ANCARANI, Paolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ANCARANI, Paolo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Casalfiumanese
Data di nascita
21/12/1889
Luogo di morte
Grosseto
Data di morte
03/08/1936

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Casalfiumanese (BO) il 21 dicembre 1889 da Carlo e Filomena Bini, operaio. Trasferitosi con i familiari a Grosseto, aderisce al movimento anarchico, come i fratelli, e, il 10 settembre 1907, è, insieme a Antonio Menci, Aspromonte Bennati e Dante Guidi, uno dei principali protagonisti delle agitazioni di massa contro il caro viveri, che si svolgono nel capoluogo. Accusato di avere offeso i carabinieri e di averne ferito uno con un pugno, è arrestato e condannato, il 26 ottobre, a tre mesi di reclusione. Nel 1911 prende parte alla fondazione del Circolo “Germinal” di Grosseto, insieme a 23 compagni di fede, e nel 1913 viene denunciato per aver insultato una guardia di città. Contrario all’intervento dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, chiede, il 6 aprile 1916, un’adunanza straordinaria della Pubblica assistenza “Croce d’oro” di Grosseto, insieme a molti alti soci, che sono contrari al prestito alla patria. La presidenza della “Croce d’oro” fa stampare e affiggere – è denuncia pubblica di chi si oppone al conflitto – un manifesto, con l’ordine del giorno e i nomi dei suoi firmatari, tra i quali figurano, oltre ad A., Settimio Arrighi, Luigi Goracci, Ismeno Bimbi, Michele Magnani e Lodovico Lodovichi. Il 29 ottobre 1919 A. affronta – per odio al militarismo – una comitiva di “signori ed ufficiali”, ma un graduato reagisce, prendendolo a pugni e schiaffi. Più avanti A. è accusato di aver percosso, la notte dal 15 al 16 novembre, un impiegato dell’Intendenza di finanza, che, due anni dopo, sarà arrestato per aver partecipato alla tremenda strage di Roccastrada. Il 1° ottobre 1920 A. è denunciato per aver cercato di liberare, con la violenza, un compagno, che era stato arrestato dai carabinieri, ed è condannato a due mesi di reclusione. Dopo la “caduta” di Grosseto nelle mani dei fascisti, continua apertamente a frequentare i sovversivi e una foto, scattata il 4 settembre 1928, lo ritrae sulle mura della città, con un gruppo di anarchici e comunisti. Assiduamente sorvegliato, A. è fermato il 28 dicembre 1929, alla vigilia delle nozze fra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio, e tenuto in carcere sino all’11 gennaio 1930. Il 7 febbraio seguente è inserito nella lista degli antifascisti grossetani da arrestare in determinate circostanze e il 6 maggio – quattro giorni prima della visita di Mussolini a Grosseto – viene imprigionato per cinque giorni “per motivi precauzionali”. Nuovamente arrestato il 13 novembre 1932, non si piega agli “schiavisti” e il 6 maggio 1935 le autorità ripetono che non manifesta alcun segno di ravvedimento. Il 3 agosto 1936 A. muore a Grosseto, a 47 anni di età. Al funerale, in forma civile, la bara è portata “in ispalla” fino al cimitero dai sovversivi grossetani, che rendono così un estremo e commosso omaggio al compagno scomparso. (F. Bucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia: Bandiere al vento, a cura di C. Barontini, «Grosseto ’90», apr. 1988, p. 10; A. Banchi, Si va pel mondo: storie di fornai e ciclisti, di disertori e navigatori..., Grosseto, Arci, 1993, pp. 54, 59.

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