folla» e inizia a scrivere per il periodico milanese alla fine dello stesso anno, poco dopo la scarcerazione di Massimo Rocca (ancora per i manifesti del maggio 1901) e poco prima che questi assuma la redazione del giornale e prosegue con una certa frequenza con lo pseudonimo sopra citato. Curiosamente anche Mario Gioda, anch’egli tipografo e torinese, a cui B. sarà legato a lungo da vincoli di amicizia e di cui sarà per molti anni un valido sostegno (gli troverà infatti lavoro presso la Métropole e gli presterà spesso del denaro), pubblica allora ne «Il Grido della folla» alcuni articoli a firma “Francis”. Sempre come “Spiritus Asper” collabora anche a «L’Allarme» di Genova e «Il Libertario» della Spezia. Quando nel 1914, dopo la Settimana rossa, Gioda assume provvisoriamente la redazione di «Volontà», a causa dell’espatrio di L. Fabbri, B. inizia a collaborare al settimanale anconetano. E lo farà ancor più dopo la presa di posizione interventista e l’uscita di scena dell’amico, utilizzando di solito lo pseudonimo balzacchiano “Bixiou”, tratto dal romanzo Le illusioni perdute e suggeritogli dal medesimo Gioda. Nonostante il dissenso in merito alla guerra, B. manterrà tuttavia con Gioda rapporti di amicizia. Nel 1928 la Prefettura di Torino segnala al Ministero come ormai, da diversi anni, B. non si occupi più di politica. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Biblioteca “Angelo Mai” - Bergamo, Archivio Masini, Carte Mario Gioda.

Bibliografia: M. Antonioli, Gli anarchici italiani e la Prima Guerra mondiale. Lettere di Luigi Fabbri e di Cesare Agostinelli a Nella Giacomelli (1914-1915), «Rivista storica dell’anarchismo», 1994, gen.-giu.; Id., Gli anarchici italiani e la Prima Guerra mondiale. Lettere di anarchici interventisti (1914-1915), «Rivista storica dell’anarchismo», gen.-giu. 1995.

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