AGUGGINI, Ettore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
AGUGGINI, Ettore

Date di esistenza

Luogo di nascita
Milano
Data di nascita
23/03/1902
Luogo di morte
Alghero
Data di morte
03/03/1929

Attività e/o professione

Qualifica
Meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Milano il 23 marzo 1902 da Carlo e Giuseppina Ferrari, meccanico. Rimasto in tenera età orfano della madre, frequenta le scuole elementari fino alla 5a classe. Dopo le scuole s’impiega come apprendista in diversi lavori fino a quando entra come operaio in uno stabilimento metalmeccanico. In fabbrica matura la sua scelta, leggendo l’Unico di Stirner, di aderire agli ideali anarchici. Nel Primo dopoguerra fa parte di un gruppo milanese di tendenza individualista e stringe una forte amicizia con Giuseppe Mariani e Giuseppe Boldrini. Nell’ondata di attentati-protesta che gli anarchici fanno scoppiare a Milano nel 1920-21, A, partecipa alle azioni sia contro la forza pubblica durante le agitazioni operaie, sia contro i simboli del “potere borghese” come il ristorante Cova (26 giu. 1920 e 8 ago. 1920), l’albergo Cavour (14 ott. 1920, dov’era ospite la missione inglese per il congresso della Società delle Nazioni) e infine il teatro Diana (23 marzo 1921). Quest’ultimo attentato è ideato da A., insieme con Mariani e Boldrini, per protestare contro la lunga detenzione di Malatesta e dei compagni arrestati nei mesi precedenti e in attesa di giudizio. Come loro stessi asseriscono durante il processo, è la notizia dello sciopero della fame dichiarato in carcere da Malatesta, Borghi e gli altri compagni a spingere il gruppo a compiere un gesto “forte” contro uno dei principali responsabili della repressione antianarchica, il questore Gasti. L’esplosione, terrificante, causa ventuno morti e circa 80 feriti e ancora oggi non è chiaro fino in fondo come mai la valigia piena di esplosivo viene posta accanto al teatro Diana mentre è in corso l’operetta di Franz Lehar, Mazurka blu. La reazione dei fascisti è fulminea e s’indirizza verso le redazioni di «Umanità nova» e dell’«Avanti!» che sono distrutte mentre le forze dell’ordine arrestarono o fermarono diverse centinaia di sovversivi. A. fugge prima a Lodi, poi a Piacenza, a San Marino e infine ad Ancona, dove è arrestato. Condannato per l’attentato al Cova a vent’anni di reclusione, viene poi processato per gli attentati al Cavour e al Diana. A. ammette di essere responsabile, e, dopo una professione di fede politica, si dichiara addolorato per la strage provocata. Riporta una condanna a trent’anni, che sconta in varie carceri, da quello di San Vittore di Milano a Oneglia fino al penitenziario di Alghero, dove muore per le sofferenze patite il 3 marzo 1929 all’età di 27 anni. (S. Bellofiore)

Fonti

FONTI: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Milano, Gabinetto Prefettura, cat. 39 (partiti, anarchici, parte generale), 1915-1930, n. 934; E. A. [Necrologio], «Almanacco libertario pro vittime politiche per l’anno 1930», Ginevra 1930, pp. 33-34.

BIBLIOGRAFIA: Il processo agli Anarchici nell’Assise di Milano. 9 maggio-1 giugno 1922, a cura del Comitato anarchico pro vittime politiche, Milano 1922; G. Mariani, Memorie di un ex terrorista, Torino 1953; pp. 27-88; Un trentennio di attività anarchica 1914-1945, Cesena, 1953, pp. 67, 69, 94; V. Mantovani, Marzurka blu. La strage del Diana, Milano, 1979, ad indicem.

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181

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