ALTIBRANDI, Emanuele

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ALTIBRANDI, Emanuele

Date di esistenza

Luogo di nascita
Viterbo
Data di nascita
1862
Luogo di morte
Roma
Data di morte
24/01/1940

Attività e/o professione

Qualifica
Facchino

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Viterbo nel 1862 da Michele e Beatrice Boni, facchino. A. è indicato nelle prime segnalazioni della Prefettura di Roma come uomo di “carattere serio” senza educazione né cultura, ma di “discreta intelligenza”. Nel 1889 entra in contatto con altri anarchici, tra cui Giuseppe Greghi, Daniele Miliani e Giuseppe Del Bravo, sospettati di produrre bombe, e inizia con loro a frequentare l’osteria dei fratelli Di Chiara, fuori Porta di S. Paolo, e un’altra osteria sospetta di essere luogo di riunioni in piazza Bocca della Verità. Nel 1893 è arrestato per reato di fabbricazione ed esplosione di bombe sulla scia degli avvenimenti romani e palermitani. Da quel momento inizia per lui un controllo costante che lo porta a essere incarcerato varie volte per motivi di prevenzione. Nel maggio 1894 per sfuggire alla sorveglianza della polizia si reca a Viterbo, ma rientra a Roma nell’ottobre, da dove è forzatamente allontanato perché privo d’impiego. Rientrato definitivamente a Roma, il 10 novembre del 1899 partecipa alla riunione che dà vita alla fsal. La federazione sarà poi, nel 1901, tra le promotrici della riorganizzazione del movimento libertario e, a tal proposito, lancerà un programma socialista anarchico per la costituzione della Federazione dei socialisti anarchici d’Italia. A. è anche tra i firmatari romani dell’appello, pubblicato su «L’Agitazione», in solidarietà degli anarchici processati per associazione sediziosa ad Ancona nel luglio 1900. Imputato in contumacia per associazione a delinquere viene assolto dal Tribunale di Roma per insufficienza di prove il 24 ottobre. Continua a fare il facchino e inizia a frequentare un altro noto anarchico romano, Filippo Scandi. Al Testaccio, dove risiede dal 1901, prende parte ai lavori del gruppo “Germinal”, ed è particolarmente attivo nelle iniziative contro la guerra di Libia. Continua la sua attività nel Fascio Comunista Anarchico, nato a Roma il 28 febbraio del 1913 e il 27 aprile 1914 è denunciato perché sorpreso a distribuire volantini contro l’insegnamento della religione nelle scuole. Il Fascio lancia nello stesso anno la proposta di un congresso anarchico nazionale e tiene il 3 maggio un convegno regionale in cui prevale la spinta organizzatrice. Nel 1915 A. si reca insieme a altri anarchici del Testaccio (Giuseppe Melinelli e Scandi) ad Avezzano, per offrire soccorso alle popolazioni sconvolte dal terribile terremoto. Rientrato a Roma non sembra dar luogo a speciali rilievi, pur continuando a essere sorvegliato. Durante lo sciopero del 20 luglio 1919, sull’onda della forte radicalizzazione dello scontro di classe nella lotta per il caroviveri, A. viene incarcerato e rimesso in libertà il 23 dello stesso mese. Le notizie poi si fanno più rade. È radiato perché non dà luogo a particolari rilievi; sofferente di cuore, si allontana definitivamente dalla vita politica. Muore a Roma il 24 gennaio 1940. (I. Del Biondo)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

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