BALDINI, Maris
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BALDINI, Maris
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Montaione
- Data di nascita
- 26/11/1894
- Luogo di morte
- Capoliveri
- Data di morte
- 01/01/1976
Attività e/o professione
- Qualifica
- Pubblicista
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce presso Montaione (FI) il 26 novembre 1894 da Ugo e Domenica Gennai, pubblicista. Il padre, falegname, nel 1904 si trasferisce all’isola d’Elba, e volendo farlo lavorare nella propria bottega gli fa compiere solo gli studi elementari. Per incomprensioni col padre nel 1906 s’imbarca come mozzo su un veliero che fa il piccolo cabotaggio nel Tirreno; naviga su più navi fino al 1910, quando cadendo si infortuna gravemente a un’anca (dovrà usare il bastone per tutta la vita). Inabile a lavori fisici impegnativi, nell’isola trova solo lavori precari e si apre a interessi politici (all’Elba vive in quegli anni P. Gori), entrando in rapporto con anarchici di Piombino; dal 1914 è eletto segretario della sezione piombinese del sindacato dei marittimi. Per la sua opposizione alla guerra è assegnato al domicilio coatto a Empoli, dove lavora in un calzaturificio. Durante la guerra si trasferisce a Torino, dove lavora ancora in fabbrica. Dopo l’armistizio viene arrestato e rinviato a Empoli; rilasciato assume a Piombino la direzione della CdL e del suo giornale, «Il Martello». Tra il 1919 e il 1921 svolge il ruolo di organizzatore e conferenziere all’Elba, in Maremma, ad Arezzo e nel Valdarno, a Modena (vi dirige brevemente la CdL anarcosindacalista) e Brescia. Viene arrestato e aggredito più volte; nel luglio 1921 è processato a Milano con E. Malatesta e A. Borghi. Nel giugno 1922 è a Piombino quando la CdL è distrutta dai fascisti; in ottobre è ancora arrestato a Milano. Infine accetta la proposta dei compagni di dirigere «Il Proletario», organo di Chicago degli IWW. Nel 1924 passa a dirigere il giornale degli anarchici italiani a New York, «Umanità nova»; segue a Boston il caso di Sacco e Vanzetti. Dal 1925, chiamato dagli anarchici locali, è a Buenos Aires, ancora con false generalità; nel 1926, espulso, va in Francia, dove dapprima opera ancora come conferenziere, ma matura presto un distacco teorico dall’anarchismo iniziato durante l’esperienza americana. Dal 1927 vive a Nizza come operaio verniciatore. Nel 1932 aderisce al pcdi, che lo invia a Parigi; in ottobre va in Russia con una delegazione (vi incontra anche K. Radek) e al ritorno tiene conferenze in Francia e Svizzera. Espulso dalla Francia, vi resta clandestinamente e partecipa all’organizzazione ai due Congressi mondiali contro la guerra di Amsterdam (1932) e Parigi (1933). Nel 1934 è chiamato in Russia; a Mosca cura per la direzione del Profintern le informazioni sull’America latina, e ha l’occasione di conoscere molti futuri esponenti del PCI, che negheranno a lungo le degenerazioni dello stalinismo o diranno di averle ignorate, e comunisti italiani poi colpiti dalle purghe staliniane, come E. Guarnaschelli, che tenta invano di aiutare. Coglie presto la realtà del sistema sovietico, sul quale raccoglie dati; nel febbraio 1935, grazie ai disturbi di una figlia per il clima russo, ha il permesso di lasciare l’URSS con un falso passaporto del Komintern; in Belgio tiene conferenze in circoli operai sulla reale situazione russa, aggiungendo l’ostilità dei comunisti a quella degli anarchici, per i quali è un traditore della causa. Costretto a tornare in Italia, dal 1935 al 1937 vive tra l’Elba e Genova col soccorso di amici e parenti, essendogli negato un lavoro, sotto frequenti controlli di polizia. Dal 1937 al 1940 è un modesto rappresentante di commercio; all’ingresso dell’Italia in guerra è nuovamente arrestato e inviato al confino di polizia a Monteforte Irpinio. Prosciolto sotto condizione in occasione del ventennale della “rivoluzione fascista”, viene sottoposto a continui controlli di polizia e nell’ottobre del 1942 durante la guerra viene arrestato per un breve periodo dai nazisti. Nel 1945-46 gli Alleati lo nominano sindaco di Capoliveri (Elba); dal 1948 al 1955 è impiegato delle Acciaierie Terni, in Umbria e a Roma; poi avvicinatosi ai socialdemocratici diventa funzionario nella direzione del PSDI e, dopo dissensi politici, del PSI (è commissario nelle federazioni di Reggio Calabria e Matera). Dal 1964 vive stabilmente a Capoliveri, dedicandosi a letture di storia e politica e a riflessioni sulla propria esperienza. Muore a Capoliveri il 1° gennaio 1976. (U. Baldini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; A. Pirondini, Anarchici a Modena. Dizionario biografico. Milano, Zero in condotta, 2012.
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