ALFIERI, Odoardo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- ALFIERI, Odoardo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Parma
- Data di nascita
- 23/12/1854
- Luogo di morte
- Reggio Emilia
- Data di morte
- 29/03/1928
Attività e/o professione
- Qualifica
- Fornaio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Parma il 23 dicembre 1854 da Ferdinando e Maria Groppi, fornaio. Detto “Mignola” (di bassa statura). Dapprima repubblicano con un profondo sentimento di classe e anticlericale, svolge la propria attività soprattutto nel campo sindacale nelle organizzazioni mazziniane. Nei primi anni Ottanta diviene presidente della Società di mutuo soccorso fra i lavoratori fornai e pastai di Parma e promuove tra l’altro alcune delle prime agitazioni in Italia contro il lavoro notturno. Nel 1883 guida con successo le lotte per il riconoscimento del cottimo, e nel giugno 1885 ottiene l’istituzione del lavoro diurno, inizialmente condivisa anche dal Comitato dei negozianti fornai. Poco dopo si verifica però la rottura fra negozianti e operai per il tentativo di A. di fare adottare un sistema di turni per dare lavoro ai disoccupati in alcuni giorni della settimana. Lo sciopero che ne consegue assume un carattere particolarmente aspro, e la mattina del 5 settembre A. e altri operai vengono tratti in arresto come istigatori dello sciopero stesso e per “minacce a vie di fatto contro altri loro compagni che volevano recarsi al lavoro”. Nel successivo processo A. sarà poi condannato a sei mesi di carcere. In quegli anni è anche presidente della Società operaia “Fratellanza e Umanità” e dirigente politico della Federazione repubblicana-socialista di Parma. In rappresentanza delle Società parmensi è con Luigi Musini al Congresso del PSRI, a Ravenna nell’ottobre 1890, anche se il rapporto tra i due si è già ormai sufficientemente logorato. A partire dal 1891 abbraccia definitivamente il pensiero libertario diventando uno tra i più apprezzati e stimati dirigenti del movimento anarchico in città, particolarmente radicato nella zona popolare dell’Oltretorrente, ma conosciuto anche in provincia. Durante l’ultimo decennio del secolo diviene l’oratore più apprezzato tra i lavoratori di Parma e il più amato dal popolo dell’Oltretorrente, passionale e “rivoluzionario”. Sono gli anni in cui mantiene rapporti epistolari con Gori e Molinari e costituisce a Parma il Circolo di studi sociali. Collabora con numerosi giornali anarchici e democratici editi a Parma: «Il Miserabile», «Il Presente», «La Difesa» e in particolare «Il Nuovo verbo», il primo giornale anarchico di Parma (che esce tra il 9 gennaio 1897 e il maggio 1898, con una lunga interruzione tra il marzo 1897 e il febbraio 1898). Collabora inoltre con i giornali di Reggio Emilia «Lo Scamiciato», «Rinascita», «L’Intransigente» e con «L’Avvenire anarchico» di Pisa. In quegli anni subisce numerose condanne per la sua attività politica. In seguito all’introduzione delle leggi speciali, il 10 settembre 1894 è denunciato per l’assegnazione al domicilio coatto. L’apposita commissione provinciale propone una condanna di tre anni, approvata dalla commissione d’appello e il Ministero dell’interno il 10 gennaio 1895 lo destina a Porto Ercole. Prima dell’emissione della sentenza definitiva abbandona la famiglia e si rifugia a Fiume in territorio austriaco. Nuovamente arrestato nel 1897 con altri 14 anarchici esuli e estradato in Italia, viene inviato a Porto Longone, poi a Porto Ercole, Ustica, Pantelleria, Favignana e infine Ventotene dove finisce di scontare la sua pena. Nel 1899 collabora al numero unico «I Morti»,», uscito ad Ancona il 2 novembre, redatto collettivamente dagli anarchici italiani che in quell’anno si trovavano al domicilio coatto. Viene liberato nel 1900 a pena scontata. Ritorna a Parma e va ad abitare nel suo Oltretorrente, dove continua nella sua attività in favore della stampa anarchica (in particolare per «L’Agitazione» di Ancona e «La Tribuna libera» stampato ad Alessandria d’Egitto). Il 30 giugno 1903 ospita P. Gori giunto a Parma per tenere una conferenza. Criticato dai moralisti perché ama due donne e giudicato “mattoide” dai riformisti, A. vive sempre con dignità e orgoglio la propria idealità libertaria. Nel 1906 si trasferisce nella vicina Reggio Emilia dove gestisce un chiosco per bibite e scrive Il figlio plebeo, un libro a sfondo autobiografico. Nell’ottobre 1910 presiede a Reggio un pubblico comizio nella Sala Verdi, organizzato dal Circolo di studi sociali, in memoria di Francisco Ferrer, durante il quale intervengono il socialista Rodrigo Levoni, il segretario della cdl di Parma (sindacalista rivoluzionaria) Tullio Masotti e l’anarchico Ernesto Nobili. Prende parte alla manifestazione unitaria che si tiene il 14 giugno 1914 contro gli eccidi della Settimana rossa. Contrario all’intervento in guerra nel 1915 (un suo figlio morirà al fronte), partecipa alle manifestazioni che accompagnano la mobilitazione contro l’entrata in guerra dell’Italia. Con l’avvento del fascismo, nonostante l’età, continua a essere considerato “pericoloso” e sorvegliato dalla Questura. Rimane fedele ai suoi ideali e fino alla fine continua a frequentare i pochi anarchici rimasti a Reggio. Muore di vaiolo il 29 marzo 1928 nel lazzaretto di Villa Ospizio a Reggio Emilia. (G. Landi – M. Minardi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Scritti di A.: Il figlio plebeo, Reggio Emilia, 1907; La figlia plebea, Reggio Emilia, 1908. Scritti su A.: B. Riguzzi, Sindacalismo e riformismo nel Parmense. Luigi Musini, Agostino Berenini, Bari 1931; F. Bernini, Storia di Parma, Parma 1954; Gli anarchici del 1899, I morti, Pistoia 1974; Il Movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad vocem; Dietro le barricate, Parma 1922, catalogo della mostra storica, Parma 1983; M. Minardi, Decennio sanguinoso, «Aurea Parma», n. 2, 1988; F. Montanari, L’utopia in cammino (Anarchici a Reggio Emilia 1892-1945), Reggio Emilia 1993; R. Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, vol. i, Parma 1999; G. Furlotti, Parma libertaria, Pisa 2001, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
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