ANGELI, Edoardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ANGELI, Edoardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Mercato Saraceno
Data di nascita
29/09/1903
Luogo di morte
Bologna
Data di morte
30/10/1985

Attività e/o professione

Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Mercato Saraceno (FC) il 29 settembre 1903, da Francesco e Giacoma Mazzotti, muratore; detto “Dino”. Aderisce giovanissimo all’anarchismo e prende parte alle lotte sociali del Primo dopoguerra. Emigrato con la famiglia nel 1923, vive e lavora in Svizzera, poi a Parigi e in diverse regioni della Francia, e si reca per breve tempo anche in Belgio e in Africa del Nord. Nel 1925 è segnalato come attivo antifascista, per cui è poi iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» come “pericoloso esaltato politico”. Nel 1932 si stabilisce a Marsiglia dove è attentamente sorvegliato dalla polizia politica fascista il cui capo, il 13 luglio, firma una circolare ai prefetti invitandoli a vigilare nell’eventualità di un suo ritorno. Nel gennaio 1933 è arrestato a Nizza con diversi altri antifascisti per aver preso parte a una riunione “sovversiva” e nel 1934 costituisce una cooperativa di lavoro con altri militanti (Gino Balestri, Virgilio Fabbrucci, Cesare Fietta, Horatio Del Gondi, Emilio Predieri, Celso Persici, Pio Turroni e altri), che permette a numerosi compagni di trovare a Marsiglia un rifugio e un lavoro. Nel luglio 1935 fa parte del Comitato antifascista marsigliese contro la guerra d’Etiopia. Il 1° maggio del 1936 sfila per le strade di Marsiglia, nel corteo del “Fronte popolare”, insieme a Giulio Bacconi, Angelo Girelli, Ludovico Rossi e Lazzaro Turroni, dietro alla “bandiera nera anarchica, portata dalla moglie del compagno Ercolino Bardini”. In ottobre si reca in Spagna per dare il proprio contributo alla rivoluzione sociale in corso. Secondo René Bianco (che lo frequenterà a lungo a partire dagli anni Sessanta), A. non è fatto per servirsi di un fucile, senza nulla togliere alla sua determinazione e al suo coraggio. Incapace di impugnare un’arma, è consigliato dai compagni di lasciare un paese nel quale gli anarchici in quel periodo sono talvolta costretti a adottare soluzioni radicali o “sommarie”. Rientrato in Francia nel maggio 1937, poco dopo, avendo trovato lavoro a Orano in Algeria, vi si trasferisce con la sua compagna Armida Marchettini. Il 19 luglio 1939 è arrestato a Orano insieme a Edmondo Lelli e a Celso Persici e viene condannato a due mesi di carcere. Dopo la sospensione delle ostilità tra la Francia e l’Italia nel giugno 1940, non appena s’installa in Algeria la Commissione italiana d’armistizio, si rifugia in Marocco, dove il regime amministrativo è un po’ differente, trattandosi di un protettorato. Soltanto nel settembre 1943, dopo lo sbarco degli Alleati in Africa settentrionale, A. può raggiungere a Orano la sua compagna, con la quale continua a far parte, fino al termine della guerra, di una rete che permette a molti antifascisti di sottrarsi alle ricerche delle polizie. Rimasto a Orano, nel 1962 ritorna definitivamente a Marsiglia, dove collabora alle iniziative del CIRA Marseille, di cui è per anni il decano, e dove è chiamato affettuosamente dai compagni “Poupon”. Tormentato nei suoi ultimi anni da una forte asma, nell’autunno 1985, durante una delle sue abituali visite ai parenti di San Lazzaro di Savena (bo), le sue condizioni di salute si aggravano per un attacco cardiaco e una sopraggiunta broncopolmonite. Ricoverato d’urgenza all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, vi muore il 30 ottobre 1985. (F. Bucci – G. Landi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Divisione Polizia Politica, Materia, b. 37; A. Chessa, Lutti nostri. Dino Angeli, «Umanità nova», 1° dic. 1985.
 
Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen; R. B. [R. Bianco], In memoriam, «CIRA Marseille», 1er semestre 1986; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Roma, 1988-1995, ad nomen; G. Galzerano, Vincenzo Perrone, Casalvelino Scalo. 1999, ad indicem.

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181

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