BALDANZI, Elia
Tipologia Persona
- Nocemmi (pseudonimo)
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BALDANZI, Elia
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Roccastrada
- Data di nascita
- 23/02/1873
Attività e/o professione
- Qualifica
- Piccolo proprietario
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Roccastrada (GR) il 23 febbraio 1873 da Giovanni e Assunta Bartalucci, piccolo proprietario. Soprannominato “Nocemmi”, risiede nella frazione di Roccatederighi e, da principio, è socialista. Nel febbraio 1894 sottoscrive per le famiglie delle vittime di Sicilia, poi aderisce alla Lega italiana per la difesa della libertà e il 24 novembre viene denunciato per aver urlato, nell’osteria Taschi di Roccatederighi: “Morte al re, morte a Crispi. Nella pelle dei signori ci faremo i coreggioli”. Condannato a tre mesi di carcere in primo grado, ottiene, in appello, la riduzione della pena a 10 giorni. Sorpreso il 16 febbraio 1896 a cantare l’Inno dei lavoratori e accusato di aver insultato i carabinieri, è assolto. Denunciato da alcuni paesani per aver commentato, il 30 luglio 1900, l’uccisione di Umberto I con le seguenti parole: “L’hanno ammazzato l’orso”, è arrestato e condannato, il 20 ottobre, a quattro mesi di carcere e a una multa per apologia di regicidio. Fra gli abitanti di Roccatederighi B. ha dei “nemici malvagi” e uno di questi lo accusa, nel 1901, con una lettera anonima, di essere implicato in un grave fatto di sangue, provocando l’intervento del poeta Antonio Gamberi, che prende le sue difese sull’«Etruria nuova» di Grosseto, definendo infame la missiva. In seguito B. abbraccia le idee anarchiche e nel febbraio 1906 invia a «Il Libertario» della Spezia una piccola somma per i rivoluzionari russi. Schedato dalla Prefettura di Grosseto il 6 gennaio 1908, B. raccoglie, nei mesi successivi, una sottoscrizione per Egidio Dei, Nicomede Bertini, Giuseppe Gasperi, Sofia Stefani Guiducci e gli altri sovversivi massetani arrestati e denunciati dopo le proteste contro il caroviveri, poi, il 30 aprile 1908, invia una lettera di adesione al Congresso anarchico di Follonica, quindi, fino al 1910, scrive per «L’Alleanza libertaria» di Roma una serie di articoli, firmandosi: “Ebalda”, “Nicemo” o “Ebbi”, nei quali, da acceso anticlericale qual è, invita i compaesani alla coerenza in materia di religione e deplora che molti rocchini si sposino in chiesa o abbiano mandato i figli a rendere omaggio al vescovo di Grosseto durante una recente visita pastorale nella frazione. Nel 1912 B. aderisce individualmente al Congresso di Piombino contro la reazione e la guerra e, nel 1913, raccoglie le oblazioni per «Il Pensiero anarchico» di Roma. Dopo l’orrenda strage, perpetrata nel luglio 1921 dai fascisti a Roccastrada, si trasferisce a Siena, dove apre un negozio di olio e vino e conduce una vita molto appartata. Non si piega però ai “ricostruttori tricolorati” e conserva le sue idee libertarie, come confermano le autorità senesi, ripetendo fino al 1941, nei rapporti al Ministero dell’Interno, che è contrario al regime fascista e non si è ravveduto. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Ebalda [E. Baldanzi], Roccatederighi, «L’Alleanza libertaria», 12 giu. 1908; Nicemo [Id.], Roccatederighi, ivi, 25 dic. 1908; Id., Roccatederighi, ivi.15 gen. 1909; Ebbi [Id.], Roccatederighi, ivi, 28 mag. 1909.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181