AGOSTINUCCI, Eugenio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- AGOSTINUCCI, Eugenio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Roma
- Data di nascita
- 16/05/1867
Attività e/o professione
- Qualifica
- Tappezziere
- Qualifica
- Pittore
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Roma il 16 maggio 1867 da Giuseppe e Caterina Duri, tappezziere e pittore. A. è indicato nelle prime segnalazioni della Prefettura di Roma, come da stereotipo, quale “poco amante del lavoro” e “uno dei settari più temibili del circondario”. È uno dei protagonisti del movimento dei disoccupati romani nei difficili anni della crisi edilizia tra la fine del 1880 e gli inizi del nuovo decennio. A partire dal 1890 si dedica, in stretta collaborazione con Ettore Gnocchetti e Pietro Calcagno, alla costruzione della federazione anarchica. Dagli “organizzatori dei moti dell’8 febbraio 1889”, scriverà F.S. Merlino, ci si attende molto. Durante le convulse agitazioni operaie che caratterizzano il periodo, è condannato a tre mesi di detenzione e multato per essere intervenuto al comizio di piazza Dante, il 19 marzo 1891. Fa parte della commissione che si occupa dell’organizzazione della festa dei lavoratori e prende parte ai fatti del 1° maggio 1891 in piazza S. Croce in Gerusalemme, quando dietro la bandiera della Federazione anarchica rivoluzionaria convengono circa duemila persone. Il comizio romano, vero epicentro del movimento e animato dalla presenza di Amilcare Cipriani, degenera in gravi disordini tra partecipanti e forze dell’ordine, travolgendo i tentativi di costruire una larga organizzazione intrecciando agitazioni operaie e prospettive insurrezionali. Per la partecipazione a quegli avvenimenti, duramente repressi dalla polizia (un morto e centinaia di feriti tra i dimostranti) A. è condannato dalla Corte di appello di Roma, il 4 luglio 1892, a 28 mesi e 15 giorni e a un anno di sorveglianza speciale. Amnistiato, colleziona altre brevi condanne, ma continua la sua opera di propaganda anarchica. Partecipa alle proteste, particolarmente vive a Roma, contro lo sciovinismo fratricida legato all’eccidio di Aigues-Mortes il 17 agosto 1893, in cui un numero tuttora imprecisato di operai italiani sono uccisi da una folla di lavoratori francesi. Arrestato nuovamente nell’agosto del 1893, è recluso come malfattore secondo il noto art. 248 del Codice penale e poi prosciolto nello stesso ottobre. La sera del 7 gennaio 1894, partecipa insieme a Ettore Gnocchetti a una riunione che si conclude a Trastevere, in via Lungaretta, con uno scontro con la polizia al grido di “evviva la rivoluzione, evviva l’anarchia”. La nuova condanna è di due anni e tre mesi. Nel 1895 è sottoposto a domicilio coatto e assegnato all’Isola di Ponza. Prosciolto, è rinviato a Roma sotto sorveglianza speciale. Dopo essere partito alla volta di Bucarest nel 1899, torna nella capitale, ma poco dopo parte nuovamente, questa volta per Nizza, dove lavora presso un negoziante di parati ed entra subito in contatto con gli anarchici italiani lì residenti. Nel 1907 prende parte al congresso nazionale anarchico che si svolge a Roma il 16-20 giugno. Conclusisi i lavori congressuali, A. riparte per Nizza. Da questo momento avvia una specie di peregrinazione tra Roma (ospite del cognato Gnocchetti), Nizza e Marsiglia. È tra gli artefici della proposta di costituire a Nizza un comitato composto da anarchici, socialisti e repubblicani per la scarcerazione di Augusto Masetti e di una eventuale sottoscrizione e campagna di conferenze antimilitariste in Italia. In contatto con anarchici residenti negli Stati Uniti riceve per la diffusione il giornale «Cronaca Sovversiva». Di lui risultano alcuni articoli pubblicati su «Tierra y Libertad» con lo pseudonimo di “Miorn”. Dal 1919 in poi le notizie sull’A. si fanno più rade. Continua a risiedere a Nizza, dove ha trovato occupazione come custode della Villa Mireille, ma sembra allontanarsi dal movimento anarchico e all’atto d’iscrizione alla LIDU si dichiara socialista. L’età avanzata e la salute malferma lo separano progressivamente dalla militanza politica. S’ignorano data e luogo di morte. (I. Del Biondo)
Fonti
- FONTI: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
BIBLIOGRAFIA: P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
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