ALVINO, Luigi
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ALVINO, Luigi
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Napoli
- Data di nascita
- 20/09/1847
- Luogo di morte
- Nocera Inferiore
- Data di morte
- 10/1889
Attività e/o professione
- Qualifica
- Ingegnere
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Napoli il 20 settembre 1847 da Ettore e Maria Erminia Ruffino, ingegnere. Cresciuto in un’agiata famiglia borghese, il padre è un noto architetto, milita tra i mazziniani fino al 1875, quando si accosta agli internazionalisti del Circolo “Studi Sociali” raccolti intorno a Cafiero, Covelli, Malatesta e Schettino. Nell’aprile 1877 partecipa al moto di San Lupo, è arrestato per attentato alla sicurezza dello Stato e assolto per insufficienza di prove. Il 25 agosto è redattore de «L’Anarchia» e a dicembre, nel pieno della crisi seguita al fallimento del moto, incaricato di “tener vivo lo spirito degli operai”, profitta di lavori che dirige alla funicolare per introdurre nel cantiere numerosi internazionalisti. A giugno del 1880, mentre voci su attentati alla funicolare agitano i sonni del prefetto, A. apre con l’anarchico tedesco Enrico Trayber un’officina meccanica in cui, stando a confidenti, si fabbricano e nascondono armi. Per evitare incidenti diplomatici con la Germania, il questore non osa perquisire la fabbrica, ma ritiene – e non ha torto – che un piano insurrezionale esista davvero. Ad agosto, infatti, d’accordo con Cafiero, Merlino e Ceccarelli, A. si reca con Trayber a Frigento, nell’Avellinese; ufficialmente cerca giacimenti di zolfo e petrolio; in realtà, “prendendo pretesto dalle tristi condizioni economiche in cui versa la popolazione per i falliti raccolti”, studia il terreno, fa proseliti e arruola volontari per una banda armata. In autunno, tradito da una spia mentre tesse la sua tela tra Benevento, Campobasso e Caserta, è strettamente sorvegliato dai carabinieri che sperano di coglierlo sul fatto coi complici. A fine dicembre il Ministero dell’Interno calcola che duecento uomini attendono armi dalla Svizzera per muovere verso la Puglia e ordina d’intervenire. A. però, accortosi di essere sorvegliato, lascia Pontelandolfo, un paesino a due passi dal Matese, e per sfuggire alla caccia si dirige verso Caianiello. Preso a Benevento, il 25 febbraio 1881 è assolto per insufficienza di prove dall’accusa di cospirazione e istigazione a commettere reati e il 14 luglio rappresenta con Merlino e Felicò gli internazionalisti napoletani al congresso di Londra. Attestatosi sulle posizioni “legalitarie” di Andrea Costa, il 30 aprile 1882 firma con Cacozza e Felicò un documento di sfiducia nei confronti di Merlino e invita Cafiero ad assumere la guida dei socialisti napoletani. Di lì a poco parte per Parigi e Londra, dove incontra Covelli e altri influenti internazionalisti e il 7 giugno 1882, in una lettera dall’Inghilterra a un anarchico di Avellino, scrive che i compagni incontrati riconoscono la necessità di separarsi da Merlino e approvano il programma di Cafiero. Il 20 agosto, sbarcato a Napoli da Marsiglia, è perquisito e privato del passaporto. Il 3 settembre partecipa al convegno di Ravenna, poi va a vivere ad Alessandria d’Egitto dove, in società con Malatesta e Ceccarelli, importa vino dall’Italia. Benché sorvegliato, il 23 aprile 1883 s’incontra a Napoli con Domanico ed altri internazionalisti, poi si dilegua. Segnalato a S. Angelo in Vado, dove costruisce la linea ferroviaria del Metauro, sparisce di nuovo sino al settembre del 1883, quando riappare a Lugano col falso nome di Luigi Vignani. Tornato a Napoli nell’estate 1884, elude la vigilanza e s’imbarca per Buenos Aires. Se e in che misura negli anni successivi la sua militanza prosegua in Italia o all’estero è difficile dire. L’8 aprile 1888, però, quando la questura scopre che è a Livorno, i suoi rapporti con gli anarchici non sono interrotti. Stanco e malato, passa da un ospedale all’altro, aiutato dai compagni, finché, colto da paralisi spinale e squilibrio mentale, finisce nel manicomio di Nocera Inferiore, dove si spegne nell’ottobre del 1889. (G. Aragno)
Fonti
- Fonti: Archivio di Stato Napoli, Gabinetto Questura, ii serie (1882-1901), b. 181; ivi, Questura, b. 53; gp, b. 234 e 750.
Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1, tomi 1, Firenze, 1972, ad indicem; A. Scirocco, Democrazia e socialismo a Napoli dopo l’Unità (1860-1878), Napoli 1973; N. Dell’Erba, Le origini del socialismo a Napoli. 1870-1892, Milano 1979; P.F. Buccellato, M. Iaccio, Gli anarchici nell’Italia meridionale. La stampa (1869-1893), Roma 1982; L. Parente (a cura di), Movimenti sociali e lotte politiche nell’Italia liberale. Il moto anarchico del Matese, Milano 2001, ad indicem.
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